“Una notevole impresa di tecnologia alimentare”. È così che i giornali inglesi hanno definito la pancetta realizzata senza l’uso di nitriti e nitrati che sta facendo in questi giorni la comparsa nei supermercati del Regno Unito.
Il produttore è l’azienda nordirlandese Finnebrogue e il modo per rinunciare una volta per tutte ai conservanti “potenzialmente cancerogeni” (è questa la definizione che ne ha dato l’Oms) è l’uso allo stesso scopo di estratti naturali di frutta e spezie mediterranei.
Un numero crescente di agricoltori e macellai – ha documentato il Guardian – ha iniziato a offrire bacon senza nitriti negli ultimi anni, ma Finnebrogue ritiene che il suo prodotto sia il primo a mantenere tutto il gusto e le apparenze del bacon tradizionale (dunque anche il colore rosso acceso, garantito in genere proprio dai nitrati) e a mantenere una durata e una scadenza simile.
Se la colazione inglese, dunque, è salva dalle accuse di cancerogenicità relative alla carne trasformata che tanto hanno turbato il mercato, non si può dire lo stesso di alcune grandi piatti italiani. Che si voglia realizzare una amatriciana, una carbonara o una gricia, infatti, è praticamente impossibile trovare da noi una pancetta priva di E – per dirla come gli inglesi – ossia senza l’aggiunta di conservanti a base di azoto.
Lo dimostra un rapido giro tra gli scaffali dei supermercati come quello fatto dal Salvagente, dove appare chiaro come il ricorso ai nitriti, ai nitrati o a tutt’e due è considerato irrinunciabile dai produttori.
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Piuttosto che alzare la voce contro le scomuniche dell’Oms (come hanno fatto in molti, tanto tra i produttori che, in maniera più incauta, tra le autorità sanitarie), non sarebbe stato il caso di tentare di trovare una soluzione, come hanno fatto in Gran Bretagna. E ora che qualcuno quella soluzione sembra averla trovata, non sarebbe il caso di adottarla anche da noi per liberare carbonare, amatriciane e simili da ogni sospetto?
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