
L’Austria introduce l’obbligo di segnalare nei punti vendita i prodotti colpiti da shrinkflation, pratica che riduce quantità e aumenta il prezzo occultamente. In Italia la misura analoga, prevista dal DDL Concorrenza, è stata rinviata al 2026.
L’Austria accelera sulla trasparenza contro la shrinkflation, quella pratica sempre più diffusa con cui i produttori riducono la quantità di prodotto mantenendo invariato il prezzo — o comunque aumentando il costo unitario senza che il consumatore se ne accorga. Vienna ha notificato alla Commissione europea e agli Stati membri una nuova normativa che impone ai rivenditori un obbligo chiaro: segnalare ai clienti quando un prodotto alimentare o farmaceutico ha subito una riduzione di peso o volume senza un ribasso proporzionato del prezzo. Gli esempi non mancano e non solo a Vienna e dintorni. Anche in Italia ne vengono denunciati regolarmente, anche dal Salvagente.
Un fenomeno che inganna i consumatori
La shrinkflation non è un’invenzione recente, ma negli ultimi anni è diventata una strategia fin troppo frequente, soprattutto in un contesto di inflazione che spinge le aziende a cercare modi meno visibili per ritoccare i listini. L’effetto è sempre lo stesso: scaffali pieni di confezioni identiche alle precedenti, ma con dentro meno prodotto. Una forma di aumento occulto che, come riconosce la normativa austriaca, ha “un potenziale intrinseco di inganno”.
Cosa prevede la nuova legge austriaca
Il cuore del provvedimento è l’obbligo di una specifica etichettatura per i prodotti preconfezionati colpiti dalla shrinkflation. L’indicazione dovrà essere messa:
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direttamente sul prodotto, oppure
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sullo scaffale o nelle immediate vicinanze,
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oppure ancora tramite un cartello informativo.
La forma scelta dipenderà dalle dimensioni dell’azienda o dalla superficie di vendita del punto vendita. Il consumatore, insomma, deve poter sapere con immediatezza se quella confezione ha visto scendere il contenuto senza una giustificazione di prezzo.
L’obbligo non si applica invece ai prodotti venduti a distanza né agli acquisti conclusi fuori dai locali commerciali, come nel porta a porta.
L’Italia aveva previsto una misura simile, ma arriva il rinvio
Una norma analoga era stata inserita anche nel DDL Concorrenza italiano, con entrata in vigore fissata al 1° aprile 2024. Ma il debutto dell’etichetta anti-shrinkflation è stato nuovamente rimandato. Un emendamento del relatore al DDL Semplificazione, approvato al Senato, ha spostato l’obbligo al 1° luglio 2026.
Il rinvio congela per oltre due anni una previsione che avrebbe imposto anche ai rivenditori italiani di segnalare chiaramente i prodotti “sfrondati”, come già accade in Francia, dove sono in vigore misure di trasparenza simili.








