Un incubo. E un nuovo allerta per i consumatori europei. Secondo il quotidiano tedesco Der Spiegel, potrebbero essere migliaia i materassi in commercio contaminati da una sostanza cancerogena.
All’origine dell’allarme, un errore nel processo di sintesi del diisocianato di Toluene (Tdi), un composto chimico utilizzato per la fabbricazione dei materassi, prodotto negli stabilimenti della tedesca Basf, una delle più grandi compagnie chimiche al mondo.
Un sonno sul diclorobenzene
Sarebbero finite così in circolazione 7.500 tonnellate di Tdi contenenti altissime concentrazioni di diclorobenzene, sostanza riconosciuta come cancerogena, su cui adesso potrebbero dormire migliaia di consumatori, anche se non c’è ancora chiarezza sul numero dei materassi contaminati. Secondo la stessa Basf, sarebbero una cinquantina le aziende coinvolte tra Europa, Medio Oriente e Africa.
Strana coincidenza, la notizia arriva lo stesso giorno in cui la società tedesca ha annunciato l’acquisito da Bayer di alcuni comparti produttivi riguardanti colture di soia e pesticidi, per un valore di 5,9 miliardi di euro. Il ritiro da questi settori, permetterà alla Bayer di rimuovere un ostacolo alla fusione con l’americana Monsanto, operazione da 66 miliardi contestata dall’Unione europea perché anticoncorrenziale.
Svizzera e Francia bloccano le produzioni
In Svizzera l’allarme sui materassi contaminati è arrivato martedì, tanto che importanti aziende elvetiche hanno bloccato produzione e consegne, ammettendo i possibili rischi per la salute. È il caso della Bico, produttore leader di sistemi letto in Svizzera, ma anche di Recitcel, Riposa e Foampartner.
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Anche in Francia, dal 9 ottobre, è arrivato lo stop alla produzione per molti marchi: le fabbriche del gruppo Adova (Dunlopillo, Simmons, Treca), e poi Mantes-la-Jolie, Limay e Bar-sur-Aube.
L’Italia dorme sonni tranquilli?
Mentre in Germania, Svizzera e Francia l’allerta sui materassi contaminati è stato diffuso con molta evidenza, in Italia ancora tutto tace. Eppure non si tratta di un errore da poco: la stessa Basf ha spiegato che le schiume di poliuretano coinvolte – questo è il materiale in cui sarebbe finito il Tdi contaminato – sono state prodotte tra la fine di agosto e la fine di settembre.
Il Salvagente ha provato oggi a contattare alcune delle principali aziende e associazioni di produttori italiani, tra cui Eminflex e il Consorzio Produttori Italiani Materassi di Qualità, nonché la stessa Basf Italia, ma le risposte sono state confuse o evasive.
Federlegno Arredo Italia ha invece confermato di aver ricevuto ieri una comunicazione dalla propria sede europea e al più presto farà conoscere la sua posizione. Ovviamente ne daremo subito conto.