Mandorle importate con muffe e parassiti, maxi sequestro al porto di Vado Ligure

mandorle

Il Tar ha confermato il sequestro di 20 tonnellate di mandorle effettuato al porto di Vado Ligure dall’Agenzia delle Dogane e dagli ispettori del ministero della Salute. L’importatore: “non era per il consumo diretto e sarebbero state lavorate prima”, ma per i giudici le soglie erano troppo alte

 

Il Tar ha confermato il sequestro effettuato al porto di Vado Ligure dall’Agenzia delle Dogane e dagli ispettori del ministero della Salute. L’importatore: “non era per il consumo diretto e sarebbero state lavorate prima”, ma per i giudici le soglie erano troppo alte.

Il carico

Nello specifico, come scrive Repubblica che riporta la notizia, un carico di 20 mila chilogrammi di mandorle californiane destinato al consumo umano nonostante risultasse con “parti marce, presenza di rancidità, danni da insetti, larve, muffe e bave sericee” è al centro del sequestro.

La versione dell’azienda

La società importatrice, la Alfrus di Bari, con sede anche a Udine, controllata dal colosso Usa Pomona Farming, aveva presentato un ricorso sostenendo che “il preteso danno alla salute umana sarebbe necessariamente da escludersi, in considerazione del fatto che i prodotti non verrebbero commercializzati tal quali nel canale di vendita business to consumer (B2C), e che, anteriormente alla vendita business to business (B2B), sono soggetti a lavorazioni e trattamenti idonei ad eliminare qualsiasi rischio per la salute umana”. Le operazioni normalmente effettuate in questo caso sono “fumigazioni, lavaggi ad alte temperature e pelatura”, atte a rendere commestibili le stesse mandorle.

La bolla di accompagnamento

Ma, spiega il Tar, la bolla di accompagnamento dichiarava che era certificata la destinazione immediata al ‘consumo umano’, “senza la scelta della specifica opzione ‘further process’, pure disponibile per la spunta”. L’indicazione further process, spiega Repubblica, indica che il carico dovrà essere trattato. Ma in questo caso la dicitura non lo specificava.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

I livelli di tossine rilevati

E poi c’è la questione relativa alla condizione effettiva delle mandorle: secondo il Tar è vero che dopo un trattamento anche un carico deteriorato può essere commercializzato ma “ma a patto che il tenore del contaminante sia inferiore a quello massimo stabilito nell’apposito allegato, e che gli alimenti siano conformemente etichettati e contrassegnati, nell’originale del documento di accompagnamento”. Secondo i giudici, “i successivi controlli fisici che comunque hanno rilevato una contaminazione superiore ai limiti ammissibili”. E non è servito che gli avvocati di Alfrus ricordassero come “prodotti analoghi importati dalla ricorrente e sdoganati presso altri porti italiani (come ad esempio Bari, Livorno, Salerno e Trieste), sono sempre stati ammessi all’importazione sul suolo nazionale”.

Anche gli esperti consultati dal Salvagente confermano che è vero che pelare la mandorla riduce la presenza di tossine, ma se i livelli sono molto alti, non c’è trattamento che riesca a eliminarle completamente.