Abbiamo atteso molto questo momento. E con noi, i molti che avevano avuto modo di apprezzare il Salvagente negli oltre 23 anni in cui ha costituito in edicola un esempio, unico, di giornale dei consumatori.
Ora l’attesa è quasi finita: venerdì in edicola troverete il Salvagente, un mensile che è la logica e conseguente evoluzione di Test-Salvagente, prende il suo posto ma senza traumi, semplicemente – speriamo – migliorando la già brillante storia di questo giornale. Con una nuova grafica e nuove rubriche, ma con il vecchio vizio di mettere alla prova tutto, soprattutto attraverso i test. E già da oggi vedrete trasformarsi il nostro sito in ilSalvagente.it (e i social di conseguenza). Da questo punto di vista non preoccupatevi: sia digitando TestMagazine che ilSalvagente.it “atterrerete” sulle stesse, nuove, pagine del giornale.
Ora che è arrivato il momento di ricongiungere una storia come questa, permetteteci di ripercorrerla, seppure rapidamente. Sì, perché c’è un lungo filo conduttore che segna la strada intrapresa più di un quarto di secolo fa da questo giornale.
Qualcuno ricorderà il disegno di Altan che accompagnava l’esordio di Salvagente come fortunato inserto monografico de l’Unità. L’enciclopedia dei diritti del cittadino aveva come simbolo il famoso omino del disegnatore italiano, finalmente libero dall’altrettanto celebre ombrello nel didietro e aggrappato a una ciambella di salvataggio. A salvarlo, questo il messaggio, la conoscenza dei propri diritti.
Era il 1989, una vita fa, e l’Italia era un paese in cui conoscere i propri diritti poteva significare affrancarsi dal dover chiedere piaceri. Quasi trent’anni dopo, per la verità, non è che sia cambiato tanto… Ma non divaghiamo.
Quell’esperienza, straordinaria, durò due anni, sotto la cura esperta di Tito Cortese e Carlo Ricchini, due maestri di giornalismo (chi scrive, ha avuto la fortuna di lavorarci assieme) e completò un’enciclopedia che – come abbiamo avuto modo di scoprire sorpresi in questi giorni – viene ancora venduta
on line come una sorta di antiquariato ad alto valore.
Poco dopo – per l’esattezza nel 1992 – prese vita il settimanale, da prima come allegato a l’Unità, poi nella forma autonoma che, passando per diverse fasi, da quella in carta azzurrina riciclata a quella più patinata, è stato in edicola fino al 2014. Una scommessa – qualcuno ci disse all’epoca che non avremmo mangiato il panettone – di un gruppo di giornalisti, guidato da Rocco Di Blasi che si costituì in cooperativa e si improvvisò editore. Di panettoni, in realtà, ne collezionammo 23, tanto durò in edicola quell’esperienza, prima di interrompersi improvvisamente sotto i colpi della crisi.
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La carta? Non è morta
Il destino e la tenace volontà di non mollare ci dovevano però ancora riservare un incontro insperato. Quello con Matteo Fago, l’editore che da subito ha creduto nel progetto di riportare in edicola un giornale come Salvagente. Mentre molti vati della comunicazione ripetevano che “i giornali erano morti”, la “carta era senza futuro” e tutto doveva girare alla velocità del web, dello streaming, dei post su facebook, Fago andava controcorrente. In
questi due anni in cui abbiamo avuto di conoscerlo e di apprezzarne il ruolo di editore puro (un inedito in un paese in cui i media sono di proprietà di partiti o gruppi di potere) non si è mai stancato di ripetere che il giornalismo che risponde ai bisogni veri dei lettori è tutt’altro che destinato a finire imprigionato in un tweet, in un post o a essere confinato in poche righe sul web. Senza sottovalutare la Rete – sarebbe stato paradossale per chi proprio dal web aveva avuto i primi successi, con la creazione di Venere.com, il fortunato portale di prenotazioni on line – Matteo Fago ha continuato tenacemente a difendere la carta. E non a torto, se è vero che dopo le molte giravolte oggi giornali come il Washington Post sono tornati in attivo proprio grazie agli abbonamenti al giornale “fisico”.
Antitruffa, con orgoglio
Da quell’incontro è nato il mensile che troverete in edicola da venerdì 24. E il percorso che oggi ci ha portati con orgoglio a chiamarci di nuovo il Salvagente.
Non un ritorno al passato, ma un altro balzo in avanti, sostenuti da radici antiche e solide.
Alcune delle novità le troverete sfogliando il nuovo numero di Salvagente, impreziosito da una veste grafica, ripensata e rinnovata dal nostro Alessio Melandri con l’obiettivo centrale di facilitare la vita a chi legge.
Altre le scopriremo insieme, man mano che arriveranno.
Quanto alla sostanza, lo ripetiamo: rimaniamo saldamente ancorati al modo di fare informazione che in questi anni ha fatto nascere tante delle inchieste giornalistichedel Test (e poi del Test-Salvagente): un giornalismo accurato, trasparente, basato proprio su analisi di laboratori sempre identificabili e non condizionati. Tanto per coniugare passato e presente, poi, vedrete comparire in copertina, accanto al vecchio nome la dicitura “leader dei Test di laboratorio contro le truffe ai consumatori”. Una sintesi che chi già ci conosce non farà fatica a riconoscere.
Una dichiarazione di intenti, un patto con i nostri lettori che cercheremo di rispettare. Combattere le truffe, gli imbrogli, mettere alla prova tutto e tutti, offrire un Salvagente in grado di non farci affogare è nel Dna di questo giornale.
E non abbiamo nessuna intenzione di diventare transgenici.