Il batterio E.Coli nelle pizze Buitoni ha causato l’insufficienza renale a 75 bambini. A dirlo, a due settimane dal richiamo del prodotto in Francia, sono le autorità sanitarie d’Oltralpe che hanno anche confermato il legame tra i gravi casi sanitari, tra cui probabilmente la morte di due bambini, e la contaminazione del marchio di Nestlé.
Le analisi “hanno confermato un legame tra diversi casi e il consumo di pizze surgelate della linea Fraîch’Up del marchio Buitoni contaminate da batteri Escherichia coli”, ha annunciato in un comunicato la Direzione Generale della Salute (DGS), mentre un massiccio richiamo di tutte le pizze commercializzate dal marchio da giugno 2021 è stata avviata già da metà marzo. “Al di là dei controlli, se i consumatori scoprono che le pizze Fraîch’Up a marchio Buitoni sono ancora in commercio, sono invitati a presentare una segnalazione sulla piattaforma SignalConso” aggiunge la DGS nel suo comunicato.
Nestlé: svilupperemo protocollo d’analisi
Come riporta Le Monde, “Oggi non capiamo cosa possa essere successo, ma svilupperemo un protocollo di analisi che sottoporremo alle autorità”, ha dichiarato Jérôme Jaton, direttore generale industriale di Nestlé, durante una conferenza stampa di mercoledì. “Sono addolorato per queste famiglie che hanno casi di intossicazione, spesso con bambini piccoli”, ha aggiunto, ricordando che è stato istituito un numero verde (0800 22 32 42).
100mila pizze a settimana
Dal 18 marzo, Nestlé ha chiuso due linee di produzione nel suo stabilimento vicino a Caudry (Nord) per effettuare analisi, ha spiegato Jaton. “Siamo pronti a interrogarci completamente sulle potenziali cause”, ha assicurato. Non esclude la contaminazione nell’impasto della pizza. La gamma di pizze Fraîch’Up è disponibile in nove gusti diversi: raclette, kebab, quattro formaggi, ecc. Nestlé afferma di produrre tra le 100.000 e le 150.000 pizze a settimana.
Il legame
Finora le autorità sanitarie ritenevano che esistesse un legame “possibile” tra queste contaminazioni e le pizze della linea Fraîch’Up. Avevano quindi già effettuato un massiccio richiamo a metà marzo, chiedendo ai consumatori di distruggere questi prodotti. D’ora in poi questo legame si stabilisce con alcune contaminazioni, anche se le autorità non specificano se questo sia il caso di quelle che hanno causato i due morti.