Mangiare troppo in fretta raddoppia il rischio di colesterolo alto, al contrario pranzare e cenare restando seduti a tavola almeno 20 minuti aiuta il metabolismo e consente di tenere sotto controllo l’introito calorico e quindi il peso. Lo dice una ricerca dell’Università Federico II di Napoli, in corso di pubblicazione sul Journal of Translational Medicine, che conferma i benefici di masticare lentamente e di dedicare tempo ai pasti.
Lo studio ha indagato le abitudini a tavola di 187 persone con obesità , mostrando che tra chi consuma i pasti in meno di 20 minuti le probabilità di avere il colesterolo alto raddoppiano.
“Il colesterolo è un fattore di rischio noto per malattie cardiovascolari come infarto e ictus, ma non è il solo elemento metabolico che peggiora con un pasto troppo frettoloso”, spiega  Annamaria Colao, presidente della Società Italiana di Endocrinologia (Sie), che ha coordinato la ricerca. “Studi precedenti hanno mostrato che mangiare troppo rapidamente si associa a un aumento del consumo di cibo e il nostro lavoro lo conferma”.
“L’obesità si sconfigge a tavola, concedendoci il tempo di acquisire la consapevolezza di quello che stiamo mangiando – sottolinea Colao – I nostri tempi ci ‘obbligano’ a una grande frenesia e velocità d’azione che travolgono anche uno dei momenti fondamentali della vita quotidiana, l’alimentazione. Mangiare in modo diverso, rispettando ritmi più lenti ci aiuterebbe molto a prevenire le malattie del metabolismo: è perciò necessario riappropriarci del tempo e vivere il momento del pasto come una coccola quotidiana.
Colao evidenzia come “fra i cibi che possono essere mangiati più velocemente ci sono quelli ultra-processati (come alcuni insaccati) che, oltre a essere molto calorici e poco sani, ci rendono anche meno capaci di controllare l’introito calorico”.
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“Mangiare in modo diverso, rispettando ritmi più lenti e acquisendo consapevolezza di quello che stiamo mangiando, ci aiuterebbe molto a prevenire le malattie del metabolismo” sottolinea Colao, secondo la quale “è perciò necessario riappropriarci del tempo e vivere il momento del pasto come una coccola quotidiana“.