Crescono le catene di supermercati in Europa che hanno deciso di non vendere più carne di bovini allevati in zone deforestate del Brasile: Sainsbury’s in Gran Bretagna, Carrefour e Delhaize in Belgio, Lidl Olanda e Auchan in Francia. Metro in Germania ha dichiarato che indagherà sulle denunce sollevate.
Lo stop, come riporta il Sole 24 Ore, colpisce per lo più alcuni prodotti, come carne in scatola o essiccata. Lidl Olanda, invece, si è impegnata a smettere di vendere qualsiasi tipo di carne bovina originaria dal Sud America a partire dal 2022. Molti dei prodotti sotto accusa sono legati in modo indiretto a tre gruppi: il gruppo Jbs, il più grande esportatore di carne al mondo; Marfrig Global Foods, il numero due; a Minerva, leader in Sudamerica.
La decisione di smettere la vendita della carne sospettata di provenire da aree dell’Amazzonia devastata dagli incendi – in un anno più di 13.200 chilometri quadrati di foresta pluviale sono stati rasi al suolo, con un aumento del 22% rispetto al 2020 – nasce dopo la pubblicazione dell’indagine condotta da Reporter Brasil e della Ong con base a Washington Mighty Earth. Il report sostiene che Jbs avrebbe indirettamente acquistato bovini da aree deforestate illegalmente, secondo uno schema che viene chiamato riciclaggio di bestiame: capi allevati su un appezzamento di terreno disboscato illegalmente vengono venduti a un’azienda agricola legittima, che a sua volta li cede all’industria della trasformazione. In questo modo si prova a nascondere origine del bestiame.