Il Parlamento europeo ha bocciato la proposta dei Verdi di vietare alcuni antimicrobici, tra cui antibiotici negli allevamenti. L’obbiettivo della mozione di risoluzione presentata dal deputato ecologista Martin Hausling, era creare una lista di farmaci destinati solo alle persone. Il testo aveva ricevuto il via libera dalla Commissione parlamentare europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi), ma non è bastato. Contrari alla mozione come riporta AgriFoodToday, “diverse associazioni europee di veterinari, secondo cui la stretta sugli antimicrobici avrebbe lasciato gli animali, anche non di allevamento, senza terapie alternative valide per curare alcuni tipi di infezioni”.
La polemica con i veterinari
Hasling, che ha formulato la proposta come azione per contrastare il problema dell’antibiotico-resistenza crescente, che ha tra i principali indiziati l’uso massiccio negli allevamenti, ha risposto: “I veterinari vogliono strumentalizzare i timori dei proprietari degli animali da compagnia per non dover cambiare le loro pratiche commerciali in agricoltura. La nostra proposta riguarda gli allevamenti e non quelli tenuti individualmente. L’obiettivo è di di fissare limiti effettivi alle quantità di antibiotici di riserva (ossia quelli rivolti all’uomo) che sono stati somministrati per anni e a un livello troppo alto, e di formulare regolamenti chiari che consentano il trattamento individuale degli animali e limitino severamente il trattamento di massa. Né il trattamento dei singoli animali e di certo non quello degli animali domestici sono interessati da questa mozione”.
Esulta la Lega
Anche l’eurodeputata della Lega, Rosanna Conte, ha accolto con favore la bocciatura del testo: “Questa proposta avrebbe vietato l’uso di alcuni farmaci fondamentali per curare infezioni batteriche gravi e potenzialmente letali negli animali di tutte le specie, senza che vi sia una valida alternativa terapeutica. A rischio sarebbero stati non solo animali allevati per la produzione di alimenti, ma anche 200 milioni di animali da compagnia, secondo quanto denunciato da autorevoli associazioni di veterinari di tutta Europa. Inoltre, il divieto avrebbe esposto i consumatori a problemi di sicurezza alimentare”.
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