Rigettavano ingiustificatamente le istanze di prescrizione biennale presentate dagli utenti, a causa della tardiva fatturazione dei consumi di luce e gas. Per questo motivo l’Antitust, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte dei consumatori, ha sanzionato Enel Energia, Servizio Elettrico Nazionale (SEN) ed Eni gas e luce per complessivi 12,5 milioni euro. “Un provvedimento sacrosanto – commenta Valentina Masciari, legale di Konsumer Italia e nostro consulente su queste materie – ma ancora una volta non si dimostra la volontà di risolvere a monte la questione prevedendo una responsabilità precisa in capo ai distributori”. E in effetti, in questa vicenda i distributori, ovvero coloro che forniscono i dati di fatturazione sulla base dei quali i fornitori fatturano ai consumatori, fronte di un ruolo cruciale, non hanno nessun obbligo, ad esempio, di dimostrare che realmente sono passati presso l’abitazione del consumatore per rilevare la lettura dei consumi ma non hanno trovato nessuno.
Fatta la legge, trovato l’inganno
Per comprendere le falle del sistema forse è utile raccontare la vicenda, che ha seguito la stessa Masciari, di un consumatore, nostro lettore, che si è visto recapitare una fattura di conguaglio di 800 euro, una fattura che è stata subito contestata perché si riferiva, appunto, a consumi antecedenti i due anni e, in quanto tali, andati in prescrizione. La Legge di Bilancio 2018 ha, infatti, introdotto la possibilità, per i consumatori, di eccepire la prescrizione biennale dei crediti vantati dagli operatori del settore energetico in relazione ai consumi di luce e gas pluriennali fatturati tardi, salvo in caso di “accertata responsabilità” degli utenti medesimi. Ad esempio, capitava quasi sempre che l’azienda si difendesse affermando che il tecnico “era passato per leggere il contatore senza trovare nessuno e che essendo il contatore interno all’abitazione, la responsabilità era del cliente” (il passato è d’obbligo dal momento che di recente l’Arera ha affermato che la prescrizione si può far valere sempre). Ed era proprio questa la motivazione che il fornitore aveva fatto valere anche nei confronti del nostro lettore. “A quel punto – spiega la Masciari – chiamai in causa il distributore chiedendo che fornisse a me e a consumatore il report dei passaggi effettuati presso la sua abitazione: un elenco di “presunti” passaggi avvenuti, tra l’altro, di sabato e domenica, giorni in cui il nostro consumatore potè dimostrare di essere in casa”.
Il distributore non è mai responsabile
A quel punto – continua la Masciari – ho provato a ribaltare l’onere della prova chiedendo al distributore di provare che i suoi tecnici fossero davvero passati per la lettura. Lì la scoperta che il distributore non ha l’obbligo di dimostrare quanto chiedevo: una falla che manda in crisi l’intero sistema. Il distributore fattura i consumi al fornitore che salda immediatamente i suoi debiti salvo poi rivalersi sul consumatore finale: è chiaro che il suo interesse è rientrare delle somme che ha anticipato. “Auspico che dopo questa multa che grava esclusivamente sui fornitori – aggiunge la Masciari – questi siano interessati a ottenere regole più stringenti per i distributori”. Il caso del nostro lettore si è concluso negativamente ed è stato costretto a pagare l’intera somma, seppur rateizzata. E come lui sono centinaia i consumatori che hanno provato senza riuscirci a far valere la prescrizione biennale.
L’Antitrust e l’interrogativo dei rimborsi
Nel provvedimento di oggi, l’Autorità sottolinea che “ai sensi dell’art. 1, comma 4, della Legge di Bilancio 2018 (L. 205/2017), per effetto della delibera dell’Autorità, gli utenti interessati hanno diritto ad ottenere entro tre mesi il rimborso dei pagamenti già effettuati a titolo di indebito conguaglio”. “Un grande punto interrogativo” spiega la Masciari sottolineando che è necessario anche rivedere l’intera procedura. Dello stesso avviso il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, secondo cui “se è certo che i consumatori devono riavere i soldi maltolti e, soprattutto, poter bloccare i pagamenti in corso, è anche vero che servono anche le condanne dei distributori” mentre Codici fa sapere di aver inviato una diffida inibitoria alle tre società multate invitandoli a cambiare passo”.