Le tecnologie utilizzate dalla Volkswagen per truccare i test sulle emissioni dei veicoli dovrebbero essere considerate illegali. È quanto ha stabilito la più alta corte dell’Unione Europea chiamata a pronunciarsi in un procedimento giudiziario francese contro la casa automobilistica per aver ingannato gli acquirenti di veicoli diesel.
Volkswagen si era espressa a favore di una definizione restrittiva dei dispositivi utilizzati per manipolare i test delle emissioni, limitata a tecnologie e strategie che operano solo “a valle” o dopo che sono state prodotte potenziali emissioni. Tuttavia, la Corte ha ritenuto che il termine dovrebbe applicarsi anche alla tecnologia “a monte”.
Il costo ambientale del Dieselgate
Il caso francese riguardava una valvola di ricircolo dei gas di scarico (ERG), che può reindirizzare alcuni gas di scarico nell’aria di alimentazione del motore per ridurre le emissioni finali di NOx, ossido di azoto. Il caso, noto anche come dieselgate, si basava sul fatto che l’ERG fosse stato aggiustato nei test utilizzando un dispositivo per consentire alle emissioni di rimanere al di sotto del tetto regolamentare, ma secondo un rapporto di un esperto il dispositivo in condizioni normali porterebbe alla disattivazione parziale dell’ERG e a maggiori emissioni di NOx. Una stima dell’associazione Transport & Environment  (di cui abbiamo parlato in questo articolo) contava, nel 2018, 43 milioni di diesel sporchi in circolazione sulle strade europee.
L’utilizzo dell’ERG avrebbe reso la manutenzione più frequente e costosa perché, ad esempio, il motore si sarebbe intasato più rapidamente.
Come conseguenza dello scandalo, ammesso da Volkswagen nel 2015, la compagnia automobilistica ha richiamato quasi 950.000 veicoli in Francia. Lo scandalo è costato alla Volkswagen oltre 30 miliardi di dollari in rimborsi e multe.
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Le nuove regole
Lo scandalo ha avuto, come abbiamo detto, un costo elevato sia in termini economici che in quelli ambientali ma ha avuto il merito di aver contribuito a cambiare le regole europee per aumentare in modo significativo il livello di qualità e indipendenza dell’omologazione e delle prove di omologazione dei veicoli. Il regolamento è volto anche ad aumentare i controlli sulle automobili già presenti sul mercato dell’UE e rafforzare il sistema generale con la supervisione europea.