
I medici di base francesi hanno pubblicato una lettera aperta, in cui denunciano elevati livelli di contaminazione da cadmio nella popolazione, soprattutto tra i bambini. Si sospetta un legame con l’aumento dei tumori al pancreas. Intanto il nostro ultimo test ha trovato il metallo in 10 dentifrici sui 20 analizzati
Il livello di contaminazione da cadmio della popolazione in Francia, in particolare tra i bambini, ha raggiunto un livello molto preoccupante, tanto che si sospetta un legame con l’aumento dei tumori del pancreas. È l’allarme che lanciano i medici di base francesi.
L’allarme dei medici di base: sospetto legame con tumore al pancreas
In occasione della giornata mondiale dell’Ambiente del 5 giugno, le Unioni regionali dei medici liberi professionisti hanno pubblicato una lettera aperta, nella quale ricordano i pericoli del cadmio, metallo che si accumula nell’organismo umano attraverso l’alimentazione, in particolare tramite pasta, pane, patate e persino alcuni ortaggi.
Il cadmio è un metallo naturalmente presente nei suoli, noto ormai per essere cancerogeno, tossico per la riproduzione e potenzialmente mutageno, i cui livelli risultano particolarmente elevati tra adulti e bambini francesi, rispetto ad altri Paesi. Una volta assorbito dall’organismo, si accumula nel fegato e nei reni, e la sua presenza aumenta con l’età.
Siamo tutti esposti a questo metallo, principalmente attraverso alimenti di base come cereali, patate, pasta, pane e prodotti da forno. Tuttavia le analisi condotte anche su altri alimenti come il tè nero e il cioccolato rilevano una diffusa presenza di cadmio, sebbene entro i limiti di legge. La contaminazione deriva in gran parte dai fertilizzanti minerali utilizzati in agricoltura, che contengono fosfati importati soprattutto dal Marocco, notoriamente ricchi di cadmio rispetto ad altre fonti. Poiché il Marocco è il principale fornitore della Francia, questo spiega perché la contaminazione del suolo francese sia superiore rispetto a quella di altri Paesi europei.
Le nostre analisi rivelano la presenza di cadmio nei dentifrici
La contaminazione da metalli pesanti, purtroppo, viene ormai considerata quasi inevitabile, tanto che, sulla scia di una recente indagine americana, abbiamo portato in laboratorio 20 dentifrici, tra i più diffusi nei nostri supermercati. Seppur in quantità inferiore ai limiti indicati come accettabili in Europa, in tutti i tubetti abbiamo trovato il piombo. E se in tre dentifrici è presente solo questo metallo pesante, quasi tutti gli altri ne contengono almeno due. In ben 7 campioni li abbiamo trovati tutti e quattro (piombo, cadmio, arsenico e mercurio), mentre 10 dentifrici su 20 hanno rivelato una presenza di cadmio.
Nel caso di cadmio, piombo e arsenico abbiamo valutato positivamente quei dentifrici che ne contenevano una concentrazione inferiore a 100 volte il limite, mentre sono stati penalizzati, i livelli 10 volte inferiori alla soglia che abbiamo preso a riferimento (indicata nel rapporto Istisan dell’Istituto superiore di sanità).
Per scoprire la cassifica dei dentifrici, con i migliori e i peggiori, corredati dai dati sulla presenza dei metalli pesanti, si può acquistare il numero di giugno del Salvagente.
Un’esposizione raddoppiata in dieci anni
Nel 2021, Santé Publique France aveva pubblicato un bilancio sull’esposizione della popolazione ai metalli pesanti, con risultati preoccupanti. Nei soggetti adulti, la presenza di cadmio è quasi raddoppiata tra il 2006 e il 2014: “È tre volte superiore a quella degli adulti americani e più del doppio rispetto agli adulti italiani”, si legge nel rapporto. “Nei bambini, la situazione è ancora peggiore: la contaminazione è quattro volte superiore a quella dei bambini americani o tedeschi.”
Si sospetta fortemente un collegamento con l’aumento dei tumori del pancreas in Francia. Per questi i medici ritengono necessario inasprire i limiti massimi consentiti nei cibi, data la gravità della contaminazione, ma considerano questa misura non sufficiente. Nella loro lettera aperta, esortano le autorità pubbliche ad applicare le raccomandazioni dell’Anses (Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro), ovvero imporre un limite massimo di cadmio nei fertilizzanti fosfatici per contrastare la contaminazione dei terreni agricoli.