Arsenico negli alimenti, dalla Francia un nuovo metodo per misurarlo

L’Agenzia francese per la sicurezza alimentare ha sviluppato un metodo innovativo che permetterà di misurare con precisione la concentrazione di arsenico in diversi alimenti per poter ridurre l’esposizione dei consumatori a tale sostanza cancerogena

Dalla Francia arriva una buona notizia per i consumatori e riguarda la presenza di arsenico negli alimenti. Il laboratorio per la sicurezza alimentare dell’Anses ha sviluppato un metodo innovativo che permetterà di misurare con precisione la concentrazione di questa sostanza, tossica e cancerogena, in diversi alimenti. Un progresso che consentirà una valutazione più accurata dell’esposizione dei consumatori e dei rischi per la salute.

L’arsenico, è presente naturalmente nel suolo, ma viene anche rilasciato nell’ambiente a causa di attività umane, e può trovarsi nell’acqua potabile e negli alimenti. La sua tossicità dipende dalla sua forma chimica. Sono quattro le specie di arsenico che si possono distinguere: due inorganiche — arsenico (III) (arsenito) e arsenico (V) (arseniato) — e due organiche, l’acido monometilarsonico (Mma) e l’acido dimetilarsonico (Dma). Le prime due sono note per essere cancerogene e altamente tossiche, mentre le  forme organiche complesse sono considerate meno tossiche, anche se recenti dati indicano che i composti organo-arsenicali più semplici, come Mma e Dma, potrebbero essere tossici e associati a un aumento dell’incidenza di tumori.

Distinguere tra le varie forme di arsenico

Finora, i metodi analitici disponibili permettevano solo una quantificazione parziale o imprecisa delle specie di arsenico e potevano essere usati solo per alcune famiglie alimentari. Il nuovo metodo si basa su una tecnica di cromatografia liquida, che consente di separare le specie, associata a una tecnica di spettrometria di massa per rilevarle. Il metodo è stato applicato con successo all’analisi di 300 campioni, appartenenti a 19 gruppi alimentari diversi tra i più consumati in Francia, come piatti pronti, bevande (alcoliche, succhi di frutta, bevande calde, ecc.), cereali, frutta, biscotti, pane, verdure e prodotti del mare. Circa 130 provenivano da agricoltura biologica, mentre gli altri da agricoltura convenzionale.
Il metodo sviluppato consentirà di affinare gli studi sull’esposizione della popolazione alle specie di arsenico e di valutare con maggiore precisione i rischi per la salute, evitando di basarsi su stime teoriche, come spesso avviene. Studi analoghi sono stati condotti anche su altri elementi come mercurio e cromo.