
Una nuova ricerca riaccende i riflettori sui rischi per la salute dell’intestino e l’assorbimento di zuccheri legati all’uso del biossido di titanio in nanoparticelle, un additivo colorante ancora presente in molti integratori alimentari, prodotti cosmetici e farmaci
Il diossido di titanio, identificato in etichetta come E171, è stato per anni utilizzato per rendere più brillanti e accattivanti caramelle, biscotti e altri alimenti ultraprocessati, in particolare quelli destinati ai bambini. Tuttavia, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha stabilito nel 2021 che l’additivo non può più essere considerato sicuro a causa dei potenziali effetti nocivi, con l’Unione Europea che ha imposto il divieto dal 2022.
I rischi delle nanoparticelle di diossido di titanio
La nuova ricerca, pubblicata a maggio 2025 sulla rivista Food and Chemical Toxicology, ha esaminato gli effetti delle nanoparticelle di TiO₂ su modelli animali, evidenziando come queste particelle possano interferire con il modo in cui l’intestino percepisce i nutrienti e produce ormoni cruciali per la digestione e il controllo della glicemia. Le nanoparticelle, estremamente piccole (tra 1 e 100 nanometri), sono risultate particolarmente dannose rispetto alle microparticelle di dimensioni maggiori.
Gli esperimenti condotti sui topi hanno mostrato come l’esposizione al diossido di titanio provochi:
- Aumento dei livelli di glucosio nel sangue: i topi alimentati con l’1% di nanoparticelle di TiO₂ hanno registrato glicemia più alta rispetto a quelli alimentati con microparticelle o privi dell’additivo.
- Alterazioni intestinali: sviluppo anomalo del rivestimento intestinale, senza però evidenti danni ai tessuti.
- Riduzione degli ormoni intestinali: calo di GLP-1 (regola lo zucchero nel sangue), PYY (promuove la sazietà) e CCK (aids nella digestione), con un impatto negativo sul metabolismo.
I pericoli nascosti nei prodotti non alimentari
Sebbene il diossido di titanio sia stato vietato negli alimenti in Europa, resta ancora comune in molti prodotti cosmetici come i dentifrici che entrano in contatto con la mucosa orale e di molti farmaceutici. E, pur non essendo più ammesso non è difficle trovarlo negli integratori alimentari, come rivelato da recenti analisi condotte da enti tedeschi. Questa presenza continua solleva interrogativi sulla sicurezza complessiva dell’additivo, considerando l’alta probabilità di esposizione anche attraverso prodotti non alimentari.
Necessità di nuove regolamentazioni
I risultati dello studio dimostrano come l’uso di nanoparticelle di diossido di titanio possa comportare rischi significativi per la salute umana, soprattutto considerando la loro capacità di accumularsi e permanere nell’organismo più a lungo rispetto alle particelle più grandi. Alla luce di queste evidenze, sarebbe auspicabile un ripensamento dell’uso di TiO₂ nei prodotti non alimentari, specialmente quelli a contatto con la bocca.
Continuano gli studi per comprendere appieno l’impatto a lungo termine delle nanoparticelle di TiO₂, ma la prudenza sembra essere l’approccio migliore. Informare i consumatori e promuovere una maggiore trasparenza sulle etichette dei prodotti resta una priorità per garantire la salute pubblica.