Isde-Medici per l’ambiente ha presentato uno studio sui danni alla salute umana degli allevamenti intensivi di polli con particolare attenzione sulla Vallesina, area in cui sono presenti quelli di Fileni
Isde-Medici per l’ambiente ha presentato uno studio sui danni alla salute umana degli allevamenti intensivi di polli con particolare attenzione sulla Vallesina, area in cui sono presenti quelli di Fileni. Come spiega il Comitato per la Vallesina che ha partecipato alla presentazione a Iesi, insieme alla giornalista Giulia Innocenzi, “Dal documento emerge un quadro piuttosto preoccupante sulla situazione delle Marche dove, come ha ricordato la Dottoressa Eva Rigonat (membro del Comitato scientifico dell’Isde, ndr), la quantità di polli allevati specialmente nella provincia di Ancona sono aumentati del 60 % negli ultimi dieci anni”. I rischi sono dunque quelli di un inquinamento dovuto alle sostanze nocive immesse nell’aria come l’ammoniaca e le polveri sottili, causa queste ultime di problemi respiratori e cardiovascolari.
Il report
Nel presentare il report, Rigonat ha ricordato l’inquinamento delle acque superficiali e delle falde acquifere dovuto alle infiltrazioni delle
acque reflue contaminate dalla pollina che provocano l’eccesso di azoto il quale porta all’eutrofizzazione delle acque con gravi minacce per qualsiasi forma di vita nei fiumi, oltre che le contaminazioni con metalli pesanti sempre contenuti nella pollina.
Le Marche e la Vallesina in particolare siano nella lista delle Zone vulnerabili ai nitrati e pertanto particolarmente sensibili a questo tipo di inquinamento. “C’e’ poi da aggiungere i rischi di contaminazioni microbiologiche collegati agli allevamenti intensivi ed al diffondersi nell’aria di batteri e virus che colpiscono gli animali stipati negli allevamenti” spiega il comitato, “In ultimo il rischio collegato ad eventuali epidemie di aviaria che potrebbero colpire anche l’uomo in zone ad alta densità di allevamento come la Vallesina”.
L’inquinamento odorigeno
Andrea Tesei, presidente del Comitato ha sottolineato “da un lato l’insufficiente sensibilità delle istituzioni nei confronti di
un tema che coinvolge la salute dei cittadini e del territorio e dall’altro il fatto che i moderni allevamenti intensivi, che accolgono 20 polli al mq, creano un forte impatto ambientale soprattutto sotto l’aspetto dell’
inquinamento odorigeno”.
Il fenomeno dell’inquinamento odorigeno (dovuto alla forte puzza che arriva dalle zone degli allevamenti) un altro problema, inquadrato come fonte di patologie da alcuni studi scientifici.
“Rivalutare le autorizzazioni”
Le conclusioni del rapporto dell’Isde raccomandano una maggiore vigilanza da parte degli enti pubblici e l’applicazione dei principi universali di precauzione e prevenzione per una industria definita dalla legge italiana insalubre di primo grado. Gli studiosi ritengono importante anche un’attenzione alla pianificazione dei territori con un occhio agli effetti cumulativi di tutte le attività inquinanti e non soltanto l’analisi dell’impatto delle singole attività. Il rapporto conclude: “Per tutto quanto sopra espresso, ed ai fini della valutazione delle controversie sia in sede penale che in sede amministrativa, si ritiene che al fine di tutelare salute ed ambiente, sia indispensabile una rivalutazione complessiva in sede Aia (autorizzazione integrale ambientale, ndr) degli effetti degli allevamenti intensivi presenti nella Provincia di Ancona”.
L’assenza delle istituzioni
“Nonostante questo quadro preoccupante, ha colpito l’assenza di qualsiasi autorità e
rappresentante degli enti locali e della Regione oltre che degli organi di controllo Arpam e Ast che erano stati invitati alla conferenza stampa dal comitato per la Vallesina. Segno di una sensibilità molto ridotta al problema ed alla mancanza di volontà verso qualsiasi dialogo con i cittadini” conclude il comitato per la Soresina.