Semi di lino, il test sulle contaminazioni. Vince Lidl, bocciato Aldi

SEMI DI LINO

I semi di lino, spesso celebrati come un superfood per le loro numerose proprietà benefiche, sono finiti sotto la lente di ingrandimento. Un recente test condotto da ÖkoTest ha rivelato anche contaminazioni preoccupanti. Ecco cosa è emerso.

 

Ricchi di fibre, acidi grassi Omega-3 e proteine vegetali, i semi di lino sono noti per favorire la salute intestinale, saziare a lungo e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Non sorprende, quindi, che siano diventati un ingrediente molto popolare nei müesli, nelle bowl per la colazione e nelle ricette salutistiche.

A questi alimenti, era stato destinato un approfondimento della fortuna rubrica Miti Alimentari del professor Alberto Ritieni (che trovate qui).

Tuttavia, nonostante le loro qualità, non tutti i semi di lino sono privi di rischi. I test condotti dal mensile tedesco hanno spinto gli esperti a raccomandare cautela nel consumo.

I risultati del test: contaminazioni e rischi

In tutti i campioni analizzati da ÖkoTest, il laboratorio ha riscontrato la presenza di acido cianidrico, una sostanza tossica che può derivare dai glicosidi cianogenici presenti naturalmente nei semi di lino. Sebbene le concentrazioni rilevate variassero da prodotto a prodotto, il dato è preoccupante, soprattutto per bambini e persone particolarmente vulnerabili.

Altri problemi riscontrati includono:

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  • Residui di oli minerali, come Mosh e Moah, che potrebbero derivare dal confezionamento o dai processi di produzione;
  • Tracce di pesticidi altamente pericolosi;
  • Presenza di cadmio, un metallo pesante tossico;
  • Problemi di qualità, tra cui segni di irrancidimento del prodotto.

I migliori e i peggiori del test

Le analisi del mensile tedesco hanno preso in considerazione dei prodotti difficili da trovare nel mercato italiano, Fa eccezione proprio il vincitore del test, l’unico “molto buono” della classifica: il Crownfield bio di Lidl. Agli estremi opposti della classifica i semi di lino Naturland bio di Aldi sud per l’irrancidimento e per un contenuto alto di oli minerali.

Le raccomandazioni per il consumo

Gli esperti di ÖkoTest hanno fornito alcune linee guida per ridurre i rischi associati al consumo di semi di lino:

  1. Moderare le quantità:
    • Adulti: massimo 15 grammi (circa un cucchiaio) per pasto.
    • Bambini sopra i 4 anni: non più di 4 grammi (un cucchiaino) al giorno.
    • Bambini sotto i 4 anni: evitare il consumo di semi di lino macinati.
  2. Bere molta acqua: I semi di lino tendono a gonfiarsi nell’intestino grazie alle mucillagini presenti nella buccia. Una scarsa idratazione potrebbe portare a blocchi intestinali, soprattutto in individui già predisposti a problemi digestivi.
  3. Cuocere i semi di lino: L’acido cianidrico si volatilizza a temperature superiori ai 26°C. Pertanto, utilizzare semi di lino in ricette cotte, come pane o dolci, è una scelta più sicura, anche per i più piccoli.

Quando evitarli?

I semi di lino non sono raccomandati per:

  • Persone che hanno sofferto di occlusioni intestinali o presentano restringimenti nel tratto digestivo;
  • Soggetti con infiammazioni acute nel sistema gastrointestinale.