L’esperienza dimostra che RFI, e comunque il Gruppo FS Italiane, senza una struttura dedicata alla gestione delle emergenze che sia in grado di reagire tempestivamente a qualsiasi tipo di disservizio, non riesce a governare un momento in cui già ci sono 1.200 cantieri sulla rete
I ripetuti guasti alla linee ferroviarie che hanno causato e stanno causando disagi ai passeggeri impongono, a tutti, un nuovo approccio alla questione. Bisogna partire dalla nuova stagione in corso fatta di forti investimenti che, grazie alle risorse del PNRR e del piano pluriennale, porteranno al potenziamento e all’ammoderneranno delle infrastrutture ferroviarie per renderle più efficienti. Attualmente sono operativi circa 1.200 cantieri ed altri ne verranno e ciò comporta che anche la programmazione e l’organizzazione degli interventi avvenga con nuove modalità e nuova organizzazione di mezzi e persone.
I disservizi occorsi, sia quando si è trattato di errore umano, il famoso “chiodo”, sia quando si è trattato di guasti, hanno fatto comprendere come vi sia stata una difficoltà di risposta immediata ed adeguata. L’attuale organizzazione di RFI non sembra più adeguata a far fronte a una situazione che si è ormai cronicizzata. Non per negligenza ma perché la struttura organizzativa a ciò deputata è finalizzata a dare risposte ad imprevisti in condizioni di normalità. La molteplicità degli investimenti e dei lavori e il loro procedere con speditezza per rispettare i tempi imposti non possono non farci comprendere che ci troviamo di fronte ad una realtà di “straordinarietà” rispetto alla quale bisogna dare pari risposta, perché non si può pensare di farlo con i vecchi arnesi, che appartengono alla normalità. L’esperienza ha dimostrato che i vecchi arnesi dell’ordinarietà non sono adeguati alla stagione che stiamo vivendo, fermo restando che potranno tornare a svolgere il loro importante ruolo, con gli opportuni adeguamenti, una volta conclusa questa fase. È quindi necessario ed urgente che RFI, e comunque il Gruppo FS Italiane, crei, con organizzazione di uomini e mezzi, una struttura dedicata alla gestione delle emergenze che sia in grado di reagire tempestivamente a qualsiasi tipo di disservizio, sia esso causato da guasti tecnici, errori umani o da imprevisti legati all’esecuzione dei lavori. La capacità di rispondere rapidamente e efficacemente a queste situazioni è fondamentale per minimizzare i disagi dei passeggeri e ripristinare nel più breve tempo possibile un servizio regolare.
E tale struttura dedicata dovrà avere anche il compito preventivo di individuare tutte le possibili criticità che potrebbero insorgere nel corso dei lavori avviati e che saranno avviati. Per essere chiari, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ma una struttura di programmazione preventiva dedicata alla vastità e complessità dei lavori sarà certamente più efficace.
Ritengo che questa sia la priorità e d’altronde è stato lo stesso Gruppo FS che, nel proprio comunicato stampa del 13.1.2025, dopo aver sottolineato che, pur operando in un contesto caratterizzato da un numero di cantieri e da una mole di investimenti senza precedenti, ha fatto presente di essere “impegnato nello studio di iniziative specifiche volte al miglioramento delle performance, garantendo un equilibrio tra le esigenze di sviluppo, il mantenimento della qualità del servizio e la sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori”.
La proposta di una struttura dedicata, formulata da Confconsumatori e da altre 12 Associazioni dei consumatori, è proprio nel solco che l’azienda dice di voler perseguire ed il suo recepimento sarebbe, in una logica non di contrapposizione ma di collaborazione e, se vogliamo, di concertazione, un importante segnale di apertura e di risposta ai passeggeri ed alle loro attuali e contingenti esigenze.