Vincono le lobby Usa: solo vaghi obiettivi di riduzione degli antibiotici in allevamento

ANTIBIOTICI
intensive agriculture, chicken farming

L’assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata all’antibiotico-resistenza ha approvato una dichiarazione politica che promette la lotta all’abuso di farmaci negli allevamenti. Ma, come anticipato dal Salvagente, è sparito qualunque impegno concreto e verificabile

 

Eravamo stati facili profeti. Una volta venute alla luce, grazie all’inchiesta condotta dall’organizzazione non profit US Right to Know (USRTK), le pressioni delle lobby degli allevatori e dell’industria farmaceutica di paesi come Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda era difficile immaginare un esito diverso.

E dunque c’è poco da stupirsi nel leggere le conclusioni a cui è giunta l’ultima assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata all’antibiotico-resistenza (26 settembre 2024). Chi vuole può farlo qui ma in sintesi, dietro alle parole autoelogiative dei leader mondiali che si congratulano di aver approvato una dichiarazione politica che include obiettivi specifici per ridurre l’uso di antibiotici negli allevamenti, in realtà c’è davvero poco.

Chi vuole comprendere, invece, farà bene a concentrarsi su quello che non c’è. E il confronto con la bozza circolata nei mesi precedenti all’assemblea è impietosa. Se le prime stesure includevano obiettivi chiari e quantificati (ridurre del 30% l’uso di questi farmaci in agricoltura nei prossimi sei anni ed eliminare entro il 2030 la pratica di somministrare antimicrobici importanti per la medicina umana per promuovere la crescita degli animali) ora numeri e cifre sono spariti.

Ci si limita a “impegnarsi” a “ridurre in modo significativo la quantità di antimicrobici utilizzati nei sistemi agroalimentari entro il 2030, sostenendo misure preventive come strategie di vaccinazione animale, buone pratiche di allevamento e bio-sicurezza”.

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Il direttore generale dell’OMS, Dr Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato: “La resistenza antimicrobica è senza dubbio una delle sfide sanitarie più urgenti del nostro tempo. Gli impegni presi oggi, se tradotti in azioni concrete, aiuteranno a monitorare, rallentare e facilitare l’accesso universale ai farmaci antimicrobici”.

Ecco, proprio quelle azioni concrete epurate grazie agli sforzi delle lobby degli allevamenti e dell’industria farmaceutica, ancora una volta più convincenti dei 4,95 milioni di morti che ogni anno sono legati a infezioni da batteri resistenti agli antibiotici.