Dai prezzi psicologici alla disposizione strategica dei prodotti sugli scaffali, ecco le dieci tattiche principali con cui i supermercati riescono a farci riempire il carrello, anche quando non ne abbiamo davvero bisogno.
1. Posizionamento strategico dei prodotti: perché il latte è sempre in fondo?
Vi siete mai chiesti perché pane, latte e uova si trovano sempre in fondo al supermercato o sale e zucchero nascosti tra gli scaffali? La risposta è semplice: per costringerci a percorrere tutto il negozio. Questo posizionamento non è casuale, ma serve a farci attraversare corsie piene di prodotti allettanti, aumentandone la visibilità e stimolando acquisti non pianificati. Durante questo “viaggio obbligato”, è facile lasciarsi tentare da un pacchetto di biscotti o una bottiglia di vino in offerta, anche se non erano sulla lista della spesa. Inoltre, i prodotti più costosi sono collocati all’altezza degli occhi, mentre le alternative più economiche richiedono un po’ più di sforzo per essere individuate: bisogna chinarsi o allungarsi verso i ripiani più alti.
2. Carrelli grandi, carrelli pieni
Un’altra tattica subdola riguarda la dimensione del carrello. Più grande è il carrello, più prodotti siamo portati a comprare. Un carrello semivuoto trasmette infatti un senso di “insufficienza”, spingendoci a riempirlo. I supermercati moderni, poi, dispongono di carrelli progettati per sembrare più piccoli di quanto non siano, e spesso più facili da spingere quando sono pieni. Così, anche chi pianifica una spesa rapida finisce per acquistare molto più del previsto.
3. Atmosfera rilassante: musica e profumi per ingannare i sensi
Supermercati e grandi catene studiano l’ambiente del punto vendita in modo meticoloso: luci, suoni e persino odori vengono scelti per stimolare i sensi e prolungare il tempo di permanenza dei clienti. Musica leggera, temperatura confortevole e il profumo di pane appena sfornato creano un’atmosfera accogliente che rende più facile indugiare. Questo ambiente apparentemente neutro ci rende più inclini ad acquistare di più, soprattutto se siamo in uno stato di relax e non ci accorgiamo di come il nostro comportamento stia cambiando.
4. I prodotti più costosi: subito in vista
I punti strategici nei supermercati non si limitano solo agli scaffali. Le estremità delle corsie e i display a fine corridoio sono riservati a prodotti costosi o di marca. Questi punti sono tra i più visibili del negozio e catturano l’attenzione fin dall’ingresso. Secondo alcuni studi, i clienti tendono a focalizzarsi su questi “hot spot” e a mettere nel carrello i primi articoli che incontrano, riducendo la probabilità di cercare alternative più economiche.
5. Promozioni e sconti che non lo sono davvero
Chi può resistere a un’offerta “solo per oggi”? La realtà è che molte promozioni non sono così vantaggiose come sembrano. Le etichette “offerta limitata” o “prezzo speciale” creano un senso di urgenza, facendo credere al cliente di trovarsi di fronte a un’occasione irripetibile. In realtà, molte volte lo stesso prodotto potrebbe essere venduto allo stesso prezzo altrove o addirittura essere più caro rispetto a prodotti simili. Ecco perché è importante valutare ogni promozione con attenzione, chiedendosi se quell’acquisto è davvero necessario.
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6. La “zona tentatrice” alla cassa
Il momento della coda alla cassa è strategico. Quando aspettiamo il nostro turno, siamo circondati da piccoli snack, caramelle e prodotti confezionati che solitamente non considereremmo. Questo è il cosiddetto “acquisto d’impulso”: aggiungere al carrello un pacchetto di gomme o una barretta di cioccolato è una decisione rapida, giustificata magari con un “piccolo premio” per la spesa fatta. La cassa è un’area progettata per sfruttare la nostra momentanea stanchezza e la propensione a gratificarci dopo aver finito il nostro giro tra gli scaffali.
7. Confezioni grandi: quando l’”affare” non lo è
Molti pensano che comprare confezioni più grandi sia sempre sinonimo di risparmio. In realtà, le “confezioni famiglia” o i multipack non sempre offrono un vero vantaggio economico. Spesso, i supermercati usano la dimensione delle confezioni per dare l’illusione del risparmio, anche quando il costo al chilo o al litro è superiore rispetto a una versione più piccola. Questo trucco funziona particolarmente bene su chi non confronta i prezzi unitari, cadendo nell’idea che “più grande” significhi automaticamente “più conveniente”.
Un esempio di questo tipo lo trovate nell’inchiesta del Salvagente sulle ecoricariche del marzo scorso.
8. Prezzi psicologici: il potere del 9,99
La maggior parte di noi sa che 9,99 euro sono praticamente 10 euro, ma il nostro cervello percepisce quella cifra con un impatto diverso. Questo fenomeno, chiamato “prezzo psicologico“, fa sembrare i prodotti più accessibili di quanto non siano in realtà. Anche un centesimo può fare la differenza nel modo in cui percepiamo il valore di un articolo, influenzando la nostra decisione di acquisto. Allo stesso modo, i cosiddetti “prodotti civetta” – articoli venduti a prezzi stracciati – attirano i clienti nel negozio, dove poi comprano altri articoli a prezzo pieno.
9. Carte fedeltà e programmi bonus
Le carte fedeltà sembrano offrire vantaggi esclusivi, ma non sempre sono un vero affare. Spesso, infatti, questi programmi spingono a spendere di più per accumulare punti o sconti che difficilmente giustificano il denaro speso. Inoltre, dietro a ogni acquisto con carta fedeltà si cela la raccolta di dati preziosi sul comportamento dei consumatori, utilizzati poi per creare offerte ancora più mirate.
10. Confezioni ingannevoli: meno prodotto allo stesso prezzo
Negli ultimi anni, molti produttori hanno adottato la tattica di ridurre la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo però invariato il prezzo. Questo fenomeno, noto come “shrinkflation“, fa sì che il consumatore pensi di pagare lo stesso prezzo di sempre, mentre in realtà sta ottenendo meno per il suo denaro. Verificare il prezzo unitario per litro o chilo è il modo migliore per evitare di cadere in questa trappola.