In Germania una class action contro gli aumenti di Dazn

DAZN

Al centro della class action contro Dazn gli aumenti praticati nel 2022 per i clienti di quell’anno. Dopo la Germania si aprirà finalmente un’azione simile anche in Italia?

 

Negli ultimi anni, il servizio di streaming sportivo DAZN ha suscitato molte lamentele tra i consumatori in tutta Europa per gli aumenti continui dei contratti  senza il consenso dei clienti. Proteste che in Germania si sono organizzati in una class action indetta da Verbraucherzentrale Bundesverband (Vzbv), associazione dei consumatori che ritiene le clausole contrattuali che hanno permesso questi rincari, ingiustamente svantaggiose e gli aumenti di prezzo per i clienti esistenti in quel periodo illegali.

Gli aumenti di Dazn

Sin dall’inizio delle sue operazioni in Germania nell’agosto 2016, il servizio di streaming sportivo ha costantemente aumentato i prezzi (cosa che ovviamente è successa anche in Italia). Originariamente, il prezzo di un abbonamento mensile era di soli 9,99 euro. Dal 1° agosto 2022, la piattaforma ha deciso un rincaro notevole per i clienti esistenti. Da 14,99 a 29,99 euro al mese e da 149,99 a 274,99 euro all’anno in caso di pagamento unico. Senza contare quelli decisi l’anno successivo, non coperto dalla class action.

Secondo il Vzbv, le clausole di aumento di prezzo contestate dalla class action sono considerate ingiustamente svantaggiose e non trasparenti. Di conseguenza, l’associazione le considera inefficaci.

La class action riguarda quindi solo le clausole di aumento di prezzo. In seguito, la disputa potrebbe riguardare anche le modifiche alle clausole contrattuali.

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Se le aziende intendono modificare le condizioni dopo la conclusione del contratto, devono informare i clienti con il giusto rilievo. Possono, ad esempio, evidenziare in grassetto i passaggi modificati in una comunicazione. Le modifiche sono valide solo se i soggetti interessati vi acconsentono.

Tuttavia, attenzione: anche il silenzio può significare un “sì” alle nuove condizioni. A condizione che le aziende informino i consumatori sulla comunicazione delle modifiche e concedano loro un periodo adeguato per opporsi.

E in Italia?

Da noi dopo gli annunci fatti da Codici e da Codacons di una class action non c’è più traccia. Agli atti abbiamo registrato solo una diffida del Movimento Consumatori che nel giugno del 2022 aveva dichiarato: “Le modifiche contrattuali di Dazn non hanno ragione di essere e per questo sono illegittime” diffidando Dazn a interrompere l’adozione di alcune modifiche alle condizioni di utilizzo e alla Carta servizi dei suoi abbonamenti, che entravano in vigore a partire dal 2 agosto 2022.