Bollette a 28 giorni, Tim ammette: “Pratica commerciale scorretta, ecco come chiedere il rimborso”

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Dopo che la Corte di Cassazione lo scorso febbraio ha dato ragione alla class action del Movimento consumatori contro le bollette a 28 giorni, Tim manda una raccomandata ai suoi clienti con le informazioni per richiedere il rimborso

Dopo che la Corte di Cassazione lo scorso febbraio ha dato ragione alla class action del Movimento consumatori contro le bollette a 28 giorni, Tim manda una raccomandata ai suoi clienti con le informazioni per richiedere il rimborso.

L’ammissione di colpa

Relativamente alla fatturazione a 28 giorni, invece che mensilmente, nella raccomandata, Tim ammette: “L’adozione e l’uso di tale periodicità, a far data dal 01.04.2017, ha leso e lede i diritti e gli interessi collettivi dei consumatori, previsti dall’art. 2 Codice del consumo (1: diritto ad un’adeguata informazione ed ad una corretta pubblicità; 2: diritto a pratiche commerciali improntate a principi di buona fede, correttezza e lealtà; 3: diritto alla correttezza, alla trasparenza ed all’equità nei rapporti contrattuali) con violazione anche dei contenuti informativi minimi e del principio di trasparenza, previsti a favore dei consumatori utenti di servizi telefonici dagli artt. 70 e 71 Codice delle comunicazioni elettroniche”.

Tim: “Pratica commerciale scorretta che rendeva difficile la valutazione delle offerte”

In altre parole, siamo di fronte a una pratica commerciale scorretta ingannevole, “in quanto l’adozione di tale periodicità (28 giorni), – scrive la stessa Tim – diversa da quella d’uso, risulta contraria alla diligenza professionale ed è idonea a falsare in maniera apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio, rendendo difficile la valutazione delle offerte ed il confronto tra le medesime, anche ai fini dell’esercizio della facoltà di recesso gratuito, prevista dalla legge in caso di mutamento unilaterale delle condizioni del servizio da parte dell’operatore telefonico”.

Il diritto al risarcimento

L’illegittimità della condotta, al centro di lunghe battaglie durate anni, comporta il diritto di ciascun consumatore che abbia subito, nell’ambito di un contratto di telefonia fissa (o di altri servizi offerti in abbinamento alla telefonia fissa), l’adozione della periodicità di fatturazione a 28 giorni/8 settimane, alla ripetizione delle somme indebitamente corrisposte.

Come chiederlo a Tim

“Puoi effettuare la tua richiesta on line dalla Home Page del sito tim.it nella sezione «TIM Sempre al tuo fianco» compilando il modulo dedicato, indicando il seguente codice unico 089261049996” conclude la comunicazione di Tim.

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E agli altri operatori coinvolti

Vodafone ha messo a disposizione dei clienti una pagina del sito per l’inserimento dei dati e le istruzioni per la domanda di risarcimento. Per gli ex clienti, invece, basta inviare una raccomandata con la causale “Rimborso fatturazione 28 giorni cliente disattivo” alla Casella Postale 190 – 10015 IVREA oppure inviando una PEC all’indirizzo [email protected] indicando numero di contatto, il codice cliente, che si può trovare nell’ultima fattura ricevuta, e il numero di telefono per il quale si sta chiedendo il rimborso.

WindTre invita i clienti ad accedere all’area clienti per poter conoscere le varie opzioni a disposizione- Gli ex clienti possono richiedere la restituzione di un importo, pari ai corrispettivi pagati in eccedenza nel periodo della fatturazione a 28 giorni, tramite l’invio di un’email PEC (all’indirizzo [email protected]) o di una raccomandata a: Wind Tre S.p.A. CD MILANO RECAPITO BAGGIO, Casella Postale 159, 20152, Milano.

Fastweb, invece, spiega che chi è ancora cliente Fastweb può accedere all’area MyFastweb per poter scegliere la soluzione di rimborso prevista. Per gli ex clienti, invece, non è indicata una procedura in particolare: è possibile dunque avviare la procedura attraverso la piattaforma Conciliaweb messa a disposizione dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) o attraverso le associazioni dei consumatori rappresentative a livello nazionale.

Anche la Corte Ue aveva dato parere negativo

Anche la Corte di giustizia Ue, con sentenza 8 giugno 2023, in causa C-468/2020, aveva chiarito che l’obbligo di fatturazione mensile non è lesivo dei diritti e interessi degli operatori di servizi di telefonia.  In precedenza anche Fastweb aveva tentato la via del ricorso, fallendo.

Le multe a Tim, Fastweb, Wind 3 e Vodafone

Una storia lunga 5 anni che arriva a conclusione con le rimodulazioni ( si legga “sconto”) delle multe volute da Antitrust ai quattro maggiori operatori che tra il 2017 e il 2018 avevano adottato la tariffazione a 28 giorni per aumentare dell’8,6% il costo delle bollette su base annua. La decisione, pubblicata nel bollettino settimanale dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, arriva a seguito della sentenza del Consiglio di Stato di luglio, che ha spinto l’Antitrust ha ridurre da 228 a 202 milioni il cumulo complessivo delle sanzioni.