Zucchero aggiunto in 3 prodotti su 4. E anche i cibi salati non si salvano

ZUCCHERO

L’Anses, l’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare, ha analizzato 54mila alimenti: il 77% del contiene zucchero e/o dolcificanti. Dal 2012 con la sugar tax si è ridotto il quantitativo specie nei soft drink. Ancora troppo destrosio e saccarosio laddove non te lo aspetti (piatti pronti e salumi in primis)

Il 77% degli alimenti confezionati contiene zucchero aggiunto oppure un dolcificante. A certificarlo uno studio condotto su oltre 54mila alimenti confezionati elencanti nell’Osservatorio alimentare – Oqali nel periodo 2008-2020 da parte dell’Anses, l’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare, in collaborazione con Inrae, l’Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente.

Il rapporto (scarica qui la versione integrale) ha come obiettivo quello di monitorare la presenza di zucchero, glucosio, sciroppi di glucosio-fruttosio, miele, edulcoranti e ogni altro “vettore di gusto dolce“, per contrastare l’obesità soprattutto giovanile e soprattutto incentivare la riduzione degli zuccheri e dolcificanti da parte dell’industria alimentare. Ricordiamo che in Francia dal 2018 è entrata in vigore la sugar tax e, secondo i dati raccolti dall’Anses, gli effetti benefici si apprezzano nelle bevande zuccherate dove si è registrato nell’ultimo periodo osservato una riduzione di zuccheri e/o edulcoranti.

Questa valutazione – scrive l’Anses – mostra che la maggior parte dei prodotti contiene almeno un ingrediente dolcificante o un vettore del gusto dolce, anche nei prodotti salati. Tuttavia, l’Agenzia ha osservato un calo nell’uso di ingredienti dolcificanti negli ultimi 10 anni, in particolare sciroppi di zucchero e dolcificanti. L’Agenzia tuttavia sottolinea che è possibile ridurre ulteriormente l’uso di ingredienti dolcificanti nei prodotti”.

Lo studio è consistito nel misurare la frequenza d’uso degli ingredienti dolcificanti in base alla loro etichettatura, suddividendo gli oltre 54mila alimenti osservati in 31 categorie di cibi (gelati e sorbetti, marmellate, barrette di cereali, succhi e nettari, latticini, biscotti e torte, bevande analcoliche, piatti pronti, salse, salumi ecc.).

Il saccarosio il più presente anche nei cibi salati

Il saccarosio, equivalente allo “zucchero da tavola”, è il vettore di gusto dolce più presente negli alimenti studiati (58%) specialmente in quelli salati. Nello specifico l’aggiunta del saccarosio è stato riscontrato nel 94% delle salse per condimenti,  nell’87% degli snacking congelati, nell’84% degli affettati, nell’81% delle salse piccanti, nel 77% dei prodotti freschi per la ristorazione, nel 71% dei piatti piatti cucinati freschi, nel 59% dei brodi e zuppe, nel 59% dei piatti pronti surgelati e nel 53% degli aperitivi masticabili.

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In forte calo l’aspartame ma sullo zucchero…

L’Agenzia tuttavia osserva una significativa diminuzione della percentuale di prodotti contenenti questi ingredienti negli ultimi dieci anni. Le riduzioni maggiori riguardano proprio nella maggior parte dei casi i prodotti salati. Inoltre, è in forte calo l’uso di edulcoranti intensi, in particolare quello dell’aspartame che in circa dieci anni è passato dall’1,8% allo 0,4% dei prodotti. Questa tendenza è in parte legata alla riformulazione dei prodotti da parte dei produttori. Segno che la pressione istituzionale e le tasse di scopo funzionano. 
“Questo studio non ha esaminato le quantità utilizzate perché raramente sono indicate sulla confezione. I risultati quindi non indicano necessariamente una riduzione del contenuto totale di zucchero nei prodotti. Infatti, è importante ricordare che un prodotto che utilizza meno ingredienti dolcificanti o vettori di gusto dolce rispetto a prima non ha necessariamente un contenuto di zucchero inferiore. L’eliminazione di un ingrediente dolcificante può andare di pari passo con la revisione della proporzione di altri ingredienti” ha precisato Julie Gauvreau-Béziat, responsabile dell’unità dell’Osservatorio alimentare. Per questo motivo l’Anses e l’Inrae ​​stanno realizzando, nell’ambito di Oqali, studi settoriali sui livelli di zucchero nei gruppi alimentari che contengono più zucchero, come le bevande.

La sugar tax condiziona le bevande zuccherate

L’Anses ha pubblicato anche uno studio settoriale incentrato sui cambiamenti nell’offerta e nella qualità nutrizionale delle bevande analcoliche rinfrescanti tra il 2010, il 2013 e il 2019. Sono state analizzate più di 4.500 referenze di prodotti, in particolare sul loro contenuto di zucchero: bibite, acque aromatizzate , bevande alla frutta, bevande energetiche, ecc. Lo studio mostra che l’offerta di bevande zuccherate (con o senza dolcificante) ha registrato un calo del contenuto di zucchero tra il 2013 e il 2019. Questa tendenza iniziata tra il 2010 e il 2013 aumenta notevolmente a partire dal 2013. Questo risultato può essere spiegato con l’attuazione di misure volte a ridurre lo zucchero livelli nelle bevande. È stato infatti stipulato un accordo collettivo tra i principali produttori del settore e le autorità pubbliche per ridurre del 5% il tasso medio di zucchero. Dal 2012, inoltre, le bevande contenenti zuccheri aggiunti e/o edulcoranti sono soggette ad un’imposta che nel 2018 è diventata proporzionale al contenuto di zuccheri aggiunti. L’Anses infine sottolinea che esiste spazio per ridurre il contenuto di ingredienti dolcificanti per un gran numero di prodotti:Occorre quindi continuare gli sforzi per ridurre questi livelli nelle bevande e negli alimenti trasformati”.