Pesticidi, muffe, bisfenolo… un pesto da cartellino rosso

PESTO ROSSO

Un test pubblicato sull’ultimo numero del mensile dei consumatori tedeschi OkoTest ha svelato una serie di preoccupanti contaminazioni in diversi marchi di pesto rosso. Tra i vasetti “italiani” con sostanze discutibili, De Cecco, Saclà (che ha ritirato un prodotto), Mutti. Completamente pulito il pesto Barilla

 

L’analisi, condotta da esperti del settore, ha portato alla luce la presenza di muffe, pesticidi, oli minerali e bisfenolo A in una gamma di prodotti comunemente disponibili sul mercato e in qualche caso di nomi noti anche nel mercato italiano.

Secondo l’analisi di OkoTest, molti dei pesti rossi esaminati presentano una lista di ingredienti più lunga del previsto, con aggiunte che vanno oltre i classici pomodori, aglio, olio e formaggio. Questi condimenti, in più, contengono contaminanti potenzialmente dannosi per la salute umana.

Le muffe in sei barattoli di pesto rosso

Una delle principali preoccupazioni emerse dall’analisi riguarda la presenza di muffe, in particolare di muffe del genere alternaria, che possono produrre tossine dannose chiamate alternariotossine. Queste tossine sono state trovate in quantità significative in sei dei Pesti rosso esaminati, con potenziali effetti nocivi sulla salute umana, compresi effetti genotossici e sospetti di carcinogenesi. Tra i barattoli in cui è stato rintracciato il Campoverde certificato Demeter, il pesto rosso Rewe (prodotto da Bio organica Italia) e il pesto rosso Tegut (prodotto da Saclà).

Il bisfenolo in un prodotto Demeter

Ma le sorprese non finiscono qui. L’analisi ha rivelato la presenza di bisfenolo A (BPA) in uno dei Pesti testati, in una quantità che supera la dose giornaliera massima tollerabile per una persona di sessanta chili. Il BPA è noto per influenzare il sistema ormonale e può avere effetti tossici sulla riproduzione umana e la sua presenza nel Campoverde certificato Demeter fa davvero riflettere.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Troppi pesticidi

Inoltre, diversi pesticidi sono stati trovati contaminati da residui di pesticidi, compreso il dimetomorph, classificato come dannoso per la riproduzione dall’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA), e il clorantraniliprole, elencato come un pesticida altamente pericoloso dalla Rete azione pesticidi (PAN). Sotto questo aspetto fanno scalpore i 3 pesticidi in traccia, e tra questi il clorantraniliprole, trovati nel pesto rosso De Cecco, il dimetomorph in tracce nel pesto rosso Italiamo Lidl, prodotto da Polli e le tracce di un pesticida in quello Bertolli.

E Saclà ritira il pesto

Le scoperte di OkoTest hanno scatenato preoccupazioni tra i consumatori tedeschi e hanno portato alcuni marchi a ritirare i loro prodotti dal mercato, come nel caso del Pesto rosso Tegut di Saclà che oltre l’alternaria ha fatto rivelare le tracce di 3 pesticidi tra i quali il dimetomorph.

Oli minerali in Mutti e Saclà

Nie barattoli inviati in laboratorio i tedeschi hanno cercato anche i componenti di oli minerali (MOSH/MOSH-Analoghi), che possono entrare nei cibi durante la produzione meccanizzata, ad esempio per contatto con l’olio lubrificante. Il laboratorio ha trovato le contaminazioni nove volte in quantità che i tedeschi ritengono elevate (è il caso del vasetto della Mutti) e due volte “fortemente aumentate”. Finora mancano dati su se i MOSH/MOSH-Analoghi danneggino la nostra salute e, in caso affermativo, come lo facciano. È chiaro, tuttavia, concludono da Okotest, che queste sostanze si accumulano nel corpo e costituiscono una preoccupazione.

Un promosso eccellente

Nella classifica del mensile tedesco spicca tra i buoni il pesto rosso Barilla che non ha conquistato l’eccellente per la sola presenza di aromi naturali, mentre non ha fatto rilevare pesticidi, tracce di oli minerali, né bisfenolo o muffe pericolose.