Il presidente Coldiretti Prandini dalla festa del partito della Meloni sostiene che il vino fa bene, “non è un caso che tra i centenari non ci sia nessun astemio”. Ma non fa alcun cenno al grande aumento di pesticidi che vengono rilevati in questa bevanda. In Italia e all’estero
Sarà anche che un bicchiere di vino al giorno fa diventare centenari, come ha pontificato il presidente Coldiretti Ettore Prandini ad Atreju (poteva mancare?), ma probabilmente il suo sorriso e quello del suo ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, si sarebbero spenti immediatamente di fronte ai dati che provengono dal Regno Unito sulla crescita dei pesticidi. E non solo nel vino inglese. Anche perché proprio ieri sera la trasmissione di Rai3 Report ha documentato nel servizio “Il piccolo chimico” più di un trucco da parte dei produttori senza scupoli italiani. Un servizio che non è andato giù al ministro Lollobrigida che ha commentato “Abbiamo il nemico in casa”, come se l’informazione pubblica (o meglio, quel poco che ancora resiste) dovesse essere amica dell’industria…
Il cocktail inglese
Ma andiamo con ordine. E esaminiamo i risultati del programma di test del governo britannico che hanno evidenziato un drammatico aumento della percentuale di vino che contiene più residui di pesticidi: dal 14% nel 2016 (l’ultima volta che il vino è stato testato) al 50% nel 2022. I dati ufficiali – che sono stati raccolti e analizzati da PAN UK – mostrano residui di 19 diversi pesticidi (rispetto ai 16 del 2016) nei 72 campioni di vino testati, tra cui nove sostanze chimiche collegate al cancro. Sei diversi pesticidi sono stati trovati in un unico campione di vino, mettendo in dubbio l’affidabilità del sistema normativo del Regno Unito che effettua valutazioni di sicurezza esclusivamente per le singole sostanze chimiche.
Nick Mole di PAN UK ha affermato: “Questo massiccio aumento dei “cocktail di pesticidi” dovrebbe essere motivo di grave preoccupazione perché sappiamo che le sostanze chimiche possono diventare più dannose se combinate, eppure continuiamo a fissare limiti di sicurezza per una sola sostanza chimica alla volta. Gli amanti del vino non dovrebbero rischiare l’esposizione a una serie di molecole pericolose quando hanno voglia di bere un drink. Il settore del vino biologico è fiorente, dimostrando che è possibile produrre vino al 100% senza fare affidamento su sostanze chimiche tossiche”.
L’uso eccessivo di pesticidi nella produzione del vino non solo rappresenta una minaccia per la salute dei consumatori britannici ma anche per coloro che vivono e lavorano nelle zone vinicole. Una ricerca condotta in Francia e pubblicata nell’ottobre 2023 ha rilevato che i bambini che vivevano vicino a fitti vigneti erano soggetti a un rischio maggiore di contrarre la leucemia. Allo stesso modo, uno studio canadese del 2006 ha rilevato che i lavoratori dell’industria vinicola erano esposti a un rischio maggiore di sviluppare malattie causate dall’esposizione agli alti livelli di pesticidi utilizzati nei vigneti.
Prosecco e Chianti: l’Italia come la Gran Bretagna
Può essere molto diversa la situazione in Italia da quella denunciata dalla Ong britannica? È lecito dubitarne. E il test condotto dal Salvagente due anni fa conferma questo scetticismo.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Il nostro giornale era andato alla ricerca di pesticidi e altre sostanze rischiose per la salute, come l’anidride solforosa nel Chianti e nel Chianti Classico, comprato nei maggiori supermercati italiani. I risultati avevano mostrato un vino che, seppur con residui nei limiti massimi consentiti per legge, abbonda spesso di pesticidi: anche 9 molecole diverse nella stessa bottiglia. Tra queste il thiametoxan e il boscalid.
Il primo è stato vietato dall’Unione europea nel 2018 perché rientra tra i neonicotinoidi, pericolosi per la salute delle api, il secondo fa parte della categoria di fungicidi Sdhi, che uccidono funghi e muffe cresciuti sulle colture bloccandone la respirazione. Il problema, secondo molti ricercatori, è che possono anche bloccare quella di tutti gli esseri viventi, piante, animali e uomini. L’inibizione di uno specifico enzima che caratterizza gli Sdhi può causare anomalie epigenetiche, spiegando la comparsa di alcuni tipi di tumori.
Un po’ meglio era andato lo scorso maggio con il test su 18 prosecchi. Qui il nostro giornale aveva trovato 4 sostanze nell’unico vino giudicato come mediocre, La Gioiosa Valdobbiadene prosecco superiore (cantina che invece primeggia con la linea bio). Fortunatamente, anche in questo caso, la presenza di fitofarmaci aveva superato i limiti consentiti per legge. Tra quelle trovate, resistono però alcune sostanze considerate problematiche per la salute, come folpet, boscalid, metalaxil e pyrimethanil.