Troppo Bisfenolo nelle urine degli europei: la ricerca shock

bisfenolo a latta BISFENOLO

Non c’è più tempo e a poco sono serviti i bandi parziali europei sul bisfenolo. Lo dimostra lo studio dell’Agenzia europea sull’Ambiente cheha trovato BPA in quantità preoccupanti nei cittadini di 11 paesi membri. Dove è contenuto e come evitarlo

Un recente studio condotto dall’Agenzia europea dell’Ambiente (EEA) ha sollevato gravi preoccupazioni sull’esposizione diffusa al Bisfenolo A (BPA) in 11 paesi dell’Unione Europea, mettendo in luce rischi significativi per la salute pubblica. Il BPA, una sostanza chimica presente in molti contenitori degli alimenti come dimostrato da numerosi test, è stato associato a una serie di effetti nocivi, rappresentando una minaccia particolare per i bambini e le donne in gravidanza.

I rischi del Bisfenolo A

Il Bisfenolo A è noto per danneggiare il sistema immunitario umano anche a dosi molto basse, con effetti che vanno dalla diminuzione della fertilità a reazioni allergiche cutanee. La sua azione simile agli ormoni è stata collegata ad un aumento del rischio di cancro al seno, sovrappeso, danni al sistema nervoso e comportamenti anomali nei bambini.

L’esposizione principale al BPA avviene attraverso il cibo, in quanto la sostanza è presente nella plastica utilizzata per confezionare alimenti e bevande, nonché nel rivestimento interno delle lattine. Nonostante il divieto di utilizzare carta termica contenente BPA dal 2020, persistono preoccupazioni riguardo ai residui e al suo sostituto, il Bisfenolo S (BPS).

La ricerca europea

L’Agenzia Europea dell’Ambiente si è basata su dati provenienti dallo studio Human-Biomonitoring-Studie (HBM4EU), coinvolgendo 2.756 adulti in 11 paesi europei. I ricercatori hanno esaminato l’urina dei partecipanti identificando Bisfenolo A e i sostituti Bisfenolo S (BPS) e Bisfenolo F (BPF). I risultati sono allarmanti: tra il 71% e il 100% dei partecipanti ha superato i limiti consentiti di esposizione al BPA, evidenziando la vastità del problema.

Servono misure urgenti

Sebbene l’Unione Europea abbia introdotto misure restrittive sull’uso del BPA dal 2015, i dati attuali dimostrano che tali regolamentazioni sono insufficienti. Il divieto nei biberon dal 2011 e nelle bottiglie e confezioni per alimenti destinati ai bambini sotto i 3 anni dal 2018 non è stato evidentemente efficace nel contenere l’esposizione.

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L’EEA sottolinea la necessità di azioni immediate a livello comunitario per mitigare l’esposizione a sostanze chimiche come il BPA, che minacciano la salute di milioni di cittadini europei. Nonostante gli sforzi normativi, i dati di biomonitoraggio umano indicano livelli persistentemente elevati di esposizione, richiedendo una rivalutazione e un potenziamento delle strategie di protezione della salute pubblica.

Arriverà il bando al BPA?

Sembra inevitabile, dunque, un’accelerazione come quella ventilata appena tre mesi fa dalla Commissione europea che sta preparando un regolamento per vietare l’uso del bisfenolo A nei contenitori alimentari di plastica, e negli imballaggi rivestiti, un provvedimento che dovrebbe essere presentato all’inizio del 2024 in cui dovrebbero essere inserite anche norme per evitare di sostituire il bisfenolo A con altre sostanze dello stesso gruppo che si sono dimostrate nocive, e prevederà deroghe e periodi transitori per i produttori e gli utilizzatori.

La decisione dell’Efsa

La decisione della Commissione Ue arriva dopo il parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha ridotto di 20mila volte la dose tollerabile della sostanza chimica, per altro già vietata nei biberon dal 2011 ma tuttora utilizzato in moltissimi tipi di contenitori alimentari inclusi quelli riutilizzabili. Anche l’Agenzia Ue per le sostanze chimiche e l’Agenzia Ue per l’Ambiente, che ha pubblicato un rapporto recentemente, hanno raccomandato di agire.