La Gdf di Cosenza ha sequestrato 11mila cosmetici contententi Lilial, sostanza tossica per la riproduzione e bandita dal marzo 2022. In alcuni casi l’etichetta originaria era stata coperta con una nuova che non riportava la molecola vietata
Il comando provinciale di Cosenza della Guardia di Finanza ha sequestrato 11.414 prodotti cosmetici non conformi perché contententi Lilial (nome INCI: Buthylfenil Methylpropional o BMHCA) sostanza vietata dal 1° marzo del 2022 perchè considerata tossica per la riproduzione.
Prosegue l’attività investigativa della Gdf su tutto il territorio nazionale e i sequestri in provincia di Cosenza si aggiungono a quelli operati dalla Fiamme gialle nelle settimane scorse in altre regioni. Oltre alla notifica dei lotti sequestrati al Rapex, il sistema di allerta rapido europeo, l’indagine si è conclusa con la denuncia di 8 persone in violazione dell’articolo 3 del decreto legislativo 204 del 2015 che prevede il reato di commercio e detenzione di prodotti cosmetici contenenti sostanze nocive.
Spiega una nota della Gdf: “L’attività di indagine, condotta dai militari del Gruppo Sibari, trae origine dalla valorizzazione di risultanze investigative emerse all’esito di una capillare e accurata attività di controllo economico del territorio. In particolare, i finanzieri della componente specializzata “Antiterrorismo e Pronto Impiego”, ricostruendo analiticamente la filiera di distribuzione, hanno eseguito mirati controlli presso molteplici esercizi commerciali, una nota catena di negozi cosmetici e due centri di distribuzione“.
Tra i numerosi prodotti sequestrati ci sono profumi, bagnoschiuma, shampoo e prodotti per capelli, “rinvenuti dai finanzieri sugli scaffali degli esercizi commerciali controllati, pronti per essere acquistati dai consumatori finali”. In taluni casi, “l’originaria composizione del prodotto cosmetico era stata occultata attraverso l’apposizione di una nuova etichetta coprente, non riportante, nell’elencazione degli ingredienti, la molecola vietata“. Questa circostanza è alquanto preoccupante visto che, da giugno a oggi, non erano emersi casi analoghi, che espongono ancora di più il consumatore all’acquisto di prodotti tossici.
I finanzieri sono risaliti, attraverso il riscontro documentale, dai punti vendita ai centri di distribuzione. Qui spesso i prodotti erano pronti ad essere rispediti alla casa produttrice che li avrebbe sostituiti con prodotti di nuova formulazione (senza lilial) o avrebbe riconosciuto uno sconto sulle successive forniture. Tuttavia è incredibile come a distanza quasi di un anno e mezzo dal divieto di “detenere e vendere” cosmetici con la fragranza tossica ci siano ancora centinaia di migliaia di prodotti non conformi ancora da smaltire. L’industria, e le sue associazioni di categorie, dovrebbero favorire la pulizia del mercato e dare risposte più convincenti ai consumatori.
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