Insetti in un pacco di pasta Garofalo, da dove vengono?

Come già accaduto anni fa, un lettore ci segnala e documenta la presenza di insetti in un pacco di pasta Garofalo. L’azienda ha sempre sostenuto che la contaminazione è legata alla cattiva conservazione. Ma si può davvero escludere che qualche uovo sia sopravvissuto all’essiccazione?

La storia si ripete. Esattamente come aveva segnalato un altro lettore 4 anni fa e uno ancor prima, nel 2018, in redazione è arrivata una mail di segnalazione, con tanto di fotografie di dettaglio, di un pacchetto di pasta contaminato da insetti. E ancora una volta, esattamente come accaduto nell’altra occasione, si tratta di un prodotto Garofalo. Certo, tre casi in 5 anni non sono di certo una costante, ma cerchiamo di capire come possano accadere incidenti come questi.

Il particolare della confezione fotografata dal nostro lettore con gli insetti all’interno

La ditta produttrice, nei due casi precedenti aveva puntato il dito sull’inadeguata conservazione del prodotto una volta uscito dalla fabbrica. La Garofalo nel 2018 aveva ribadito che “Come già spiegato in occasione di un’altra segnalazione simile e come riportato sul nostro sito, i piccoli insetti e le uova eventualmente presenti nella materia prima non sopravvivono alle diverse fasi del processo di trasformazione industriale (macinazione, gramolatura, impastamento, compressione, trafilazione, essiccazione) per i caratteristici valori di pressione e temperatura che si sviluppano nel corso delle stesse. Pertanto, episodi di questo genere sono da riferirsi esclusivamente ad aggressioni al prodotto verificatesi durante il processo di conservazione, successivamente all’uscita del prodotto dalla fabbrica, oltre a possibili contaminazioni dovute allo stoccaggio promiscuo con altri tipi di alimenti (soprattutto quelli non trasformati, come cereali e farine) che rappresentano il fattore di rischio maggiore”.

Vale la pena sottolineare che questi ospiti indesiderati dal punto vista sanitario non dovrebbero spaventarci più di tanto.

Ma è possibile che una confezione integra e distante più di due anni dalla sua scadenza (come quella fotografata dal lettore) possa riempirsi di insetti dopo il confezionamento, come sostiene la Garofalo?

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All’epoca del secondo caso avevamo raccolto il parere del compianto professor Alberto Ritieni che aveva smentito una tale possibilità: “Se la confezione è integra e mai aperta – ci aveva detto – non può accadere che ci sia la deposizione di uova da parte di insetti. Gli insetti sono presenti nei pacchi chiusi sostanzialmente perché ci sono ab ovo ovvero ben prima che arrivino nella nostra dispensa“.

Anche sull’azione della temperatura, Ritieni aveva manifestato più di un dubbio: “I processi di essiccazione sono svolti alla temperatura massima di 75°C perché oltre avremmo delle paste stressate ma questo compromesso comporta che qualche uovo di insetto sopravviva e attenda che temperatura e umidità siano giuste per potere far sfarfallare gli insetti. Essendo un evento che non si può completamente prevenire, perché viceversa ciò comporterebbe un degradamento della qualità sensoriale e anche in parte nutrizionale del prodotto, quindi si accetta il rischio di qualche uovo sopravvissuto alla fase di produzione della pasta secca”.