Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del governo sulla cannabis che lo scorso agosto aveva imposto la vendita di Cbd masticabile solo in farmacia. Accolta la richiesta di un’associazione Imprenditori canapa Italia
Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del governo sulla cannabis che lo scorso agosto aveva imposto la vendita di Cbd masticabile solo in farmacia. Accolta la richiesta di un’associazione Imprenditori canapa Italia (Ici). L’udienza per discutere nel merito la questione è stata fissata dai giudici amministrativi per il 24 ottobre.
Contestato l’inserimento tra gli stupefacenti
Il decreto
Con il decreto, il ministero della Salute ha reintrodotto le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo (cbd) ottenuto da estratti di cannabis nella tabella dei medicinali acquistabili solo in farmacia.
Il decreto del 2020
Nel 2020, infatti, il decreto che inseriva il cbd nella lista dei medicinali da sostanze stupefacenti, veniva sospeso. Adesso il nuovo intervento del Governo elimina quella sospensione, con effetto a partire dal 20 settembre prossimo.
Il commento di Meglio Legale
Antonella Soldo, coordinatrice dell’Associazione Meglio Legale, la campagna per la legalizzazione della cannabis, ha commentato così la notizia: «Il provvedimento con cui il Tardel Lazio blocca il decreto Schillaci era prevedibile, oltre che scontato. Il Cbd, la molecola della cannabis che si voleva inserire nell’elenco dei medicinali stupefacenti, stupefacente non è. Non ha alcun effetto drogante e l’olio di Cbd è prodotto e venduto liberamente nel resto d’Europa. E c’è pure una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea a ribadire che così deve essere. Ora probabilmente questo governo si difenderà dicendo che pure i giudici del Tar Lazio sono troppo di sinistra, ma il punto è che quel decreto era un pastrocchio dal punto di vista giuridico e scientifico. E i giudici non potevano fare altrimenti. Ora vedremo cosa accadrà tra un mese, quando scade il periodo di sospensione. Il rammarico vero è per quelle migliaia di persone che lavorano in questo settore che subiscono una vera e propria persecuzione. Uno stigma che susciterebbe scandalo verso qualsiasi altra categoria di lavoratori, ma che questo governo porta avanti con nonchalance in nome di una guerra alla droga che è una farsa».
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