Quanto acrilammide contengono le patatine fritte dei fast food? È ciò che ha misurato un’analisi svizzera, trovando 13 prodotti abbondantemente sotto la soglia di pericolo. Spiccano, in senso negativo, le chips McDonald’s.
L’acrilammide è oramai uno dei contaminanti di processo più conosciuti e temuti. Di processo, perché non è contenuto naturalmente negli alimenti ma si forma quando i prodotti amidacei vengono riscaldati a oltre 120 gradi. Dunque un problema – data la sua più che probabile azione cancerogena per l’uomo – per tutti i prodotti a base di amidi (pane, biscotti, fette biscottate, prodotti panati, ma anche caffè e orzo) ma ancor di più per alcuni fritti.
Un pericolo che oramai le industrie conoscono bene, se non altro perché l’Europa ha preferito non fissare limiti stringenti e vincolanti di questo contaminante ma sollecitare i produttori a diminuire con diverse tecniche il contenuto di acrilammide negli alimenti.
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Nel nostro canale youtube potete trovare il video-viaggio in 4 puntate “Acrilammide il cancerogeno tabu” con la dottoressa Chiara Manzi, nutrizionista, oscar per la salute 2018 e massima esperta in Europa di Nutrizione Culinaria e autrice del libro Acrilammide, il cancerogeno tabù (Art Joins Nutrition Editore)
Roulette russa acrilammide
Con quali effetti? Un nuovo test della rivista svizzera KTipp ha misurato in laboratorio la quantità della sostanza tossica in 18 porzioni di patate fritte provenienti da catene di fast food, take-away e ristoranti. Risultato: 13 prodotti di patatine fritte contenevano meno di 200 microgrammi di acrilammide per chilo, livello molto inferiore ai 500 raccomandati in Europa e perfino sotto i 200 microgrammi, il valore più severo per le patatine fritte in discussione in una bozza del nuovo regolamento alimentare svizzero.
Il test di KTipp, però, accanto a notizie abbastanza rassicuranti per i consumatori mostra anche come non tutte le aziende siano in grado di contenere lo sviluppo di acrilammide. Non ci riesce, per esempio, il McDonald’s di Interlaken BE le cui patatine ne hanno fatto misurare 446 microgrammi.
“Il colosso del fast food dovrà migliorare significativamente i suoi processi di frittura” concludono i colleghi svizzeri.
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E se fosse in vigore il limite di 200 microgrammi, spiegano, in totale 5 dei 18 prodotti di patatine fritte testati avrebbero fallito, tra questi anche quelle di KFC, con un valore di 254 mcg. McDonald’s, consultata dalla rivista svizzera, si difende spiegando che le patate contengono più o meno amido e zucchero a seconda del raccolto. Pertanto sono possibili fluttuazioni nel contenuto di acrilammide. “Sarebbe difficile ottenere un valore di acrilammide costantemente basso.” Una versione per nulla confortante…