Deodoranti, l’alone del sospetto. Senza alluminio, ma gli altri ingredienti?

Il nostro test su 42 deodoranti senza alluminio ha trovato prodotti molto puliti accanto ad altri che contengono allergeni e potenziali interferenti endocrini. E perfino uno che si definisce “extra delicato” e che invece contiene una fragranza vietata in Europa dallo scorso anno perché cancerogena

Il cattivo odore di sudore ci fa sentire a disagio, specie se ci troviamo in luoghi chiusi a contatto con altre persone e ancora di più se fuori ci sono oltre 30° e bastano pochi minuti sotto il sole per vanificare gli effetti della doccia. In nostro aiuto la vasta offerta di prodotti, tra antitraspiranti e deodoranti, di varia tipologia e fragranza, che occupa gli scaffali dei supermercati al reparto cosmetici e igiene personale.
Scegliere il prodotto giusto non è facile: lo preferiamo roll on, spray, stick o sotto forma di crema? Profumato o più delicato? E se poi macchia i vestiti? E poi il dubbio più frequente: con o senza alluminio? La domanda è lecita, perché se è vero che i sali di alluminio presenti negli antitraspiranti riducono la fuoriuscita del sudore, raggiungendo l’obiettivo pubblicizzato dal prodotto, non mancano i dubbi sulla loro sicurezza per la salute.

I vecchi sospetti sull’alluminio degli antitraspiranti

Alcune ricerche realizzate nel corso degli anni hanno richiamato l’attenzione sulla potenziale correlazione tra i sali di alluminio e il rischio di sviluppare il cancro al seno. D’altra parte vi sono anche importanti voci della comunità scientifica che smentiscono questi dubbi e rassicurano i consumatori. Non a caso, in questa incertezza, sono tanti i prodotti che vantano una composizione senza alluminio, alcuni dei quali sono rintracciabili al supermercato grazie a diciture come “0% Aluminium” o “0% Sali”. Una scelta del produttore dovuta a un principio di precauzione o semplicemente alla necessità di andare incontro alle diverse richieste del consumatore? Anche qui, la domanda è lecita.

“Senza sali”, ma il resto?

A differenza dell’antitraspirante, il deodorante – che non contiene sali di alluminio – non limita la fuoriuscita del sudore, ma agisce sull’azione batterica, responsabile del cattivo odore, attraverso sostanze alcoliche ed altre con funzione antimicrobica; inoltre, copre i cattivi odori grazie alla presenza di profumo e fragranze di vario genere.
A tal proposito, abbiamo confrontato gli ingredienti di 105 prodotti di marche diverse, venduti in sei supermercati, riscontrando complessivamente 63 prodotti con sali di alluminio e 42 deodoranti senza.
Come potrete leggere dalle tabelle sui deodoranti pubblicate nel numero di agosto in edicola del Salvagente, il claim “free from aluminium” non sempre è sinonimo di sicurezza per la salute, tanto che abbiamo perfino trovato un deodorante con un ingrediente vietato dal 2022 eppure regolarmente esposto nei supermercati.

Il test sui deodoranti

La prima notizia del nostro confronto è che 42 dei 106 prodotti rilevati dal Salvagente non contengono sali di alluminio. Questo però basta a garantire un prodotto di qualità e sicuro per la salute? Ovviamente no, e non dobbiamo accontentarci neanche delle altre indicazioni sull’assenza di ingredienti sospetti. Per questo sui 42 deodoranti di questo test abbiamo consultato la letteratura scientifica e le banche dati esistenti per evidenziare sospetti di interferenza endocrina o possibili cause di reazioni allergiche. Vediamo cosa è emerso.

Fenossietanolo

Il Phenoxyethanol (come lo indicano i produttori) è un conservante sintetico, antimicrobico, autorizzato fino a un massimo dell’1% nei prodotti cosmetici finiti. Nel 2019 l’Ansm (Agenzia francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari) ha chiesto ai produttori di specificare sull’etichetta dei prodotti cosmetici senza risciacquo contenenti fenossietanolo che questi non siano utilizzati sulle parti intime dei bambini con età pari o inferiore a 3 anni. Da questa richiesta erano esclusi deodoranti, prodotti per i capelli e prodotti per il trucco. Secondo l’Echa (European Chemicals Agency) questa sostanza è nociva se ingerita, può provocare danni agli occhi e causare irritazione respiratoria.

Benzyl alcohol

È utilizzato come profumo e/o conservante ed è tra gli allergeni regolamentati dall’Europa. Per l’Echa è nocivo se ingerito e se inalato.

I sospetti interferenti

Il Cyclopentasiloxane un silicone utilizzato per la sua funzione emolliente, è vietato nei prodotti cosmetici a risciacquo in quanto pericoloso per l’ambiente. L’Echa lo ha classificato come Pbt (Persistente, bioaccumulabile e tossica); inoltre è incluso tra i candidati per la classificazione Svhc (ossia sostanze estremamente preoccupanti) per il sospetto di interferenza endocrina.
Il BHT, invece, è un fenolo, usato come antiossidante e sospettato di interferenza endocrina.
Il benzyl salicylate, infine, oltre a essere in grado di far sviluppare allergie è come il dimethicone molecola sospetta di interferenza endocrina.

Altre sostanze critiche

Sono soprattutto i Peg, per le possibili impurità tossiche legate ai processi di produzione a cui sono sottoposti.

Sostanze allergizzanti

Frequente è la presenza di Linalool, una fragranza considerata dall’Echa sensibilizzante per la pelle. Otre a questo ci sono diverse fragranze, alcune delle quali considerante potenziali cause di reazione allergica, e l’immancabile profumo.

L’elenco dei prodotti del test

Di seguito, in ordine alfabetico, i 42 prodotti che abbiamo testato. Le tabelle con i risultati e i giudizi le trovate nel numero di agosto del Salvagente.