Prosecco e pesticidi, il ministero della Salute non autorizza l’uso del clorpirifos

PROSECCO CLORPIRIFOS

Zanoni (Pd): “Vinta la battaglia: la Regione Veneto chiedeva la deroga per il clorpirifos da impiegare nei vigneti del Prosecco, il ministero ha detto no”. Il pesticida, considerato neurotossico per i bambini, è vietato in Europa dal 2020

Nessuna deroga all’uso del clorpirifos, il pesticida neurotossico per lo sviluppo, tristemente chiamato “nemico dei bambini“, e per questo bandito dal gennaio 2020 in Europa. L’autorizzazione straordinaria era richiesta dalle Regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia per il trattamento nei vitigni del Prosecco ma, dopo una dura battaglia portata avanti dagli ambientalisti, il ministero della Salute ha detto no.

“Mesi di incontri, lettere di protesta, interventi pubblici, interrogazioni in Consiglio regionale e in Parlamento, una grande manifestazione svolta il primo maggio e pure una petizione pubblica, hanno dato i frutti sperati: il ministero della Salute non ha autorizzato il Clorpirifos metile, il pesticida neurotossico che le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia volevano usare per trattare i vigneti del Prosecco”. A dirlo il consigliere regionale del Pd Veneto, Andrea Zanoni che evidenzia come “la conferma del fallimento della richiesta mai concessa è arrivata direttamente dai bollettini dei consorzi vitivinicoli veneti che hanno previsto il secondo e ultimo trattamento obbligatorio contro la cicalina a metà luglio con l’uso dei piretroidi, sempre pesticidi pericolosi ma consentiti dalla legge”.

Al centro della querelle il Clorpirifos metile, vietato da venti anni negli Usa e dal gennaio 2020 anni in tutta l’Unione europea, perché colpisce in particolare il cervello dei bambini delle mamme in gravidanza che vengono a contatto con questa sostanza, causando una consistente perdita di punti di quoziente di intelligenza e in certi casi anche rendendo disabili, sarebbe stato utilizzato per combattere l’insetto portatore del fitoplasma della Flavescenza dorata che colpisce i vigneti, lo Scaphoideus titanus conosciuto come ‘cicalina‘. Purtroppo la Regione Veneto si era dimostrata sorda anche alle possibili alternative biologiche attualmente esistenti e messe gratuitamente a disposizione da una nota azienda trevigiana produttrice di trattamenti per l’enologia.

L’esponente dem ringrazia “tutti i cittadini, le associazioni Legambiente, Isde Medici per l’ambiente, Colli Puri, Aiab, gli apicoltori e le loro associazioni, i produttori biologici, il Movimento Marcia Stop Pesticidi, la diocesi di Vittorio Veneto, i produttori e i loro consorzi, Ecor Natura Si, Il Salvagente, i media locali e quelli nazionali, che in questi mesi si sono interessati e mobilitati contro questo pesticida estremamente aggressivo e molto pericoloso per l’uomo e per tutti gli insetti utili come le api”.

“Quando ad inizio aprile – prosegue Zanoni in una nota – depositai un’interrogazione in Consiglio regionale contro la richiesta al ministero della salute di autorizzazione in deroga del Clorpirifos e di un secondo pesticida, il Thiametoxan, un neonicotinoide killer delle api, non avrei mai immaginato la notevole mobilitazione e presa di coscienza dell’opinione pubblica contro questo pesticida, una mobilitazione risultata vincente”.

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“Veneto nemico del biologico”

“Questa è sicuramente una battaglia vinta ma non va dimenticato che il Veneto purtroppo è una regione nemica della biodiversità e del biologico. Ogni anno vengono utilizzati una media di 3 chili e 3 etti di pesticidi per ogni abitante del Veneto pari ad un totale di 15,8 milioni di chili, con un aumento del 7% negli ultimi dieci anni. Per la Provincia di Treviso vengono utilizzati una media di 4 chili e 8 etti di pesticidi per ogni abitante pari ad un totale di 4,2 milioni di chili, con un aumento del 22% negli ultimi dieci anni. La superficie coltivata a biologico invece di aumentare come richiesto dall’Ue sta diminuendo. Nel 2020 – prosegue – avevamo il 6% di superfice coltivata a biologico con ben 48.000 ettari, l’ultimo dato ufficiale del maggio 2023 vede il 5% di superficie coltivata a biologico pari a 39.500 ettari, ovvero con una perdita di 8.500 ettari con un calo del 18%. Il tutto quando la media nazionale è di circa il 17,5% di superficie coltivata a bio mentre l’obiettivo dell’Unione europea è pari al 25% entro il 2030. Il Veneto in merito all’obiettivo Onu dell’Agenda 2030 sulla sostenibilità “Vita sulla Terra”, assieme alla Lombardia è la regione fanalino di coda d’Italia con un bollino rosso perché lontanissima dagli obiettivi di sostenibilità richiesti a livello internazionale. L’aumento incessante di superficie coltivata a vigneti con i sistemi chimici non potrà far altro che peggiorare la situazione. Negli ultimi 12 anni – conclude – siamo passati a livello di regione Veneto da 74.897 ettari a 101.165 con un aumento del 26% di superficie totale. Nello stesso periodo a livello di provincia di Treviso siamo passati da 28.156 ettari a 43.417 con un aumento del 35 % di superficie totale. Negli ultimi anni i rapporti Arpav sullo stato delle acque di falda e superficiali dimostrano un costante aumento di presenza di pesticidi in quantità lontanissime rispetto agli obiettivi guida di qualità Ue tra questi troviamo: Ampa, Glifosato, Metholachlor e Nicosulfuron”.