Sconto in fattura ristrutturazione casa: cos’è utile sapere

ristrutturazione

Che cosa si intende per sconto in fattura e quali sono i suoi sviluppi più recenti. La nuova normativa e le percentuali di sconto: cosa fare per beneficiarne.

In Italia negli ultimi anni sono stati molti gli interventi governativi volti ad incentivare il mercato edilizio. Ecco dunque che tra bonus e agevolazioni varie, gli esecutivi che si sono alternati alla guida del Paese hanno cercato di invogliare alle ristrutturazione e all’efficientamento energetico degli immobili facendosi carico, nella forma dell’incentivo fiscale, di alcune spese sostenute dai cittadini. Gli esempi in tal senso sono moltissimi, dal superbonus 110% (oggi 90%) all’ecobonus, passando attraverso tutti i vari bonus per la casa. I cittadini che svolgono dei lavori per la propria casa possono quindi contare su degli incentivi, i quali possono essere sfruttati in vari modi quali:

  • la detrazione nel 730 di parte di costi sostenuti;
  • la cessione del credito;
  • lo sconto direttamente in fattura.

Soffermiamo la nostra attenzione proprio su quest’ultima soluzione, quella dello sconto in fattura, in quanto rappresenta l’opzione decisamente più pratica, semplice e diretta da sfruttare per i contribuenti.

Agevolazioni sulle ristrutturazioni

Per comprendere a pieno il meccanismo che regola lo sconto in fattura su determinati lavori di ristrutturazione, molto utile è partire dalla disciplina generale di questo tipo di agevolazioni. Gli interventi di ristrutturazione edilizia incentivati dalle misure statali sono disciplinati dall’art. 16-bis del Dpr 917/86, in cui si fa riferimento alla possibile detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per lavori di ristrutturazione e fino ad un ammontare complessivo di 48mila euro per unità immobiliare. Su tale aspetto, tuttavia, va precisato che per i lavori di ristrutturazione e i relativi costi effettuati e sostenuti nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024 è prevista una detrazione maggiore, nella misura del 50%, con un’elevazione anche nel limite di spesa che passa a 96mila euro. Per chi sceglie la detrazione Irpef nel 730 è previsto che questa venga goduta dal contribuente non tutta insieme, ma in 10 rate annuali di pari importo. Appare evidente che, per quanto vantaggiosa, la detrazione Irpef abbia dei tempi molto lunghi, con il beneficio che potrebbe anche non essere percepito del tutto da parte del cittadino che ha sostenuto le spese di ristrutturazione. Ecco dunque che non di rado i contribuenti che possono beneficiare dell’agevolazione optano per altre vie consentite dalla legge. Si tratta, più nel dettaglio:

  • della cessione del credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante;
  • dello sconto direttamente in fattura sull’importo dovuto al fornitore. Tale risparmio sarà di pari ammontare rispetto al beneficio che si sarebbe ottenuto con la detrazione, ma avrà il non trascurabile vantaggio di poter essere sfruttato immediatamente dal contribuente. L’impatto sulle proprie finanze, infatti, sarà subito percepito e non si dovranno attendere 10 anni come nel caso della detrazione. Si sottolinea tuttavia che lo sconto in fattura ha subito di recente delle importanti modifiche che ne hanno di fatto indebolito l’applicabilità.

Lo sconto in fattura, le novità 2023

Come si diceva in precedenza, il meccanismo che regola lo sconto in fattura legato ai lavori di ristrutturazione edilizia è stato fortemente modificato e limitato da recenti interventi governativi. Più nel dettaglio, il d. l. 11/2023 ha previsto un stop totale dell’opzione per determinate tipologie di interventi, lasciando ai cittadini esclusi soltanto la possibilità della detrazione Irpef (visto che anche la cessione del credito ha subito delle limitazioni). In questo discorso una data molto importante da tenere a mente è quella del 16 febbraio 2023, in quanto ultimo giorno di riferimento per la concessione dello sconto direttamente in fattura. Solo chi, entro la data, ha avviato dei lavori di ristrutturazione potrà ancora sfruttare l’opzione, mentre per tutti gli altri, ovvero chi ha dato il via ai lavori dal 17 febbraio 2023 in poi, resta soltanto la possibilità della detrazione nel 730. È il cosiddetto decreto cessione crediti, approvato in via definitiva dal Senato il 5 aprile 2023. Questo, entrando più nello specifico, ha previsto:

  • la conferma per la proroga della scadenza per il superbonus 110% sulle villette unifamiliari. Da tale scelta deriva la regola che potranno sfruttare l’agevolazione soltanto coloro che entro il 30 settembre 2023 (e non entro il 30 marzo 2023) hanno effettuato lavori li lavori ristrutturazione a condizione che almeno il 30% dei lavori, il cosiddetto primo Sal, sia stato completato entro il 30 settembre 2022;
  • l’applicazione dell’opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito per il superbonus solo ai casi in cui la Cilas sia stata presentata antecedentemente rispetto al 17 febbraio 2023;
  • resta invece sempre possibile la cessione del credito per i lavori volti all’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • viene data la possibilità di portare in detrazione di 10 anni le spese sostenute nel 2022. Questo vuol dire che dalla dichiarazione dei redditi 2024 i cittadini che ne hanno diritto potranno optare per la suddivisione dell’importo detraibile in 10 rate annuali anziché in 4, estendendo così la platea dei contribuenti con capacità contributiva utile allo sfruttamento dell’intero beneficio della detrazione;
  • le banche possono ora convertire i crediti acquisiti in Btp a dieci anni in quei casi in cui abbiamo esaurito la capacità fiscale per le compensazioni.

E ancora, il decreto cessione crediti ha portato delle importanti novità anche per quanto riguarda l’edilizia libera. Più nello specifico si potrà utilizzare lo sconto in fattura e la cessione per l’acquisto di caldaie e infissi contrattualizzati entro il 16 febbraio 2023. In questo caso sarà necessario che l’accordo tra le parti sia dimostrabile, con l’avvenuto versamento di un acconto entro la suddetta data. Nel decreto è inoltre prevista una norma salva-crediti 2022 che permette di estendere fino al 30 novembre 2023 la possibilità di inviare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate riguardante la cessione dei crediti maturati nel 2022, attraverso una sanzione di 250 euro.

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Quando si può utilizzare lo sconto in fattura

Nel rispetto dei nuovi requisiti previsti dal decreto cessione dei crediti, lo sconto in fattura di importo pari alla classica detrazione fiscale riportata in dichiarazione dei redditi, viene concesso per i lavori rientranti negli interventi previsti:

  • dal bonus ristrutturazione, che interessa nello specifico gli interventi di manutenzione e ristrutturazione delle parti comuni di edifici condominiali e la manutenzione straordinaria sulle singole unità immobiliari;
  • dall’ecobonus, rivolto agli interventi di efficientamento con riduzione del  fabbisogno energetico, miglioramento termico dell’edificio, pannelli solari, sostituzione di impianti di riscaldamento;
  • dal sismabonus, che agevola gli interventi di riduzione del rischio sismico nelle zone 1, 2 e 3, in base alla classificazione del rischio sismico;
  • dal bonus facciate, che prevede interventi per il recupero o il restauro della facciata di edifici già esistenti;
  • del bonus fotovoltaico, specifico per l’installazione di impianti solari fotovoltaici;
  • del bonus colonnine di ricarica, atto all’installazione di impianti per la ricarica dei veicoli elettrici.

Il meccanismo dello sconto in fattura

Come si diceva in precedenza, lo sconto in fattura rappresenta un’opzione più facile, pratica ed immediata per poter beneficiare delle agevolazioni previste dai diversi bonus casa e ristrutturazione. Il cittadino che sceglie, o per meglio dire sceglieva, questa opzione, ha un beneficio istantaneo e, rispetto ad esempio al caso della detrazione, non dovrà aspettare dei tempi lunghi per poter percepire l’impatto positivo derivante dall’agevolazione fiscale. Per poter utilizzare lo sconto in fattura il primo passo è quello di individuare delle aziende fornitrici del bene o servizio che siano disposte ad operare secondo tale modalità. Una volta che si trova un realtà economica compatibile all’esigenza, sarà lo stesso fornitore a gestire l’intera pratica avvalendosi della collaborazione di professionisti in grado di produrre i documenti necessari. Andranno eseguiti degli studi di fattibilità così come il contratto di affidamento dei lavori e, solo dopo, potrà partire il cantiere e dovrà essere comunicato all’Agenzia delle Entrate l’esercizio dell’opzione dello sconto in fattura. Seguendo questo iter l’azienda erogatrice del bene o servizio potrà recuperare il contributo statale concesso in forma di sconto fiscale. Poniamo il focus sulla comunicazione dello sconto in fattura che, per legge, deve essere inviata dal professionista che rilascia il visto di conformità. Solo nel caso di lavori che non prevedono asseverazioni, e dunque quelli di edilizia libera o di valore inferiore a 10mila euro, la comunicazione potrà essere fatta direttamente dal contribuente. Da tale eccezione trova esclusione il bonus facciate in quanto necessità sempre di un visto e dell’attestato di congruità. E ancora, in caso di lavori che interessano le parti comuni di un edificio, la comunicazione dello sconto in fattura può essere inviata dall’amministratore di condominio o dal condomino incaricato. In tutti i casi descritti il destinatario della comunicazione è l’Agenzia delle Entrate, con l’invio che deve avvenire attraverso il portale web dedicato. Una volta entrati nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, chi deve effettuare la comunicazione deve seguire il seguente percorso: La mia scrivania / Servizi per / Comunicare > “Comunicazione opzioni per interventi edilizi e Superbonus”. In alternativa, la comunicazione dello sconto in fattura può essere compilata attraverso lo specifico software ed essere in seguito inviata attraverso Entratel o Fisconline.

Il valore dello sconto in fattura e come agisce nei vari bonus

Un fattore molto rilevante dello sconto in fattura è relativo al suo valore. Questo, infatti, può arrivare fino ad un importo massimo pari al valore complessivo della fattura, anche se in ogni tipologia di agevolazione si seguono dei parametri differenti. Entrando più nel dettaglio:

  • con il superbonus e il sismabonus lo sconto in fattura ha un importo equivalente a quello della detrazione, anche se è previsto che non possa superare l’importo della fattura stessa. Più nello specifico, quando si è in presenza di superbonus o sismabonus al 110%, lo sconto in fattura viene concesso nella misura del 100% della fattura, con il 10% restante della detrazione che genera un credito alla ditta o al fornitore che ha praticato lo sconto. Quest’ultimo potrà essere riscosso dal fornitore con il meccanismo della compensazione fiscale. Quando, invece, il superbonus è previsto nella misura del 90%, è il fornitore a decidere l’importo dello sconto applicato;
  • con l’ecobonus lo sconto in fattura ha un importo che è pari al valore della detrazione. Concedendo l’ecobonus una detrazione del 50% o del 65% per i lavori di efficientamento energetico che non rientrano nel superbonus, la stessa percentuale verrà applicata allo sconto in fattura ottenibile;
  • anche con il bonus ristrutturazione lo sconto in fattura ha un importo uguale a quello previsto della detrazione, e dunque del 50%. L’agevolazione permette quindi di effettuare un pagamento pari alla metà della fattura addebitata. Tale caso interessa nello specifico i lavori agevolati di manutenzione e recupero edilizio.

Sconto in fattura o cessione del credito?

Il più volte citato decreto cessione dei crediti è intervenuto dando un taglio netto alle opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito. Queste due modalità di fruizione delle agevolazioni fiscali concesse dai bonus edilizi, benché assimilabili nel più facile ed immediato godimento del beneficio cui si ha diritto, sono tra loro molto differenti. Nel caso della cessione del credito, infatti, gli stessi crediti vengono monetizzati attraverso la loro cessione a soggetti terzi che, a loro volta, hanno facoltà di poterli rivendere o utilizzarli come anticipo o rimborso totale della fattura della ditta che esegue i lavori. A lungo si è dibattuto su quale possa essere l’opzione più vantaggiosa per beneficiare delle agevolazioni fiscali, ma la risposta è che ognuna delle alternative ha dei punti di forza non trascurabili. Iniziamo col dire che entrambe permettono di godere subito dell’importo totale dell’agevolazione, cosa che invece non avviene con la detrazione decennale. Lo sconto in fattura, dal canto suo, può poi permettere a chi esegue dei lavori di non dover corrispondere (in totale o in percentuale) le somme dovute per i lavori, mentre la cessione del credito rappresenta un utile strumento per incentivare e velocizzare gli interventi edilizi.