Processo al prosecco: il test del Salvagente su 18 bottiglie di bollicine

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È il vino italiano più venduto al mondo, re incontrastato di brindisi e aperitivi. Ma per scegliere bene il prosecco non basta la prova dell’assaggio. Per questo abbiamo cercato pesticidi e solfiti in 18 delle bottiglie più vendute

 

li anni passano e con loro cambiano le mode, anche in campo gastronomico. Ma il prosecco rimane il re dei vini italiani, almeno stando ai numeri. Le bollicine venete infatti, anche nel 2022, si confermano al primo posto tra le vendite all’estero, secondo i dati Nomisma: l’export sfiora quota 274 milioni di litri, pari a un incasso di 1,15 miliardi di euro, sugli 8 miliardi di tutto il comparto. E visto che il successo si mantiene immutato, il Salvagente si è chiesto se dal primo confronto eseguito nel 2018 fosse cambiato qualcosa anche dal punto di vista qualitativo. Così, questa volta, abbiamo mandato in laboratorio 18 bottiglie di prosecco, alla ricerca di sostanze importanti per il giudizio complessivo, come i solfiti, che se abbondano possono causare mal di testa e di stomaco, o come i pesticidi, alcuni dei quali dannosi per la salute. I marchi testati sono: Martini (Doc e Doc bio), Astoria millesimato Doc, Carpenè Malvolti Docg, la Gioiosa Docg e Doc bio, Bortolomiol senior Docg, Il Greto (Eurospin) Doc, Allini (Lidl) Docg, Maschio Docg, Mionetto Docg, Sant’Orsola Doc e Doc bio, Valdo Docg e Doc bio, Villa Sandi Doc e bio Doc, Zonin Doc.

I pesticidi trovati

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E se, per quanto riguarda i solfiti, i livelli continuano a oscillare tra i 100 e i 200 milligrammi al litro (limite massimo, quest’ultimo, consentito per legge), se prendiamo in considerazione i pesticidi il quadro è un po’ migliorato. Mentre nel numero di giugno 2018 contavamo una media di 6 residui diversi per bottiglia, con un record di 7 sostanze chimiche nello stesso prodotto, nel nuovo test al massimo abbiamo trovato 4 sostanze nell’unico vino giudicato come mediocre, La Gioiosa Valdobbiadene prosecco superiore (cantina che invece primeggia con la linea bio). Fortunatamente, in nessun caso, la presenza di fitofarmaci ha superato i limiti consentiti per legge. Tra quelle trovate, resistono però alcune sostanze considerate problematiche per la salute, come folpet, boscalid, metalaxil e pyrimethanil. Anche in questo caso, come per altri test su altre categorie merceologiche, registriamo con piacere che il biologico mantiene quanto promesso: nessuna delle cinque bottiglie bio ha fatto rilevare tracce di sostanze chimiche, aspetto che le ha aiutate ad aggiudicarsi i giudizi migliori. Questa volta, inoltre, abbiamo voluto inserire anche la valutazione di un sommelier professionista, in modo da aiutare il consumatore a scegliere non solo in base alla qualità “chimica” ma anche a quella degustativa. I risultati finali, dunque, appaiono sicuramente migliori rispetto a 5 anni fa, anche se, come raccontiamo in queste pagine, la questione dell’uso massiccio dei pesticidi per produrre prosecco, è ancora viva, tanto da scatenare le proteste degli abitanti della zona. 

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Pesticidi e solfiti, cosa resta nel nostro calice

Le analisi di laboratorio sui 18 campioni di prosecco che il Salvagente ha commissionato, hanno dato risultati migliori rispetto a quelli assegnati nel 2018, ma nonostante i giudizi complessivi siano mediamente positivi (solo un prodotto è stato giudicato mediocre), anche questa volta abbiamo trovato sostanze che sarebbe meglio non ci fossero. Vediamole insieme alle altre voci prese in considerazione per il giudizio finale, come i solfiti e le valutazioni del sommelier Giovanni Vattani sul gusto, sull’odore e sul colore di ognuna delle 18 bottiglie testate.

Solfiti (limite 200 mg/l)

Usati come conservanti nel cibo e nelle bevande, soprattutto per prevenire l’ossidazione, nel vino sono aggiunti soprattutto sotto forma di anidride solforosa, anche se in una minima parte sono presenti anche naturalmente in quanto prodotto della fermentazione alcolica. In generale i vini bianchi ne contengono più dei rossi e le bollicine non fanno eccezione a questa regola. Sono inseriti tra gli allergeni e la loro presenza, se supera i 10 milligrammi per litro, va indicata in etichetta. Cosa che fanno tutti i produttori sulle bottiglie che abbiamo esaminato. Nessun bottiglia supera la soglia limite, ma tutte si aggirano sopra i 100 mg/l. Va ricordato che una elevata presenza di solfiti in un vino causa il classico mal di testa post-bevuta.

Folpet (limite 20 mg/kg)

Si tratta di un fungicida utilizzato per evitare questi parassiti nell’uva. Praticamente tutti i nostri campioni, a parte quelli bio, risultano contaminati dal Folpet. Derivato da ftalimmide e triclorometilsolfonile cloruro, è efficace contro peronospora, muffa grigia, escoriosi. È tossico per gli organismi acquatici, sospetto interferente endocrino e sospetto cancerogeno per l’uomo.

Boscalid (limite 5 mg/kg)

È un fungicida della classe Sdhi. Fino qualche anno fa era considerato a bassa tossicità, ma uno studio del 2019, pubblicato su Plos one, ha messo in evidenza in particolar modo come le cellule dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer o malattie respiratorie-mitocondriali sono iper-sensibili alle Sdhi, e quindi questa categorie sono ancora più a rischio. Nel nostro test, fortunatamente, è stato trovato solo in tracce, dunque in una quantità minima, che potrebbe essere dovuta a contaminazione accidentale da campi vicini.

Metalaxil (limite 1 mg/kg)

È un fungicida sistemico considerato da alcuni studi pericoloso per l’ambiente ed è un sospetto mutageno (Echa, 2016). Nei nostri test di laboratorio abbiamo rilevato la presenza di Metalaxyl e Metalaxyl-m, secondo solo al Folpet come presenza.

Pyrimethanil (limite 5 mg/kg)

Il pyrimethanil è un fungicida ad ampio spettro spesso applicato ai semi. È associato a una possibile tossicità per fegato, reni, ghiandole surrenali, vescica e tiroide e secondo l’Epa. (l’Ente di protezione ambientale statunitense)  Inoltre, è considerato un possibile cancerogeno per l’uomo.

Dimetomorf (limite 3 mg/kg)

Fungicida impiegato nella lotta contro peronospora della vite e marciumi da phytophtora. Dalla letteratura scientifica non risultano particolari pericoli dal punto di vista cancerogeno per gli esseri umani, ma è dannoso per l’ambiente.

Fenhexamid (Limite 1,5 mg/Kg)

Secondo il dossier “Stop Pesticidi 2022” di Legambiente, insieme a Metalaxyl e Dimetomorf, il Fenhexamid è il pesticida più trovato nella frutta. È un fungicida tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.

Assaggio

Il sommelier che abbiamo contattato per questo test ha assaggiato in sequenza tutti i 18 campioni valutati. L’operazione è avvenuta con totale oscuramento delle bottiglie e apertura lontana dalla vista dell’esperto, in maniera tale che il giudizio fosse del tutto imparziale. Il sommelier ha compilato per ogni campione una scheda composta da 27 voci e divisa in quattro esami: visivo, olfattivo, gustativo e sulle sensazioni retro olfattive, compilando un giudizio complessivo unico basato su queste prove.