Neonato letargico: cos’è utile sapere

neonato letargico

Il bambino dorme troppo? Non è sempre il caso di preoccuparsi. Il neonato letargico può nascondere altre problematiche, facilmente risolvibili. Ecco cosa sapere e come intervenire

Quanto dovrebbe dormire un bambino? Quando preoccuparsi se dorme troppo? Quando possiamo parlare di neonato letargico? Il sonno è un tema da sempre dibattuto, soprattutto quando la creatura, venuta alla luce, non ha ancora la possibilità di manifestare un disagio, tramite i segni e la facoltà della parola.

Inoltre, questa condizione può essere confusa o sottovalutata davanti a rischi di una possibile sindrome della morte in culla (Sids).

Facciamo un po’ chiarezza perché alcuni segnali e comportamenti possono evitare inutili stress e ansie, e disturbi per il futuro.

Quanto devono dormire i bambini?

Intanto è importante sapere che:

·        I neonati dormono per molto tempo

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Sul Manuale medico Msd si fa riferimento a una normalissima immaturità del sistema nervoso neonatale. Tuttavia, i bambini in genere dormono solo 1 o 2 ore per volta, senza riferimento al giorno o alla notte.

 

·        Cosa accade dopo un mese dalla nascita

A partire dalla quarta/sesta settimana di vita, molti neonati hanno un ciclo di 4 ore di veglia e 4 ore di sonno.

 

·        Dai 4 mesi di vita in poi

Dai 4 ai 6 mesi di vita, i lattanti cominciano a dormire rispettando il ritmo giorno-notte. Entro il primo anno, la maggior parte dei bambini dorme 8-9 ore consecutive per notte.

 

Quali sono i disturbi del sonno più frequenti

I disturbi del sonno sono comuni e si verificano in diversi momenti nel corso dei primissimi anni. I fattori che influenzano l’andamento del pisolino variano in base all’età. A 9 mesi dalla nascita e di nuovo intorno ai 18 mesi i disagi diventano più comuni per diversi motivi:

·        Perché si sviluppa ansia da separazione;

·        Perché i bambini possono spostarsi in modo indipendente e controllare il proprio ambiente;

·        Possono fare lunghi sonnellini pomeridiani;

·        Possono essere sovrastimolati durante il gioco, prima di coricarsi;

·        Per via degli incubi notturni che tendono a diventare più comuni grazie all’accumulo di esperienza.

 

Quando il neonato è letargico

Nei primi mesi può essere normale che il bebè dorma più del solito. Non c’è da allarmarsi, poiché in genere dipende da fattori fisiologici, quali:

·        Crescita intensa;

·        Malanni passeggeri come un normale raffreddore;

·        Vaccinazioni;

·        Scarsa qualità della dormita;

·        Respirazione difficoltosa.

Al contrario, possiamo considerare il neonato letargico, quando il sonno profondo è accompagnato da altri sintomi. Alcuni dei motivi più comuni per cui un bambino in buona salute può dormire più del solito possono includere:

·        Itterizia (Noteremo una pelle di colore giallastro e un’ombra gialla nella parte bianca degli occhi);

·        Problemi di alimentazione (Per esempio, mangiano poco, soprattutto quando sono allattati al seno);

·        Scarsa idratazione (Dipende spesso dal fatto che non mangiano abbastanza e quindi tendono a disidratarsi facilmente);

·        Irritabilità.

 

Quando non mangia abbastanza

Il sospetto di letargia può subentrare soprattutto quando il piccolo è allattato al seno o assume latte artificiale, ma non mangia abbastanza. In questi casi i segnali da non sottovalutare sono quelli di un bambino che:

·        Appare letargico e poco ricettivo agli stimoli;

·        Dopo 6 settimane non prende peso;

·        Sporca meno di 4 pannolini al giorno;

·        È irritabile o poco tranquillo dopo la poppata.

 

Altri sintomi da non sottovalutare

Un bambino che dorme troppo, in alcuni rari casi potrebbe presentare delle patologie, quali:

·        Respirazione difficoltosa;

·        Disturbi cardiaci.

Accade principalmente ai piccoli nati prematuri.

Come capire se è disidratato

Un neonato che dorme troppo potrebbe soffrire di disidratazione, specie quando dorme tutto il giorno. I sintomi di questa condizione si manifestano con:

·        Urina di colore scuro;

·        Labbra e lingua secche;

·        Pianto senza lacrime;

·        Occhi infossati;

·        Meno pannolini bagnati.

 

Quando dorme troppo rischia la sindrome della morte in culla?

I disturbi del sonno, o la letargia, possono essere confusi con la paura che il bambino stia morendo in culla. Più precisamente è il caso della Sids (sindrome della morte in culla o sindrome della morte improvvisa del lattante).

In realtà non c’è alcuna correlazione tra il sonno profondo o apparentemente eccessivo e il pericoloso di morte improvvisa e inaspettata, che comunque avviene solitamente durante il sonno e può colpire un lattante apparentemente sano di meno di 1 anno. Tanto è vero che le cause della Sids sono ancora oggi sconosciute, tuttavia può essere prevenuta, con azioni concrete, quali:

·        Far dormire i lattanti supini, rimuovere dalla culla cuscini, paraurti e giocattoli;

·        Prevenire pericolosi aumenti di temperatura nei bambini (Meglio evitare il surriscaldamento causato da coperte o dal riscaldamento della stanza);

·        Evitare biancheria da letto morbida e materassi ad acqua;

·        Proteggerli dal fumo passivo.

 

Come devono dormire i neonati e cosa devono fare i genitori

La letargia può essere prevenuta favorendo il miglior sonno possibile nel piccolo. Ecco alcune azioni pratiche che i genitori dovrebbero mettere in atto:

·        Aiutare i lattanti a dormire la notte cullandoli e tenendoli in una stanza buia, il che è importante per il normale sviluppo della vista;

·        Incoraggiarli precocemente ad addormentarsi da soli e non in braccio ai genitori. In questo modo saranno in grado di stare tranquilli in caso di risveglio notturno;

·        Condividere la stanza senza dormire nello stesso letto (Consente ai genitori di essere fisicamente vicini al neonato per comodità di alimentazione o di controllo, ma è più sicura della condivisione del letto o del far dormire il neonato da solo in una stanza diversa). Questo riduce anche il rischio di Sids. I medici sostengono che nei primi mesi di vita condividere la stanza senza dormire nello stesso letto sia la soluzione migliore per genitori e neonato;

·        Evitare cuscini, materassi e piumini soffici e morbidi, ma anche giocattoli o coperte pesanti, che possano bloccare la loro respirazione;

·       Farlo dormire in posizione supina;

·        Il materasso dovrebbe essere rigido e della misura esatta della culla/lettino e sufficientemente rigido e andrebbe evitato l’uso del cuscino;

·        Dovrebbe essere sistemato con i piedi che toccano il fondo della culla o del lettino, in modo che non possa scivolare sotto le coperte, che dovrebbero essere ben rimboccate sotto il materasso (il “sacconanna” può rappresentare una valida alternativa);

·        Sulla superficie dove il bambino dorme non dovrebbero esserci oggetti (es. cuscini, trapunte, piumini, paracolpi, giocattoli di peluche, cordine, piccoli giochi);

·       Dare il succhiotto mentre dorme può favorire la regolarità del sonno, ma prima è necessario che abbia almeno 1 mese o si sia abituato all’allattamento al seno);

·       Far dormire i propri bambini sulla schiena, in posizione supina;

·       Non fumare durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino;

·       Far dormire il bambino in un ambiente a temperatura adeguata, né eccessivamente caldo né troppo freddo, e con sufficiente ricambio di ossigeno.

 

L’igiene del sonno infantile

Alcune abitudini comuni, ritenute scorrette dai medici, andrebbero evitate, per non compromettere la spontanea naturalezza del sonno. Gli esperti la chiamano igiene del sonno infantile. I genitori dovrebbero evitare di:

·       Cullarlo in braccio fino all’addormentamento;

·       Mantenere un contatto fisico durante l’addormentamento;

·       Farlo addormentare in posti diversi dal lettino o in machina;

·       Allattarlo o idratarlo durante l’addormentamento;

·       Somministrare tisane o camomilla per facilitare il sonno;

·       Farlo stancare prima dell’ora dell’addormentamento;

·       Farlo dormire a pancia in giù;

·       Fare il bagnetto prima di andare a letto.

 

Le favole della buonanotte

Più che la quantità del sonno, è importante la qualità. Il bambino deve essere accompagnato con dolcezza e armonia, evitando distrazioni e stimoli eccessivi che possano poi avere ripercussioni sullo sviluppo e sulla crescita.

Addormentarsi è un passaggio fra due diversi stati: la veglia e il sonno. I bambini possono farsi aiutare ad affrontare questo passaggio da alcuni oggetti. I giocattoli che portano a letto con loro sono oggetti significativi che danno sicurezza nel momento di lasciarsi andare e perdere il controllo della situazione.

La stessa funzione rassicurante può essere svolta anche dai rituali che spesso accompagnano il momento di andare a letto: la fiaba, la ninna nanna, ma anche il bicchiere d’acqua, il bacino della buonanotte e le rassicurazioni, a volte ripetitive, che i bambini richiedono.

Sono diversi i disturbi che possano influenzare il dolce dormire. I pediatri dell’Ospedale Bambino Gesù hanno catalogato i più frequenti:

·       Lo svezzamento;

·       La paura dell’estraneo;

·       La dentizione;

·       Malattie in famiglia;

·       Conflitti fra i genitori;

·       Eccessiva assenza della mamma durante il giorno;

·       Esposizione agli apparecchi elettronici e multimediali.

 

Meno schermi e più attività fisica

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha diffuso alcune linee guida su attività fisica, comportamento sedentario e sonno, che riguardano anche i neonati. Le autorità sanitarie raccomandano:

·       Divieto assoluto di restare fermi davanti a uno schermo per i bambini da 0 a 2 anni, mentre dai 2 ai 4 anni i bimbi non dovrebbero essere mai lasciati per più di un’ora a guardare passivamente lo schermo televisivo o di altro genere, come cellulari e tablet;

·       Attività fisica diverse volte al giorno, compresa mezz’ora in posizione prona, per i piccoli fino a 1 anno di età;

·       Favorire 14-17 ore di sonno totale al giorno ai neonati;

·       Almeno 3 ore di attività fisica giornaliera e 11-14 ore di sonno totale per i piccoli da 2 a 4 anni.

 

Il problema è che si tende a dormire sempre meno

Dunque, non deve sempre spaventarci se un bambino ci sembra che stia dormendo troppo. Dormire fa parte della crescita e anche periodi di difficoltà del sonno possono rientrare nella normale maturazione.

Divenire via via più consapevoli di sé stessi o della relazione esistente fra i genitori, può, ad esempio, provocare stati di ansietà passeggeri che rendono difficile il sonno del bambino o che possono provocargli degli incubi. Ma un sonno agitato può anche essere semplicemente un segno di eccitazione per le conquiste del giorno appena trascorso.

Anzi, casomai il problema che si sta imponendo da tempo è il contrario: dopo i primi mesi i bambini tendono a dormire sempre meno. Nel 2018 è stato lanciato il progetto “Dormire bene per Crescere Bene” a cura della SICuPP (Società Italiana Cure Primarie Pediatriche). L’iniziativa era finalizzata ad aumentare le conoscenze dei pediatri di famiglia affinché possano fornire ai genitori indicazioni utili per favorire una più corretta igiene del sonno dei bambini. La prevenzione nel primo anno di vita del bambino è importante. Così come è importante ridurre lo stress dei genitori.

Si stima che nel mondo industrializzato e invaso dagli stimoli elettronici della tecnologia avanzata, 1 bambino su 4 al di sotto dei 5 anni soffra di insonnia e disturbi del sonno. Rispetto a 100 anni fa i bambini nel mondo occidentale dormono in media 2 ore in meno. Ritmi frenetici, aumento delle luci artificiali (inquinamento luminoso nelle città), utilizzo di apparecchi elettronici: sarebbero queste le principali cause.

 

I problemi si complicano quando crescono

In realtà, la gestione del sonno si fa più complicata superati i primi mesi di vita. Dall’Ospedale Bambino Gesù ricordano che i neonati dormono molto, ma ben presto, crescendo, riescono a stare svegli per periodi più lunghi che non saranno solo impiegati per alimentarsi, ma anche per essere accarezzati dai genitori, per guardarsi, sorridersi, “parlare” con loro. Più avanti nella crescita possono iniziare a verificarsi incubi che spesso rappresentano progressi nel processo di maturazione mentale e dell’immaginazione creativa del bambino.

 

Intorno al terzo anno di età chiamano spesso i genitori dopo essere stati messi a letto o esprimono la paura del buio: è una fase normale nello sviluppo infantile e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori. L’ingresso nella scuola materna, l’affidarsi a figure adulte diverse (la maestra) avvengono infatti in questo periodo; forse andare a letto e addormentarsi può rappresentare un altro distacco dai genitori.

Ma, come afferma lo psicoterapeuta inglese Dilys Daws:

I genitori sono i guardiani del sonno dei loro figli.

Devono perciò aiutare i bambini a superare questi momenti, così come li aiutano e accompagnano nel crescere in vista di una futura indipendenza.