Presentato ClearFarm, il progetto Ue per rendere trasparente il benessere animale negli allevamenti

benessere animale

Presentato il progetto ClearFarm, che prevede una piattaforma europea per rendere accessibili ai consumatori i dati sul benessere animale raccolti negli allevamenti con sensori e tecnologia di precisione. Intanto, trapela la bozza della proposta che Bruxelles farà per migliorare le condizioni di vita dei capi

Presentato il progetto ClearFarm, che prevede una piattaforma europea per rendere accessibili ai consumatori i dati sul benessere animale raccolti negli allevamenti con sensori e tecnologia di precisione. Durante un webinar dedicato a ClearFarm, la professoressa Elisabetta Canali del dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali dell’Università di Milano, ha spiegato in cosa consiste il progetto finanziato dall’Ue, a cui hanno partecipato i ricercatori di  sei atenei europei, tra cui quello lombardo.

L’algoritmo di precisione

Il progetto ClearFarm si basa sull’utilizzo della tecnologia in allevamento per ottenere informazioni sul benessere animale negli allevamenti suini e lattiero-caseari attraverso uno specifico algoritmo, consentendo il monitoraggio dello stato fisiologico o di salute di ciascun animale e offrendo uno strumento di precisione per tracciare il benessere animale lungo tutta la filiera.

Sensori e analisi

“Tramite sensori inseriti in dei collari, ma anche analisi della saliva e del pelo, riusciamo a raccogliere informazioni precise su quanto si muove una mucca, se è in salute o se zoppica, se è alimentata bene. In Italia abbiamo sperimentato il sistema con la collaborazione di due allevamenti in Lombardia. La mole di dati viene elaborata da un algoritmo che abbiamo messo a punto, il quale restituisce in maniere aggregata e comprensibile, secondo una scala di voti, sia per gli allevatori che per i consumatori la qualità del benessere animale”, spiega Elisabetta Canali.

L’obbiettivo di un’etichetta parlante

L’obbiettivo è quello di mettere a disposizione lo strumento di precisione per produttori che tramite un Qr code sull’etichetta, per esempio, potrebbero rendere le informazioni sul benessere animale dei propri capi anche ai consumatori. “Ci rendiamo conto – aggiunge Canali – che perché le aziende decidano di adottare strumenti come questo c’è la questione dei costi da sostenere. Ma al di là di questo, è un progetto che abbiamo sviluppato anche per metterlo a disposizione per la Commissione Ue che sta ragionando su una possibile etichettatura (labeling in inglese) sul benessere animale”.

La bozza delle nuove regole per il benessere animale

E a tal riguardo, intanto, secondo quanto riporta Essere Animali, trapela la bozza della valutazione d’impatto della Commissione europea sulla revisione della normativa Ue. Nella Strategia Farm to Fork, la Commissione europea si è impegnata a rivedere tutta la legislazione sul benessere degli animali, per allinearla alle più recenti evidenze scientifiche, ampliarne il raggio d’azione e renderne più semplice l’applicazione. Le misure proposte si basano sulle raccomandazioni scientifiche fornite dall’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, che le ancorano così a una solida base scientifica.

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Le proposte finali sono attese per la fine di settembre, ma i dettagli del documento di lavoro sulla Valutazione d’Impatto, come rivelato da Agra Facts e diffuso oggi da Essere Animali (membro attivo di Eurogroup for Animals), “sono promettenti per i miliardi di animali coinvolti” secondo EA. La Commissione Ue riconosce che “le richieste della società civile non sono soddisfatte – come identificato nel Fitness Check, la tendenza è chiara: molti cittadini dell’UE prestano sempre più attenzione al benessere degli animali. Un chiaro riflesso di ciò è la campagna ICE “End the Cage Age” (Fine dell’era delle gabbie) ….. Vengono anche sollevate preoccupazioni etiche in riferimento, ad esempio, all’uccisione sistematica di pulcini maschi di un giorno, al trasporto di animali su lunghe distanze e all’allevamento di animali da pelliccia….. Inoltre, la maggior parte dei cittadini dell’UE si aspetta una produzione alimentare più sostenibile, vale a dire sistemi di coltivazione e allevamento meno intensivi”.

18 misure per adeguare gli standard

La valutazione d’impatto prende in esame 18 misure per adeguare gli standard di benessere degli animali allevati.

In particolare, nel documento spiccano:

  • Eliminazione graduale delle gabbie per tutte le specie

  • Aumento dello spazio a disposizione per tutte le specie

  • Divieto dell’abbattimento sistematico dei pulcini maschi

  • Introduzione di requisiti di benessere per lo stordimento dei pesci allevati

  • Divieto di sistemi di abbattimento che causano forti sofferenze agli animali come i bagni d’acqua per i polli e la CO2 per i suini

  • Divieto di mutilazioni, come il taglio del becco, la mozzatura della coda o la decornazione

  • Limitazione dei tempi di viaggio per il trasporto degli animali destinati al macello

  • Applicazione degli standard UE ai prodotti di origine animale importati, in linea con le regole dell’OMC

 

“Siamo inoltre lieti di constatare che, per quanto riguarda l’allevamento di animali da pelliccia, la Commissione europea riconosce le gravi problematiche di benessere che toccano gli animali selvatici confinati in questi allevamenti e prende in considerazione gli 1,7 milioni di cittadini che chiedono un’Europa senza pellicce e che hanno aderito alla campagna Fur Free Europe” spiega EA.

Un iter ancora lungo

Continua l’associazione: “La valutazione d’impatto finale ha ancora una lunga strada da percorrere prima che le proposte effettive vengano adottate e chiediamo al Comitato per il Controllo Normativo e alla Consultazione Interservizi (delle varie DG) di migliorare ulteriormente queste proposte, soprattutto per quanto riguarda l’accorciamento dei tempi di transizione per l’eliminazione delle gabbie e l’inasprimento delle norme sul trasporto di animali vivi”.