Henné nero per tingere i capelli, attenti ai falsi naturali

HENNÈ NERO

Fastidiosi capelli bianchi? La soluzione può essere l’henné nero, la polvere che si ottiene dalle foglie dell’Indigofera Tinctoria. Ma attenzione ai prodotti che contengono la parafenilendiamina

Come l’henné classico, che si ottiene dalla pianta della Lawsonia Inermis, si tratta di un’erba tintoria. Anche in questo caso la colorazione è permanente, nonostante tenda a scaricare un po’ più facilmente con i lavaggi, per cui per mantenere il colore si deve spesso ripetere l’applicazione. Grazie all’uso dell’henné nero è possibile ottenere diverse gradazioni di castano, se lo si combina all’hennè rosso.

L’henné viene utilizzato sin dall’antichità per colorare i capelli, tingere tessuti e adornare il corpo con tatuaggi.

Cos’è e perché viene chiamato così

L’indigo, o henné nero, prende il nome appunto dalla pianta da cui viene estratto. Si tratta, come detto, di un’erba tintoria venduta sotto forma di polvere fine e liscia. Come suggerito dallo stesso nome, l’indigo tinge normalmente di indaco. Per questa ragione viene utilizzato sui capelli castani, per dar loro più profondità e riflessi tendenti al blu. Analogamente a quanto accade per quello rosso, anche il nero colora i capelli scurendoli, non legandosi però alla cheratina. Ciò fa sì che scarichi molto più velocemente nel tempo.

Attenzione: l’henné nero può essere pericoloso

A differenza dell’indigo, l’henné rosso viene ricavato dalle foglie essiccate della Lawsonia Inermis, arbusto spinoso che cresce rigoglioso nelle zone del mondo dal clima caldo e secco. Questa pianta contiene nelle sue foglie un pigmento colorante, il lawsone, che tinge di un arancio-rosso molto intenso. L’henné nero, viceversa, può derivare da ingredienti sintetici e causare importanti disturbi, primariamente di tipo allergico. Mentre il colorante al naturale è relativamente sicuro, lo stesso non può dirsi del prodotto di sintesi, dal momento che contiene parafenilendiamina, additivo utilizzato per rendere il colore più lucido, brillante e duraturo. Nonostante la concentrazione massima di Ppd ammessa sia soltanto del 6%, spesso nelle tinture si possono trovare percentuali di parafenilendiamina comprese tra il 10 e il 15%, abbastanza da sensibilizzare la pelle al primo contatto.

Come prepararlo

Per ottenere una tintura vegetale utilizzando l’Indigofera Tinctoria si consiglia sempre di miscelarla con hennè rosso, per fissare il colore al capello e migliorare la tenuta nel tempo. Per prepararlo si raccomanda sempre di non utilizzare limone, karkadè, the o infusi, ma soltanto acqua la cui temperatura ideale sarebbe tra i 50° e i 60°. Tale temperatura permette di mantenere intatto il potere colorante.

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Come utilizzarlo

Nel caso in cui si vogliano coprire i capelli bianchi, esistono diverse opzioni per applicare il prodotto. Se i capelli bianchi sono pochi, è sufficiente applicare l’henné nero sulla base naturale, con la quale i capelli bianchi riusciranno bene ad amalgamarsi. Se invece i capelli bianchi sono molti, la base naturale è chiara o si ha una decolorazione, è necessario fare una tintura in due passaggi:

  • per prima cosa bisognerà utilizzare henné rosso per pigmentare il capello e creare una base uniforme: basterà preparare un henné rosso freddo, da tenere in posa per almeno 45-60 minuti, coperto da cuffietta e telo;
  • solo successivamente potrà essere utilizzato l’indigo: finita la prima applicazione e dopo aver risciacquato con acqua calda, si dovranno tamponare e/o asciugare i capelli prima di applicare l’hennè nero.

Non sempre, comunque, la doppia applicazione si rende necessaria. Questo dipende molto dalla tipologia di capello, dato che alcuni più di altri assorbono bene il pigmento e hanno risultati ottimali anche con un unico passaggio.