Arriva la bolletta dell’acqua ma i costi sono spropositati rispetto agli effettivi consumi? È probabile che il contatore giri a vuoto. Ecco come contestare le fatture anomale
In presenza di fatture anomale, ad esempio troppo alte rispetto alle precedenti, un reclamo al gestore è d’obbligo. La prima cosa da sapere è che bisogna agire tempestivamente, perché un reclamo tardivo potrebbe vanificare ogni azione legale. Una recente sentenza del Tribunale di Sassari ha riaffermato l’importanza di contestare le bollette dell’acqua immediatamente, qualora si sospetti che vi sia stato un malfunzionamento del contatore. Per contestare i consumi del contatore, bisognerebbe per prima cosa contestarne la veridicità, individuando ad esempio la presenza di perdite che potrebbero aver alterato la registrazione dei consumi reali. Il primo passo è quello di affidarsi ad una verifica del funzionamento del contatore.
Verifica del funzionamento del contatore: come richiederla
Qualora si abbiano dei dubbi sul corretto funzionamento del contatore, è possibile richiedere al gestore una verifica. Bisogna tener presente, però, che se l’apparecchio dovesse risultare funzionante il gestore potrà richiedere il pagamento dei costi dell’intervento. Il gestore dovrà informare di tali costi l’utente che richiede una verifica, tramite sito internet, bolletta o regolamento di utenza.
Inoltre, il gestore dovrà rendere disponibile in home page del proprio sito internet, in modalità anche stampabile o presso gli sportelli fisici, un modulo per il reclamo scritto da parte dell’utente finale. Tale modulo dovrà contenere, tra gli altri, anche il campo per la richiesta della verifica del contatore, con l’indicazione dei relativi costi.
Si occuperà della verifica il gestore del Servizio idrico, ovvero il soggetto responsabile dell’installazione, del buon funzionamento, della manutenzione e della verifica dei contatori. In tutti i casi, i gestori sono tenuti a rispettare standard specifici e generali di qualità contrattuale previsti dalle autorità.
I tempi: entro quanto tempo viene effettuata la verifica
Una volta che sia stata inoltrata e ricevuta la richiesta di intervento, il tempo massimo per la verifica è stabilito in 10 giorni lavorativi. Analogamente, il tempo massimo di comunicazione dell’esito della verifica del contatore è stabilito in 10 giorni lavorativi, calcolati dal momento dell’intervento in loco. Se la verifica viene effettuata in laboratorio, la scadenza è dilatata a 30 giorni lavorativi. Qualora questi termini non venissero rispettati, il gestore ha l’obbligo di versare all’utente un indennizzo automatico di base pari a 30 euro.
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Esiti e costi della verifica
Nei casi in cui l’esito della verifica dovesse essere positivo (e quindi, in caso di contatore funzionante), il gestore, come detto, potrebbe addebitare all’utente finale i costi dell’intervento, esplicitando l’ammontare in bolletta. Rispetto ai suoi obblighi, un gestore è tenuto a rammentare l’ammontare dei costi in sede di richiesta di verifica, almeno nei casi in cui questa sia inoltrata tramite canale che preveda una comunicazione immediata (servizio telefonico, sportelli fisici o sportelli on line).
Se la verifica, viceversa, dovesse evidenziare che il contatore è guasto o mal funzionante, il gestore è tenuto a sostituirlo gratuitamente. Secondo diverse disposizioni di contratto dei gestori dei servizi idrici, il contatore è considerato non funzionante quando le misurazioni non sono contenute entro i limiti di tolleranza del 5% (in eccesso o in difetto). Il misuratore può a questo punto essere sostituito contestualmente alla verifica, oppure in data successiva che dovrà essere comunicata dall’utente. L’utente potrà, entro 5 giorni dalla comunicazione, concordare con il gestore una data diversa, pur tenendo presente che il tempo massimo di sostituzione del misuratore è fissato in 10 giorni lavorativi dalla data in cui il gestore mette a disposizione all’utente il documento con riportato l’esito della verifica.
Ricostruzione dei consumi in caso di contatore guasto
Qualora la verifica non dovesse permettere di evidenziare una percentuale di errore, il gestore dovrà ricostruire i consumi non correttamente misurati dal contatore guasto sulla base dei consumi medi degli ultimi tre anni. In alternativa, in mancanza di questi, si baserà sui consumi medi annui degli utenti caratterizzati dalla stessa tipologia d’uso. In particolare, verrà utilizzato il consumo stimato, calcolato in base al consumo medio annuo e a partire dalla data dell’ultima lettura disponibile. Gli importi calcolati sulla base dei consumi così ricostruiti, saranno fatturati nella prima bolletta utile emessa dopo la sostituzione del contatore mal funzionante.
Contestare le bollette d’acqua: è sufficiente la divergenza
Ipotizzando che venga sostituito il contatore, per poter contestare le bollette dell’acqua è sufficiente paragonare i consumi idrici del periodo precedente con quelli successivi alla sostituzione del contatore. Come affermato dal giudice del Tribunale di Sassari, la netta divergenza è già sufficiente a superare la presunzione di veridicità che accompagna normalmente le letture del rilevatore, considerata la differenza tra i valori riportati.
Quindi, se un utente ritiene inesatta la somma richiesta per la fornitura idrica, potrà inviare al gestore una comunicazione scritta nella quale presenterà le proprie contestazioni. Nella richiesta di rettifica di fatturazione, l’utente potrà indicare un’autolettura, in modo che il gestore possa verificare efficacemente la correttezza dei consumi addebitati.
Il gestore che riceve una richiesta di rettifica, dovrà fornire una risposta motivata entro 30 giorni lavorativi, che riporti l’esito delle azioni e degli accertamenti effettuati. La risposta del gestore dovrà contenere:
– il riferimento alla richiesta scritta;
– l’indicazione del nominativo e del riferimento organizzativo del gestore incaricato di fornire eventuali ulteriori chiarimenti;
– la verifica degli elementi contrattuali dai quali derivano le tariffe applicate;
– l’indicazione delle modalità di fatturazione applicate;
– la natura dei dati di consumo;
- la motivazione dell’eventuale mancato utilizzo di un’autolettura;
– l’indicazione di eventuali indennizzi automatici spettanti all’utente;
– il dettaglio del calcolo effettuato per la rettifica.
In caso di errore, dovrà provvedere alla rettifica di fatturazione ed accreditare la somma precedentemente addebitata. Se la somma dovesse esser già stata pagata dall’utente, o se è stata richiesta una rateizzazione della bolletta rettificata, il gestore dovrà restituire la somma pagata dall’utente versandola entro 60 giorni lavorativi.
Come si può verificare di avere una perdita occulta
Prima di richiedere una manutenzione, è possibile verificare di avere una perdita occulta nell’impianto di adduzione tramite alcuni semplici passi. Ecco cosa fare per verificare l’esistenza di questo problema:
- chiudere tutti i rubinetti, dentro e fuori casa;
- durante la prova, non utilizzare in casa elettrodomestici che consumano acqua (lavatrice, lavastoviglie);
- non usare l’acqua per irrigare;
- aprire il vano del contatore e verificare che sia fermo.
Se il contatore non dovesse risultare fermo, ma girasse a vuoto, questa sarebbe la conferma ufficiale che c’è una perdita occulta.
A questo punto, si potrà attendere 4 o 5 ore senza consumare acqua in casa per procedere al confronto delle letture (quella effettuata prima e dopo la chiusura di tutti i rubinetti). Se i numeri del contatore dovessero essere identici, ma la posizione delle lancette (o delle rotelline) dovesse essere differente, anche in questo caso è probabile che vi sia una perdita nell’impianto idrico.
A fronte di perdite occulte, è probabile che si accumulino diverse bollette onerose. Ogni azienda, in genere, permette di usufruire di sgravi economici su bollette con elevati consumi dovuti a perdite.
Cosa fare se il contatore è bloccato
Una situazione diametralmente opposta si verifica nel momento in cui il contatore si blocca, non conteggiando i consumi. La preoccupazione, in questo caso, è di ricevere un conguaglio esorbitante. Nella maggioranza dei casi, quando un contatore dell’acqua si blocca, la motivazione risiede in impurità presenti nella rete idrica (sassolini o semplice usura dell’apparecchio), che nel tempo rendono l’apparecchio immobile.
Analogamente a quanto accade nel caso di un contatore che segna consumi eccessivi, anche in questo caso bisognerà segnalare il malfunzionamento al gestore idrico, che dovrà provvedere alla manutenzione e alla sostituzione dello stesso. Ovviamente, se l’utente non effettua alcuna segnalazione, non sarà esente dal pagare l’eventuale conguaglio. In sintesi, mentre obbligo dell’utente è monitorare l’impianto e segnalare eventuali problemi allo stesso, quello del gestore del servizio idrico è garantire una corrispondenza tra la misura letta e quella trascritta in fattura.
Contatore dell’acqua manomesso
Più complicata è la questione della manomissione del contatore, per esempio quando vi siano stati tolti i sigilli. La prima cosa da verificare in questo caso è l’ubicazione dello stesso: se dovesse trovarsi all’esterno dell’abitazione, in un luogo accessibile a terzi, l’ente non può in alcun modo provare che l’utente (o la sua famiglia) siano stati responsabili della manomissione. In ogni caso, l’utente è tenuto a vigilare sul contatore e a segnalare immediatamente una manomissione da parte di terzi. Se il luogo dovesse essere accessibile esclusivamente dal fruitore del servizio o dai suoi familiari, fornire le prove di non aver manomesso il contatore può risultare molto più complicato. Le conseguenze, in questo caso, sono molto gravi. Si può andare dalla fatturazione di un consumo presunto molto elevato (sino alla tariffa di massima fascia prevista dalla normativa vigente), passando per il pagamento di una pesante penale e il risarcimento del maggior danno sino alla sospensione della fornitura dell’acqua.