Che cos’è quota 103 e come funziona: i requisiti richiesti per poter andare prima in pensione nel 2023.
La nuova legge di bilancio 197/2022 varata dal governo guidato da Giorgia Meloni ha introdotto delle importanti novità per il 2023 in merito alle pensioni. L’intervento era molto atteso ed ha evitato che si tornasse alla tanto discussa legge Fornero. Nel nuova impostazione del sistema pensionistico è stata dunque introdotto la cosiddetta Quota 103, ovvero una forma di pensione anticipata flessibile che permette ai lavoratori di smettere di lavorare dopo 41 anni di contributi versati e al raggiungimento dei 62 anni di età (62+41=103).
Pensione quota 103: come funziona
Come detto, la pensione anticipata Quota 103 permette di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tali requisiti dovranno essere perfezionati entro il 31 dicembre 2023, anche se la legge ha previsto una finestra mobile che corrisponde ad ulteriori tre mesi per il settore privato e di sei mesi per quello pubblico. Se ne deduce che, in sede di applicazione, le pensioni private non potranno avere decorrenza antecedente al 1° aprile 2023, mentre quelle pubbliche al 1° agosto 2023. Inoltre, così come era stato previsto anche per Quota 100 e Quota 102, il diritto a questa forma di pensione anticipata conseguito nel 2023 potrà essere esercitato anche negli anni successivi. Quota 103, in questo caso, viene cristallizzata, così come previsto dall’art. 14-bis D.L. 4/2019.
Si sottolinea inoltre che in base a come è strutturata, Quota 103 non può essere immediatamente ottenuta dagli aventi diritto alla maturazione dei requisiti utili. È, infatti, necessario rispettare un periodo di attesa, o finestra, per la liquidazione della prestazione che ha inizio nel momento in cui il lavoratore matura l’ultimo requisito utile. Esistono più finestre, a seconda del tipo di contrattualizzazione del lavoratore, ovvero:
- 3 mesi per tutti i lavoratori del settore privato, siano questi dipendenti, autonomi o parasubordinati;
- 6 mesi per tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. In questo caso è inoltre necessaria la presentazione di una domanda di collocamento a riposo con un preavviso non inferiore a 6 mesi;
- per i dipendenti del comparto scuola e Adam, così come avviene per tutte le altre forme di pensioni, viene applicata la finestra definita unica annuale. In base a quanto previsto dall’art.59, co.9, L. 449/1997, nel comparto scuola a Adam viene stabilita annualmente una sola data di uscita dal lavoro. È previsto, inoltre, che l’avete diritto alla pensione presenti la domanda di cessazione dal servizio entro le date stabilite (il 28 febbraio 2023, affinché possa essere disposto il collocamento a riposo a far data dal 1° settembre/novembre 2023);
- per chi, al 31 dicembre 2022, aveva già maturato i requisiti previsti da Quota 103, è prevista una finestra temporale che si apre, come detto, il 1° aprile 2023 per i lavoratori del settore privato e il 1° agosto 2023 per i dipendenti pubblici.
I requisiti previsti da Quota 103
Come più volte ribadito, Quota 103 può essere richiesta da chi ha raggiunto i 62 anni di età ed ha versato contributi per almeno 41 anni. Per quel che riguarda il primo requisito, quello dell’età, l’unica specifica necessaria da fornire è essere un lavoratore o una lavoratrice nato/a entro il 31 dicembre 1961.
Entrando, invece, più nello specifico dei requisiti contributivi e assicurativi, possiamo dire che questa forma di pensione anticipata spetta a coloro che sono iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria, Ago, oppure alle forme esclusive e sostitutive della medesima, così come alla gestione separata dell’Inps. Inoltre, è previsto che il periodo di contribuzione di 41 anni possono essere ottenuto anche in regime di cumulo, ma in questo caso sono da ritenersi esclusi tutti i periodi maturati dal lavoratore presso le casse professionali private, così come stabilito dal d.lgs. 103/1996 o privatizzate di cui al d.lgs. 509/1994. L’unica eccezione è rappresentata dall’ex Inpgi 1 (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani), confluito nell’Inps dal 1° luglio 2022. E ancora, per tutti gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e ai fondi sostitutivi, la contribuzione utile ai fini della Quota 103 è almeno di 35 annualità di contribuzione al netto degli accrediti ottenuti per:
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- disoccupazione indennizzata;
- malattia;
- infortunio.
Si ricorda inoltre che, così come era già stato previsto per Quota 100 e Quota 102, anche con Quota 103 esclude dalla modalità di pensione anticipata chi fa parte:
- del personale militare delle forze armate (soggetto alla disciplina del d. lgs. n. 165/1997);
- del personale delle forze di polizia e di polizia penitenziaria;
- del personale operativo del corpo nazionale dei vigili del fuoco;
- del personale della guardia di finanza.
Quota 103, a quanto ammonta la pensione e il tetto massimo
Appresa la struttura di Quota 103 e dei requisiti necessari per ottenerla, cerchiamo ora di capire come viene determinato il suo importo e a quanto ammonta il tetto massimo.
Iniziamo col dire che questa pensione anticipata viene determinata senza che vengano operate penalizzazioni o ricalcoli integralmente contributivi, ma il tutto deve avvenire nel rispetto di un tetto massimo che non può essere superiore a 5 volte il trattamento minimo previsto dalla legislazione vigente. Questo vuol dire che, per le pensioni ottenute sfruttando Quota 103, ai pensionati potrà essere corrisposto un importo massimo di 2.818,70 euro. Si tratta, tuttavia, di una situazione temporanea, con il tetto che può essere applicato solo in relazione alle mensilità di anticipo del pensionamento rispetto al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al pensionamento ordinario Fornero. Questo vuol dire che, non appena avrà raggiunto il requisito anagrafico della pensione di vecchiaia previsto dalla legge Fornero, ovvero 67 anni, il pensionato vedrà adeguarsi l’importo ricevuto con Quota 103. Più nello specifico la pensione mensile sarà adeguata all’importo che effettivamente era stato maturato dal pensionato al momento dell’accesso a Quota 103.
Quota 103 e lavoro: l’incompatibilità
Così come previsto dalla legge di bilancio 2023, Quota 103 non è compatibile con redditi da lavoro dipendente, parasubordinato o autonomo. Se ne deduce che, come avveniva anche Quota 100 e Quota 102, chi decide di andare in pensione sfruttando i vantaggi offerti dalla misura, deve smettere di lavorare dal primo giorno di decorrenza del trattamento e fino alla maturazione dell’età per la pensione di vecchiaia ordinaria (67 anni). L’unica eccezione è rappresentata dai redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale, art. 2222 del codice civile, per i quali è previsto un limite di compensi annuo di 5000 euro lordi. Inoltre, altre forme di eccezione sono previste per coloro che, malgrado in pensione grazie a Quota 103, percepiscono un’indennità di funzione come amministratori locali.
Ma cosa accade se il pensionato con Quota 103 dovesse continuare a percepire redditi da lavoro dipendente, parasubordinato o autonomo? In questi casi, così come previsto dalla legge, la pensione verrà sospesa per l’intero anno nel quale si è verificato il superamento delle soglie. Inoltre, altri eventuali ratei riscossi nell’anno verranno recuperati da parte dell’Inps. Per un maggiore controllo su questo tipo di fattispecie, è previsto che, annualmente, il pensionato fornisca una dichiarazione reddituale all’Inps utilizzando il modello AP139. Il soggetto in questione dovrà nello specifico indicare tutti gli eventuali redditi percepiti cumulabili e non cumulabili.
Quota 103 e gli incentivi per chi non ne fa uso
Quota 103, così come ogni altra forma di pensione anticipata, rappresenta un costo importante per lo Stato e il sistema previdenziale che, di fatto, rinunciano a degli anni di contributi dei lavoratori e devono corrispondere anticipatamente delle pensioni. Proprio per questo motivo è stato previsto che chi, pur avendo tutti i requisiti necessari per usufruire di Quota 103, decidesse di non sfruttarla, ha diritto a ricevere un incentivo. Più nello specifico è previsto che chi decide di rimanere in attività potrà rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico, relativi al finanziamento dell’Ivs, Invalidità vecchiaia e superstiti, ottenendo di fatto un aumento nel netto della propria busta paga.
Pensioni 2023, le altre modifiche previste
Oltre a Quota 103, l’ultima legge di bilancio ha previsto l’introduzione o la modifica di altre misure pensionistiche agevolate. Si tratta, più nel dettaglio, di:
- opzione donna, con le lavoratrici che potranno andare in pensione con 35 anni di contributi a 58 anni d’età per le donne con due o più figli, a 59 anni con un solo figlio e a 60 anni negli altri casi;
- Ape sociale, riservata a tutti i lavoratori che svolgono mansioni gravose, agli invalidi civili al 74 per cento, ai caregivers e ai dipendenti disoccupati con almeno 63 anni d’età e 30 di contributi e che non siano già titolari di pensioni dirette.