Coniuge, figli e non solo. Chi ha diritto alla pensione di reversibilità

pensione

Che cos’è la pensione di reversibilità e chi può vantarne diritto: le percentuali di concessione e cosa è necessario fare per ottenerla. La domanda e i tempi di attesa per poter contare sulle somme dovute

L’ordinamento italiano prevede delle forme pensionistiche volte a tutelare i nuclei familiari anche dopo la morte di un membro della famiglia titolare di un assegno pensionistico. Si tratta della cosiddetta pensione di reversibilità, grazie alla quale i familiari superstiti possono continuare a contare sull’entrata mensile al verificarsi di determinate condizioni. Titolari di tale trattamento sono generalmente i figli minorenni o quelli ancora impegnati in un percorso scolastico, ma non mancano i casi in cui la pensione di reversibilità viene corrisposta al coniuge  così come ad altri suoi parenti.

La pensione di reversibilità: cos’è

Come già detto in precedenza, con la pensione di reversibilità si pone in essere una condizione per la quale quanto percepito a titolo pensionistico da un soggetto deceduto continua ad essere corrisposto ai suoi familiari superstiti al verificarsi di alcune condizioni. Non si tratta, tuttavia, di una concessione totale di quanto veniva percepito, ma di una percentuale che varia a secondo dei singoli casi.

Per ottenere la pensione di reversibilità è necessario che il soggetto, al momento del decesso, si trovasse almeno in una delle seguenti condizioni:

  • fosse il titolare di una pensione diretta;
  • avesse perfezionato almeno 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva;
  • avesse 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente alla data del decesso.

Questi i presupposti per poter ottenere la pensione di reversibilità, ma anche se non dovessero esserci tali requisiti, sono comunque previste delle misure in sostegno dei familiari eredi. Una di queste è la possibilità di ricevere un’indennità una tantum.

Pensione di reversibilità: i familiari superstiti

La pensione di reversibilità viene concessa ai familiari superstiti del defunto. Entrando più nello specifico si tratta:

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  • del coniuge o dell’unito civilmente;
  • del coniuge separato;
  • del coniuge divorziato a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio. Qualora il de cuius avesse contratto un nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato devono essere decise tramite una sentenza espressa dal tribunale.

Si sottolinea poi che il superstite viene considerato a carico dell’assicurato o del pensionato deceduto quando si palesano le condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale. Ai fini dell’accertamento di tale vivenza a carico, particolare rilievo viene assunta dalla convivenza del superstite con il defunto.

Per quel che riguarda i figli del defunto, invece, la legge prevede che ad averne diritto siano:

  • i figli minorenni alla data del decesso;
  • i figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
  • i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età;
  • i figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.

Inoltre, in presenza di figli studenti che svolgono un’attività lavorativa dalla quale deriva un piccolo reddito, questi non perdono la possibilità di ottenere la pensione di reversibilità del genitore deceduto. Questo reddito annuo non deve essere superiore ad un importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti maggiorato del 30%, riparametrato al periodo di svolgimento dell’attività lavorativa.

Fin qui abbiamo visto che i destinatari della pensione di reversibilità sono principalmente i figli o il coniuge del defunti, ma in assenza di questi, o nei casi in cui costoro non hanno diritto, la somma prevista può essere percepita da altri familiari superstiti. Si tratta, più nel dettaglio, dei genitori dell’assicurato o pensionato che, al momento della morte, abbiano compiuto almeno 65 anni e non siano a loro volta titolari di pensione e risultino a carico del lavoratore deceduto.

E ancora, se il coniuge, i figli o i genitori dell’assicurato o pensionato non ci sono o semplicemente non hanno diritto ad ottenere la pensione di reversibilità, questa può essere percepita dai fratelli celibi e dalle sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che, al momento della morte di quest’ultimo, siano considerati come inabili al lavoro, non siano titolari di pensione e siano a carico del lavoratore deceduto.

Come funziona e a quanto ammonta

Appreso cosa si intende quando si parla di pensione di reversibilità e quali sono i soggetti destinatari, soffermiamo ora l’attenzione sul funzionamento di questa misura previdenziale, cercando di evidenziare anche le quote di pensione che spettano ai superstiti.

Per capire quanto potrebbe essere percepito in caso di pensione di reversibilità, è necessario calcolare la quota percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato deceduto. Per farlo occorre fare ricorso alle aliquote dette di reversibilità che risentono del tipo di soggetto superstite coinvolto. Più nel dettaglio:

  • al coniuge solo spetta il 60% della pensione;
  • al coniuge con un figlio l’80%;
  • al coniuge con due o più figli il 100%.

Inoltre, se ad avere diritto alla pensione sono soltanto i figli, un genitore o i fratelli e sorelle del defunto, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:

  • un figlio ha diritto al 70% della pensione;
  • due figli all’80%;
  • tre o più figli al 100%;
  • un genitore al 15%;
  • due genitori al 30%;
  • un fratello o sorella al 15%;
  • due fratelli o sorelle al 30%.

La pensione di reversibilità e i redditi del beneficiario

In base a quanto stabilito dalla tabella F della legge 8 agosto 1995, n. 335, gli importi derivanti dai trattamenti pensionistici ai superstiti – pensione di reversibilità – sono cumulabili con i redditi del beneficiario entro il rispetto di dati limiti. Queste le soglie di reddito applicate negli ultimi 5 anni per il cumulo delle pensioni ai superstiti ai redditi del beneficiario, aggiornate in base alla circolare n. 46 del 26.03.2020:

  • nel 2020,
    • per redditi fino a € 20.107,62 non è prevista nessuna percentuale di riduzione;
    • per redditi compresi tra € 20.107,62 e € 26.810,16 la percentuale di riduzione è del 25%;
    • per redditi compresi tra € 26.810,16 e € 33.512,70 la percentuale di riduzione è del 40%;
    • per redditi superiori a € 33.512,70 la percentuale di riduzione è del 50%.
  • nel 2019,
    • per redditi fino a € 20.007,39 non è prevista nessuna percentuale di riduzione;
    • per redditi compresi tra € 20.007,39 e € 26.676,52 la percentuale di riduzione è del 25%;
    • per redditi compresi tra € 26.676,52 e € 33.345,65 la percentuale di riduzione è del 40%;
    • per redditi superiori a € 33.345,65 la percentuale di riduzione è del 50%.
  • nel 2018,
    • per redditi fino a € 19.789,38 non è prevista nessuna percentuale di riduzione;
    • per redditi compresi tra € 19.789,38 e € 26.385,84 la percentuale di riduzione è del 25%;
    • per redditi compresi tra € 26.385,84 e € 32.982,30 la percentuale di riduzione è del 40%;
    • per redditi superiori a € 32.982,30 la percentuale di riduzione è del 50%.
  • nel 2017,

per redditi fino a € 19.573,71 non è prevista nessuna percentuale di riduzione;

per redditi compresi tra € 19.573,71 e € 26.098,28 la percentuale di riduzione è del 25%;

per redditi compresi tra € 26.098,28 e € 32.622,85 la percentuale di riduzione è del 40%;

per redditi superiori a € 32.622,85 la percentuale di riduzione è del 50%.

  • nel 2016,
    • per redditi fino a € 19.573,71 non è prevista nessuna percentuale di riduzione;
    • per redditi compresi tra € 19.573,71 e € 26.098,28 la percentuale di riduzione è del 25%;
    • per redditi compresi tra € 26.098,28 e € 32.622,85 la percentuale di riduzione è del 40%;
    • per redditi superiori a € 32.622,85 la percentuale di riduzione è del 50%.

Si ricorda poi che i limiti di cumulabilità non vengono applicati nei casi in cui il beneficiario appartenga ad nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili, individuati secondo la disciplina dell’Assicurazione generale obbligatoria. Quanto alla decorrenza, invece, la pensione di reversibilità ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato.

La domanda per la pensione di reversibilità

Per poter ottenere la pensione di reversibilità è necessario presentare specifica domanda all’Inps, attraverso il servizio online dedicato a questa pratica. Altra modalità di richiesta è quella che passa attraverso il contact center che risponde al numero 803 164, gratuito da rete fissa, oppure allo 06 164 164 da rete mobile; oppure attraverso enti di patronato e intermediari dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. Una volta fatta la domanda, in base a quanto previsto dalla legge n.241/1990, l’emanazione dei provvedimenti dovrebbe avvenire entro un massimo di 30 giorni.