Pera cocomerina: la dolcezza rossa che non ti aspetti

PERA COCOMERINA

C’è chi la chiama pera cocomerina e chi pera briaca, un frutto speciale originario dell’Appennino cesenate che abbiamo quasi dimenticato e che invece ha dalla sua molti vantaggi. E non solo in termini di sapore

Probabilmente il grande poeta Leopardi mai avrebbe pensato che i versi dell’Infinito “Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare” potessero essere un incipit adatto a riportare alla memoria la pera cocomerina. Se la mela e tutti i suoi simbolismi che le sono collegati, si sono consolidati nel nostro quotidiano spesso come un ricordo positivo, nel caso delle pere stranamente è avvenuto esattamente l’opposto. Il termine pere spesso riporta alla memora valori negativi, o talvolta poco eleganti non rendendo merito ad un frutto che ha poco da invidiare alle mele. Ricordiamo che nella biografia delle pere non sono causa del “peccato originale” né tantomeno attentano alla salute della bella Biancaneve. Questo frutto veramente speciale merita di essere ricordato per la dolcezza e il sapore che possiede e per fare questo partiremo dalla misconosciuta Pera Cocomerina. Lo facciamo con questa puntata dei Miti Alimentari.

Le pere sono un frutto che conosciamo da molto tempo

VERO Frutto molto antico, nasce probabilmente in Cina oltre 4.000 anni fa, oggi troviamo una sua bis bis nipote come pera Nasi, per poi passare attraverso Asia minore, Caucaso e diventare Pyrus communis ovvero la varietà oggi più diffusa e comune. La simbologia della pera non è cosa da poco. In Egitto era un frutto sacro ad Iside perché la sua forma ricorda molto l’addome materno. Per i Romani era il frutto sacro di Giunone, ma anche di Minerva e di Afrodite, ma l’apice della pera è la sua sacralità da parte dei Pitagorici rappresentando l’essenza del mondo. Il grande Plinio ne conta oltre quaranta varietà che venivano continuamente fatte arrivare dalla periferia dell’Impero per il piacere dei patrizi. Tocca poi a Sant’Agostino paragonare nelle sue confessioni il furto della mela nell’Eden al suo furto di pere fatto da adolescente per affermare che il peccato è dell’uomo. Sulla spinta di Sant’Agostino o forse di altri motivi, le pere trovano asilo nei monasteri del medioevo e si diffonderà poi nei giardini dei ricchi per poi essere esportate in Messico e in California da dove torneranno in Europa per essere coltivate e apprezzate da tutti. L’Italia totalizza il 17% della produzione mondiale di pere e il 30/35% della produzione europea, precedendo Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Belgio e Portogallo. E da noi si consumano quasi 17 kg di pere all’anno per famiglia e i maggiori consumatori sono, per svariati motivi, persone ultrasessantacinquenni.

La cocomerina, la pera rossa è un frutto dimenticato

VERO La Pera Briaca, Cocomera o per le sue dimensioni pera mignon o nota anche come pera cocomerina, indicano tutti una piccola pera tipica dell’Appennino Cesenate ed in particolare a Ville di Montecoronaro, posto ai piedi del Monte Fumaiolo nel comune di Verghereto (FC). Questi nomi molto spesso sono collegati al mondo dell’infanzia, non dimentichiamo che Pinocchio mangerà delle pere tutto, compresi i torsoli a insegnarci che nulla si deve sprecare e che la pera è il frutto di cui tutto si apprezza al meglio. La pera rossa è un frutto considerato tardivo e ha una polpa colore rosso cocomero, specie al centro del frutto, ha una buccia verde mentre intorno ai semi mostra un colore rosa brillante. È molto dolce, quasi a ricordare le sorbe, ricca di profumi e le sue dimensioni dimostrano che la qualità è talvolta contenuta nelle botti piccole, del resto chiamarla “pera briaca” deve pur avere un senso. La pera Cocomerina si conserva per poco tempo ed è sensibile alla ticchiolatura; pur raccolta alla fine di agosto si riesce ad avere una raccolta tardiva anche a fine ottobre. Ogni giorno trascorso lontano dal ramo che le ha accolte le rende sempre meno profumate e saporite per cui spesso si preferisce trasformarle in confetture o in prodotti liquorosi. In generale, le pere per la loro dolcezza sono fra i frutti che meglio si prestano per nettari e succhi che vengono apprezzati dai più piccoli. Occorre sempre ricordare di leggere la quantità di zuccheri che talvolta sono aggiunti e che rappresentano un possibile rischio per la salute dei più giovani.

Le pere sono ricche di zuccheri ma non di vitamine e di composti utili alla nostra salute

FALSO Le pere in generale contengono fino al 10% di zuccheri e ben il 3% di fibre che, come abbiamo oramai imparato, sono un valore positivo e possono fornire fino a circa un quinto delle fibre necessarie al giorno mangiandone una porzione e questa scelta si adatta anche a persone diabetiche. Rispetto alle mele con la buccia la quantità di fibre è superiore del 30%, mentre sul fronte degli zuccheri il confronto con le mele finisce in parità. Se valutiamo il valore di potassio, con i suoi 120 mg per 100 grammo le pere sono paragonabili al formaggio grana e al parmigiano mentre rispetto alle mele sono circa il 20% più ricche. Nessuna sudditanza al frutto concorrente neppure per il contenuto di sodio che è appena di 1 mg per etto. Nelle mele sono presenti circa 30 ug per etto di luteina e di zeaxantina, due importanti antiossidanti, rispetto ai 45 ug per etto che mediamente sono presenti nelle pere. Le pere contengono 58 kcal per etto e una cocomerina che è relativamente piccola permette di mangiarne circa due senza eccedere troppo. Forniscono anche molta acqua che aiuta la digestione e assicura un senso di sazietà utile per calmare la fame. L’indice glicemico è mediamente compreso tra 33 e 42 per cui è valutato come basso ed è inferiore a quelle delle mele che essendo pari a 44 vengono consigliate come frutto adatto a persone diabetiche. Nel caso delle cocomerine, il colore spiccatamente rosso della polpa, a difesa dei semi, conferma la presenza di antiossidanti specie del gruppo dei flavonoidi che rendono questo frutto nel complesso salutistico e antiinfiammatorio. Se valutiamo il contenuto di Vitamina C nelle pere con i loro 4 mg per etto sono simili a lattuga, ceci e lenticchie.

 

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Le pere non hanno alcun tipo di controindicazione

VERO/FALSO Le controindicazioni per le pere sono realmente parva materia e possono dare qualche forma di risposta allergica a livello orale per chi soffre ad esempio di allergia al polline di betulla. Gli zuccheri contenuti possono dare dei piccoli problemi a livello intestinale perché sono possibili dei casi di difficoltà digestiva che porta a produrre dei gas, senso di costipazione o dei crampi a livello dello stomaco; per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è sempre consigliato di fare un consumo attento di pere per evitare che le fibre presenti vadano a creare dei disagi a queste persone.

Conclusioni

Si suole dire che “La pubblicità sia l’anima del commercio” e se confrontiamo i percorsi di pere e mele possiamo dire che l’agenzia di marketing delle mele ha lavorato sodo per recuperare lo svantaggio del frutto proibito, della mela avvelenata etc. e ha creato la mela di Newton o quella di Gugliemo Tell oltre al coup de théâtre della mela che scaccia il medico. Al contrario, l’agenzia pubblicitaria che ha curato l’immagine delle pere nel corso dei millenni ha in parte dissipato il vantaggio iniziale. Le pere per le loro caratteristiche nutrizionali e salutistiche sono una vera e proprio “explosion box” dove all’apertura si scoprono molte sorprese. La pera cocomerina è una delle numerose varietà, non è la più diffusa sul mercato, ma rappresenta molto bene la storia e i vantaggi delle pere se inserite in un piano nutrizionale bilanciato ed equilibrato adatto a tutti.