Bisfenolo A: dove si trova e quali sono i rischi per la salute

Bisfenolo a

Il Bisfenolo A è un probabile interferente endocrino nascosto in molti prodotti, dalle lattine ai contenitori plastici. Vietato in biberon e cosmetici è però utilizzato molto dall’industria. Ecco come limitare il contatto

 

Il Bisfenolo A, riconosciuto con la sigla BPA, è una sostanza chimica prodotta sin dagli anni ’60 del Novecento lo scorso secolo, molto utilizzata in tutti i paesi industrializzati.

È entrato di diritto nel glossario dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per via dei rischi cui espone la salute umana.

Come gli ftalati è un’altra sostanza che in qualche modo simboleggia la diffusione di massa della plastica nelle società consumistiche del dopoguerra. Oggi risulta ingombrante e in antitesi rispetto al progresso sostenibile e al cammino della transizione ecologica che la società contemporanea, soprattutto per necessità, ha scelto di intraprendere.

 

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Cos’è il bisfenolo

È un composto organico di sintesi con due gruppi fenolici geminali. Quello di categoria A fa parte della famiglia dei bisfenoli. Una molecola impiegata come additivo nella produzione di diversi materiali, in particolar modo plastiche, ma anche resine epossidiche utilizzate per il rivestimento di metalli, come quello che riveste le lattine e gli imballaggi dei prodotti di largo consumo.

Nel mondo si produce mediamente una quantità fino a 3 milioni di tonnellate di Bisfenolo A, principalmente utilizzato nella produzione del policarbonato.

 

Come ci veniamo in contatto

L’esposizione umana al Bisfenolo A si può verificare per rilascio da parte di contenitori alimentari usurati e ingestione, o per assorbimento da parte della pelle.

Già negli anni ’30 del secolo scorso era finito tra i materiali sospettati di essere dannosi per la salute dell’uomo. Ma i dubbi sull’uso del BPA hanno avuto risalto mediatico solo nel 2008, quasi un secolo dopo, quando molti governi hanno iniziato a effettuare studi per testarne la sicurezza. In molti Stati membri dell’Unione Europea il Bisfenolo A è stato messo al bando.

 

La chimica degli scontrini

I materiali insospettabili dove si trova

Il Bisfenolo A è stato talmente e largamente utilizzato che ancora oggi si ritrova in materiali e oggetti impensabili.

Vi siete chiesti come mai gli scontrini non vanno conferiti nel riciclo della carta? La risposta è in questa sostanza chimica nociva. Infatti, gli usi in campo non alimentare del Bisfenolo A vanno dalla carta termica degli scontrini ai dispositivi odontoiatrici.

Sembra incredibile ma il Bisfenolo negli scontrini rimane ancora oggi un incubo per la salute.

 

Ecco dove possiamo trovare tracce di Bisfenolo A:

  • Nei materiali plastici e derivati in commercio da più di 50 anni

Il Bisfenolo A è utilizzato nella sintesi del poliestere, dei polisulfonati, dei chetoni polieteri, come antiossidante in alcuni plastificanti e come inibitore della polimerizzazione del PVC.

  • Nelle lattine e scatole di tonno

Su questo approfondimento de Il Salvagente sono disponibili i risultati del test commissionato agli esperti del laboratorio del Gruppo Maurizi. La nostra Redazione ha messo alla prova alcune lattine di tonno in scatola per verificare l’eventuale presenza di Bisfenolo A. Per farlo abbiamo scelto 6 marche, le più vendute, di tonno all’olio di oliva di diversa grammatura: da quelle più piccole (52 grammi) a quelle da 80 grammi fino ai contenitori da 108 grammi.

I dati mostrano che tutti i campioni analizzati presentano valori di bisfenolo al di sotto del limite di migrazione specifica indicato nel Regolamento (UE) 213 del 2018. Ma, il bisfenolo non è ancora del tutto scomparso dalla circolazione.

  • Nelle resine e oggetti di uso quotidiano

È un monomero chiave nella produzione delle resine epossidiche e nelle più comuni forme di policarbonato. Il policarbonato, che è infrangibile, è usato per un gran numero di prodotti per bambini, bottiglie, attrezzature sportive, dispositivi medici e odontoiatrici, lenti per gli occhiali, dischi ottici, elettrodomestici, caschi di protezione, otturazioni dentarie, tubazioni, e ovunque siano necessarie caratteristiche di durezza e resistenza.

  • Nelle lattine per “mascherare” il gusto metallico di alimenti e bevande

Le resine epossidiche che contengono bisfenolo A sono utilizzate, invece, come rivestimento interno nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande per evitare il gusto metallico. Il bisfenolo A è anche un precursore per ritardanti di fiamma, il tetrabromobisfenolo A, ed era anche usato come fungicida Anticrittogamico.

  • Nella carta termica degli scontrini fiscali e dei biglietti.
  • Nei recipienti e contenitori alimentari

Il Bisfenolo A è impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare, molto pericolosi soprattutto se sono danneggiati o consumati. Giungono nell’organismo umano tramite gli alimenti che questi recipienti contengono.

 

Il Bisfenolo A e i rischi per la salute umana

Nel 2021 la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha confermato che il Bisfenolo A deve essere elencata come “sostanza estremamente preoccupante” in grado di interferire sul sistema ormonale.

La Corte ha confermato la pronuncia del Tribunale rigettando ancora una volta il ricorso di PlasticsEurope che aveva chiesto di annullare la decisione dell’Echa (Agenzia europea per le sostanze chimiche).

Questa sentenza ha evitato che il BPA fuoriuscisse dall’elenco ufficiale delle sostanze estremamente preoccupanti. Inoltre, PlasticsEurope non può più impugnare questa decisione presa in Lussemburgo.

In realtà, questa sentenza era stata anticipata, di appena una settimana, dalla pubblicazione del parere scientifico con cui l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) aveva proposto di abbassare considerevolmente la dose giornaliera tollerabile (Dgt) rispetto a quella della sua precedente valutazione del 2015.

Il BPA comporta rischi sulla salute perché considerato:

  • è un interferente endocrino (è una sostanza in grado di danneggiare la salute alterando l’equilibrio endocrino, soprattutto nella fase dello sviluppo all’interno dell’utero e nella prima infanzia);
  • ha effetti estrogenici (in grado di “mimare” l’azione degli estrogeni, gli ormoni femminili che hanno una vasta influenza sulla funzione riproduttiva, ma anche su altre funzioni dell’organismo);
  • può alterare lo sviluppo dei sistemi riproduttivo, nervoso ed immunitario.

 

Rischioso soprattutto per i bambini

Nell’adulto la tossicità del BPA sembra modesta tuttavia, il feto e il neonato, a causa delle loro ridotte dimensioni e minori capacità di metabolizzare, potrebbero risultare molto più vulnerabili.

L’aumento del rischio di obesità e di tumore mammario sono effetti particolarmente preoccupanti identificati recentemente dalla ricerca sperimentale.

Proprio per via delle contraddizioni degli studi, nel 2014 e 2017 l’ECHA ha considerato che le evidenze sono complessivamente sufficienti per considerare il Bisfenolo A in grado di danneggiare la funzione riproduttiva e agire come un interferente endocrino.

 

Le dosi tollerate di Bisfenolo A

A causa dei numerosi usi di questa sostanza chimica, soprattutto in passato, e in tutti i campi (alimentare e industriale), la popolazione è ancora esposta al Bisfenolo A. In particolare il BPA può passare in piccole quantità dai recipienti che lo contengono ai cibi e alle bevande, soprattutto se i materiali non sono perfettamente integri e sono utilizzati ad alte temperature.

In Europa la valutazione più completa dell’esposizione alimentare e ambientale al BPA è stata pubblicata nel 2015 dall’EFSA. In tale valutazione EFSA ha ridotto la “dose giornaliera tollerabile” per il BPA da 50 a 4 microgrammi per chilo di peso corporeo al giorno.

Nonostante questo, la stessa Autorità ha concluso che, dopo il divieto del BPA nei biberon, i livelli di esposizione in Europa erano al di sotto di una soglia di rischio, anche per le fasce di popolazione potenzialmente più vulnerabili come i bambini.

Vietato nei biberon e cosmetici

Come altri interferenti endocrini, il BPA è stato oggetto di misure restrittive da parte del legislatore europeo.

Dal 2009 è inserito nell’elenco delle sostanze vietate nei prodotti cosmetici (Regolamento CE 1223/2009).

Dal 2011 il suo uso è vietato per la fabbricazione di biberon di policarbonato per lattanti (Regolamento UE 321/2011).

Nel 2016 l’EFSA ha promosso limitazioni all’uso per il rischio della salute della popolazione.

Nel 2017 il BPA è stato aggiunto alla Candidate List of substances of very high concern dall’European Chemical Agency. ossia alla lista di sostanze che al più presto andrebbero sostituite.

 

Come evitare il contatto

Ecco un decalogo utili con alcune pratiche quotidiane per limitare al massimo l’esposizione umana al Bisfenolo A e ai bisfenoli in generale.

  • Limitare al massimo i cibi confezionati e gli imballaggi
  • Bere acqua del rubinetto, evitando l’utilizzo di bottiglie in plastica (meglio le bottiglie in vetro)
  • Evitare bevande in bottiglie di plastica
  • Limitare l’assunzione di bibite gassate e bevande in lattina
  • Preferire prodotti e alimenti confezionati in bottiglie e barattoli in vetro o in Tetra Pak
  • Anche le borracce possono contenere Bisfenolo A
  • Preferire alimenti e bevande con l’etichetta BPA FREE
  • Evitare giocattoli in plastica (meglio legno, stoffa, cartoncino e materiali di riciclo creativi)
  • Preferire i prodotti alimentari sfusi (meno consumo, spreco e rifiuti ridotti al minimo).