Fotovoltaico da balcone: quanto costano e quanto si risparmia

FOTOVOLTAICO DA BALCONE

Il Ctcu, il Centro di tutela consumatori e utenti di Bolzano, ha preparato una mini guida per installare un mini impianto fotovoltaico da balcone: gli spazi necessari sul terrazzo, la licenza edilizia, le regole nei condomino

I mini impianti fotovoltaici da installare sul balcone possono essere una buona soluzione per intervenire sul caro-bollette. Questi impianti sono infatti poco costosi, come spiega il Ctcu, il Centro di tutela consumatori e utenti di Bolzano, e permettono di recuperare l’esborso in pochi anni, se usati correttamente.

L’associazione dei consumatori bolzanina ha preparato una piccola guida per orientarsi nella scelta e installazione di questi impianti, la cui “attivazione” è stata recentemente semplificata dal governo.

Partiamo dalla componentistica base: i mini impianti fotovoltaici non si differenziano da un impianto fotovoltaico convenzionale. Sono costituiti pertanto da un modulo fotovoltaico e da un mini inverter che converte l’energia solare in una corrente alternata utilizzabile. Di norma, questi sistemi fotovoltaici mini vengono montati sui balconi delle case e collegati tramite una presa di corrente dedicata. Inoltre, possono essere dotati di una batteria di accumulo.

Pronti per l’uso? Ma la potenza è limitata

La particolarità dei mini impianti fotovoltaici è che vengono consegnati pronti all’uso e che per fargli funzionare è sufficiente collegare la spina a un’apposita presa. Ma attenzione, solo i cosiddetti dispositivi “Plug & Play” con una potenza massima di 350 watt possono essere collegati alla rete domestica. Anche per questi impianti è però necessario far controllare da un elettricista che la presa sia correttamente integrata nella rete di alimentazione domestica; questo per evitare possibili sovraccarichi della rete domestica.

Attenzione alle dimensioni del terrazzo

Il Centro tutela dei consumatori utenti suggerisce una serie di considerazioni preliminare onde evitare brutte sorprese.
Prima di progettare il proprio mini impianto fotovoltaico, è necessario:

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  • assicurarsi che il balcone sia adatto all’installazione e possa sopportare il peso dell’impianto (circa 25 chilogrammi per un modulo da 300 watt con dimensioni di 1,70 x 1,00 metri), e  la stessa resista a velocità del vento più elevate;
  • verificare presso l’ufficio edilizia del proprio Comune, se bisogna richiedere una licenza edilizia (di solito non è così) o se nella zona di residenza l’installazione di questi impianti non è consentita, ad esempio in un centro storico;
  • nel caso di un edificio plurifamiliare o condominio, chiarire in anticipo con l’amministratore se l’installazione è consentita e quale sia la procedura prevista;
  • informare l’assicurazione dell’installazione.

Inoltre, almeno 10 giorni prima della messa in funzione dell’impianto, deve essere inviata una notifica al gestore di rete, che entro 5 giorni lavorativi deve poi apportare le necessarie modifiche al contatore elettrico e registrare l’impianto nel sistema nazionale degli impianti di produzione (Gaudi). Successivamente, si riceve un codice di riconoscimento (Censimp) per l’installazione.

È anche importante sapere che per famiglia (o numero POD) è consentito collegare solo un impianto fotovoltaico, che sia un mini impianto o un impianto fotovoltaico convenzionale. Si consiglia inoltre di fare attenzione quando si acquista da internet, poiché non tutti i modelli presenti in rete possono essere utilizzati anche in Italia, in quanto potrebbero non essere conformi alle norme italiane.

Quanto si può risparmiare

Un sistema “Plug & Play” può produrre una discreta quantità di elettricità e, nel caso ottimale, se usato correttamente (utilizzo dell’energia solare durante la produzione) su un balcone esposto a Sud e senza ombra (modulo da 300 watt), si possono produrre fino a 400 kWh di elettricità. Se l’elettricità prodotta viene consumata interamente dal proprietario, si possono risparmiare circa 260 euro (considerando un prezzo di 0,66 euro per kWh, prezzo mercato tutelato ad ottobre 2022) all’anno. Per quanto riguarda invece l’elettricità non utilizzata, bisogna sapere che confluisce direttamente nella rete pubblica e non è prevista alcuna retribuzione. Dunque è indicato adeguare il proprio consumo di elettricità alla produzione di energia solare (ore di sole).

Grazie al costo contenuto di questi dispositivi “Plug & Play” di soli 600-800 euro, e alla possibilità di detrarli nella misura del 50% dall’imposta sul reddito o di utilizzarle lo stesso sotto forma di sconto in fattura, l’investimento si ammortizza in pochi anni.

Il prezzo dipende dal tipo di moduli selezionati, dal tipo di montaggio e dall’eventuale supporto del venditore nel prendersi cura del cliente.

Gli impianti con potenza da 800 watt

Oltre ai dispositivi “Plug & Play”, esistono anche altri sistemi fotovoltaici mini per i quali sono previste opzioni di connessione e obblighi di comunicazione semplificati. In questo caso, però, è necessario rivolgersi a un elettricista che colleghi il mini impianto fotovoltaico alla rete domestica e prenda le necessarie precauzioni di sicurezza, per poi redigere una dichiarazione di conformità. Anche in questo caso è necessario inviare una notifica al gestore di rete prima della messa in servizio, allegando alcuni documenti aggiuntivi, come il progetto elettrico e i certificati di conformità.

A tal fine, se nel Comune non è prevista la dichiarazione di costruzione, occorre predisporre una dichiarazione sostitutiva ed effettuare il pagamento dell’impianto mediante apposito bonifico bancario “parlante” (indicando la causale del versamento, l’art. 16-bis DPR 917-1986, il codice fiscale e la partita IVA del venditore e il codice fiscale dell’acquirente). Inoltre, entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori, deve essere presentata una relazione all’Enea.
Attenzione: se sono coinvolte più imprese, prima dell’inizio dei lavori è necessario presentare una notifica anche all’Ispettorato del lavoro.

Si consiglia, inoltre, di prestare attenzione in relazione agli acquisti via internet se si vuole beneficiare della detrazione fiscale: pagando con un bonifico “speciale”, al venditore viene automaticamente detratto un’8% del prezzo di vendita come ritenuta d’acconto, la quale poi sarà compensata con il fisco. Per evitare difficoltà con il venditore, questo aspetto dovrebbe essere chiarito anticipatamente.

Ulteriori informazioni nella decisione dell’Arera, Autorità per la Regolazione dell’Energia, delle Reti e dell’Ambiente.