Reati informatici, quali sono e come difendersi

reati informatici

I reati informatici generano un giro d’affari di oltre 200 miliardi. È importante riconoscerli e, se possibile, prevenirli. L’alfabetizzazione informatica potrebbe semplificare tutto

La criminalità informatica è all’opera nella fitta rete di internet. Sulla scena del crimine informatico ci sono sempre le tracce di qualche hacker informatico e numerose vittime, tra cui istituzioni, imprese e comuni cittadini. L’ultimo hackeraggio del profilo Twitter del Consiglio regionale della Toscana è solo uno dei tanti e numerosi attacchi.

I crimini informatici (o reati informatici) sono oggetto di dibattito della Commissione europea. Bruxelles ha proposto una legge comunitaria per proteggere consumatori e imprese. Sono loro, infatti, a pagare i maggiori costi di questa guerra. Le istituzioni sono protette da numerosi meccanismi di difesa.

Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Ue ha presentato questo progetto di legge come “la nostra risposta alle moderne minacce alla sicurezza, ora onnipresenti in tutta la società digitale. L’Ue ha svolto un ruolo pionieristico creando un ecosistema della cybersicurezza con norme sulle infrastrutture critiche, la preparazione e la risposta in materia di cybersicurezza e la certificazione dei prodotti. La cybersicurezza è una questione sociale e non più industriale”.

 

Quali sono i reati informatici

I reati informatici più diffusi sono quelli menzionati dalla legge italiana numero 547 del 1993 (in seguito aggiornata) e introdotti nel Codice penale italiano.

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  • Furto d’identità semplice.
  • Violazione account.
  • Accesso abusivo alle email.
  • Dealer (Diffusione di programmi diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico).
  • Altro accesso abusivo a sistemi informatici.
  • Phishing (Con bonifici o ricarica disconosciuta)
  • Carte di credito clonate.
  • Riciclaggio elettronico e di proventi illeciti (Cyberlaudering, dall’inglese lavaggio di denaro) oggi facilitato con la circolazione di criptovalute.
  • Truffe (Tra cui truffa e-bay o su altre piattaforme di e-commerce.
  • Sextortion (Sesso ed estorsione). Una vera piaga sociale.
  • Truffe dei servizi e sovrapprezzo con banner fraudolenti.
  • Violazione privacy e dati personali.
  • Ransomware e virus informatici ingannevoli, a danno dei consumatori.

 

Chi può essere colpito da reati informatici

Oltre a queste macrocategorie di reati informatici in realtà ce ne sono di più e sempre più subdoli e commessi con metodi sofisticati. La mafia (e le mafie e organizzazioni criminali e terroristiche di oggi) paga in bitcoin, con le criptovalute. Lo sostiene, dati alla mano, anche la Dia che nel suo ultimo rapporto affronta il problema del lavaggio dei capitali sporchi in un contesto di “Pil mafioso” stimato da Anac in 230 miliardi all’anno, solo in Italia.

Queste le grandi cifre della finanza. Ma la criminalità informatica colpisce anche piccole aziende, lavoratori, risparmiatori vulnerabili e cittadini. Un danno stimato in 5,5 miliardi di euro nel 2021. Ogni 11 secondi si verifica un attacco ransomware nel mondo, che colpisce cittadini e consumatori. Per questo le istituzioni europee vogliono intervenire per garantire maggiore cybersicurezza informatica.

 

La proposta Ue contro i reati informatici

La legge comunitaria al vaglio del Parlamento europeo e della Commissione Ue intende fissare maggiori norme per l’immissione sul mercato di prodotti con elementi digitali, garantendo la cybersicurezza. Inoltre, vorrebbe intensificare i controlli sui requisiti essenziali per la progettazione, lo sviluppo e la fabbricazione di prodotti con elementi digitali, imponendo maggiori obblighi agli operatori economici.

La gestione della cybersicurezza deve passare anche da nuovi requisiti essenziali per i processi di gestione delle vulnerabilità messi in atto dai produttori di prodotti con elementi digitali durante l’intero ciclo di vita.

Occorrono anche più obblighi per gli operatori economici.

Ma crediamo che siano fondamentali l’educazione e l’alfabetizzazione all’utilizzo degli strumenti informatici, sin dalle scuole primarie. Su questo punto non ci sono proposte concrete da parte delle istituzioni politiche europee e italiane. Molto di più potrebbe fare l’Agenzia per l’Italia digitale istituita dal governo Monti nel 2012.

 

Come denunciare un reato informatico

I reati informatici andrebbero denunciati alle autorità preposte. La Polizia di Stato accoglie anche segnalazioni e denunce via web. La Polizia postale si occupa nello specifico di reati in rete.

Ma la prevenzione è la prima arma preventiva per evitare il peggio. Acquisendo strumenti e dimestichezza si possono prevenire le frodi contro il phishing (Qui vi spieghiamo come fare, come gestire la posta elettronica e come navigare sicuri in rete).