Acrilammide, pesticidi e zuccheri: Kellogg nel mirino del test svizzero

acrilammide

(Ancora) acrilammide, pesticidi e un carico di zuccheri. Gli svizzeri di Gesundheitstipp hanno portato in laboratorio 12 confezioni di conrflakes (la maggior parte sconosciuti nel nostro paese) con qualche sorpresa che ci riguarda da vicino 

12 cornflakes alla prova alla ricerca dell’acrilammide, i pesticidi e le aflatossine. In laboratorio i nostri colleghi svizzeri di Gesundheitstipp hanno anche misurato la quantità di zucchero. La maggior parte di campioni analizzati non sono reperibili sul mercato italiano ma le due referenze a noi note – Kellogg e Crownfield (Lidl) – superano la prova con il giudizio (rispettivamente) di sufficiente e buono. In particolare, le analisi effettuate sui cornflakes di Kellogg’s hanno rilevato la presenza di tracce di pesticidi che gli sono costati la penalizzazione di mezzo punto.

Cos’è l’acrilammide

L’acrilammide è un contaminante di processo è che si forma naturalmente negli alimenti amidacei durante la normale cottura ad alta temperatura (qui un video della dottoressa Chiara Manzi). La principale reazione chimica che ne è la causa è nota come “reazione di Maillard”, la stessa reazione chimica che conferisce ai cibi l’aspetto abbrustolito e li rende più gustosi. Questa sostanza è presente in diversi alimenti: dai prodotti fritti a base di patate alle fette biscottate e i biscotti passando per il pane morbido e i cracker.

Qualcosa è cambiato…

Rispetto ad un nostro test condotto lo scorso anno, la situazione è migliorata. Lo scorso anno, infatti, la prova sui cereali Kellogg aveva rilevato un quantitativo di acrilammide superiore ai valori guida. Nessun illecito, purtroppo. Nonostante l’acrilammide sia stata classificata nel gruppo 2A dalla Iarc dell’Oms come “probabile cancerogeno per l’uomo” e l’Efsa ne raccomanda l’assenza, non esiste un vero e proprio limite di legge, ma solo delle soglie – periodicamente riviste al ribasso – alle quali le aziende alimentari devono tendere per tenere sotto controllo la sostanza tossica. Così, in pratica, in caso vengano rilevate dei prodotti con concentrazioni superiori al livello di riferimento, non scatta nessun ritiro alimentare ma solo l’obbligo per le aziende di mettere in atto una serie di azioni di contenimento.

Le aflatossine e gli zuccheri

I cereali di Kellogg perdono anche il confronto sulla quantità di zuccheri (troppo elevata) mentre – come il resto del campione – non c’è traccia di aflatossine.

 

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