Mercurio nel pesce: come ridurne l’assunzione. Le specie che ne hanno di più

PESCE FRODI

Quanto pesce dobbiamo mangiare a settimana? Qual è il limite per non correre rischi per la salute? C’è una relazione tra melanoma e contaminanti? Tanti studi, molti interrogativi aperti. Una cosa è certa: il mercurio nel pesce è dannoso

Da piccolini ci hanno sempre detto di mangiarlo fa bene al cervello. Ci dicevano che rafforzava la memoria, quindi da mangiare soprattutto prima di un esame all’università e durante lo studio. Le mamme lo preparavano con semplicità, condito con olio e limone. Adesso che l’estate è appena cominciata, sarà il protagonista assoluto delle tavolate al mare o in campagna. Stiamo parlando del pesce: croce e delizia della nutrizione.

Un alimento che ha sempre diviso, soprattutto nelle prime fasi della crescita: lo si ama o lo si odia. Ma ci hanno sempre detto che fa bene. Persino quello in scatola ridurrebbe del 30% il rischio di insorgenza del tumore al colon retto, secondo una recente ricerca condotta dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS, nell’ambito delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), in collaborazione con l’Università degli studi di Milano. Ne basterebbero due porzioni a settimana, pari a 80 grammi ciascuna, di pesce inscatolato sott’olio.

Ma il pesce fa sempre bene?

Stando a un nuovo studio i cui risultati sono stati diffusi questo mese di giugno, consumare settimanalmente 300 grammi di pesce, con una media di 42,8 grammi al giorno, esporrebbe a un rischio maggiore del 22% di ammalarsi di melanoma, rispetto a chi ne consuma di meno, ossia 3,2 grammi giornalieri. Questa ricerca è stata condotta su un campione di quasi 500mila persone da un team di ricercatori americani della Brown University. Più in dettaglio, i dati raccolti dimostrerebbero che i consumatori di almeno 2 porzioni di pesce alla settimana hanno un rischio maggiore del 28% di sviluppare cellule anormali solo nello strato esterno della pelle, melanoma di stadio 0 o melanoma in situ.

Il professor Luigi Fontana, direttore di Medicina metabolica traslazionale, uno dei massimi esperti a livello mondiale di nutrizione e longevità, che dirige anche il programma di Longevità in Salute dell’Università di Sydney, in Australia, ha così commentato questa ricerca:

“Lo studio suggerisce che mangiare frequentemente pesce, specialmente quello di grande taglia come il tonno, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare il melanoma, un cancro della pelle particolarmente aggressivo e potenzialmente letale”.

 

L’autore della ricerca americana, dottor Eunyoung Cho, sospetta che le cause non sarebbero legate al pesce di per sé (che farebbe davvero bene alla salute), quanto all’inquinamento del mare. In particolare alla contaminazione di alcuni pesci, come ad esempio il tonno, le versesche e lo spada, o più generalmente i pesci di grande taglia che vivono in mare aperto, contenenti sostanze dannose come il mercurio, le diossine, l’arsenico e altre sostanze tossiche e nocive per l’organismo umano e animale.

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Naturalmente i risultati di questo studio sono da verificare ulteriormente, entrando nello specifico della possibile relazione tra malattie e contaminanti. Anche l’European Food Information Council (Eufic) ha sottolineato diversi limiti di questa ricerca.

Una cosa però è certa: questo metallo, il mercurio, può essere dannoso, soprattutto in quantità più eccessive. Si accumula nei pesci attraverso la forma organica, il metilmercurio, altamente tossico. E ci arriva sia in modo naturale che innaturale, vale a dire a causa delle attività industriali e combustione dei rifiuti.

Come evitare rischi?

Gli esperti suggeriscono di limitare il consumo di pesce, in generale, a 220, massimo 280 grammi a settimana, preferendo in quantità maggiore i pesci giovani e di piccola taglia, i frutti di mare biologico o allevati.

I pesci che in media hanno minore quantità di mercurio sono: salmone selvatico dell’Alaska, anguilla, granchio, gamberetti, pesce gatto.

I pesci che in media hanno più quantità di mercurio sono (mg/kg di prodotto):

Tilefish (Golfo del Messico) – 219 microgrammi di mercurio al chilo
Squalo – 151 microgrammi
Pesce spada – 147 microgrammi
Sgombro – 110 microgrammi
Orange Roughy – 80 microgrammi
Marlin – 69 microgrammi
Tonno (rosso e bianco) – 54 / 58 microgrammi
Tonno bianco in scatola – 40 microgrammi
Tonno al mercurio (skipjack e pinna gialla) – 31 / 49 microgrammi
Tonno in scatola – 13 microgrammi
Aragosta americana – 47 microgrammi
Merluzzo (Atlantico e Pacifico) – 14 microgrammi
Sgombro spagnolo (Atlantico e Pacifico) – 8 / 13 microgrammi di mercurio