Lo studio: tenendo conto dell’intero ciclo, i biocarburanti riducono la CO2 solo del 5%

biocarburanti biodiesel

Un’auto ibrida alimentata da Biocarburanti (e-fuels) produce solo il 5% in meno di emissioni di CO2 nel suo intero ciclo di vita rispetto ad un’auto a benzina. A dirlo è l’Ong internazionale Transport & Environment, secondo cui puntare sulle auto elettriche è meglio da tutti i punti di vista

 

Un’auto ibrida alimentata da Biocarburanti (e-fuels) produce solo il 5% in meno di emissioni di CO2 nel suo intero ciclo di vita rispetto ad un’auto a benzina. A dirlo è l’Ong internazionale Transport & Environment, che ha calcolato le emissioni di CO2 sull’intero ciclo di vita di un’auto alimentata a combustibili sintetici con tecnologie innovative come batterie allo stato solido e combustibili sintetici (“e-combustibili”) che potrebbero essere disponibili in quantità limitate a partire dal 2030.

Analizzato lo scenario più realistico

Secondo Veronica Aneris, Direttrice di T&E Italia, “Questa analisi mette la parola fine sulla presunta viabilità dei carburanti sintetici per la decarbonizzazione di auto e furgoni”, ha dichiarato  “I veicoli elettrici a batteria sono pronti oggi, meno costosi, più efficienti e offrono un risparmio di CO2 significativamente maggiore anche considerando le emissioni di CO2 sull’intero ciclo di vita”.

L’approfondimento del Salvagente sulla questione del grano e della produzione di biofuel

Nel numero di giugno, il Salvagente dedica un approfondimento all’argomento, riportando le posizioni di favorevoli e contrari, a partire dall’appello della stessa organizzazione ambientalista Transport & Environment, che con uno studio ha chiesto di fermare la combustione di grano e altre colture alimentari nei biocarburanti e ha etichettato la spinta della lobby dei biocarburanti per aumentare la produzione come “immorale” in un periodo di grave carenza alimentare globale.

Secondo Maik Marahrens, responsabile dei biocarburanti di T&E, “ogni anno bruciamo milioni di tonnellate di grano e altri cereali vitali per alimentare le nostre auto. Ciò è inaccettabile di fronte a una crisi alimentare globale. I governi devono urgentemente fermare la combustione di colture alimentari nelle automobili per ridurre la pressione sulle forniture critiche”. Secondo lo studio, la rimozione del grano dai biocarburanti europei compenserebbe oltre il 20% del crollo delle forniture di grano ucraino al mercato globale. Per questo, un gruppo di Ong europee, tra cui T&E, Campaign against climate ghange e Global justice now, ha chiesto ai governi di interrompere immediatamente l’uso delle colture alimentari come combustibile. “Garantire forniture energetiche stabili alle persone e all’economia non deve andare a scapito della sicurezza alimentare o portare l’inflazione dei prezzi dei generi alimentari a perdere il controllo”, afferma il gruppo.

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A far da contraltare a questa denuncia le richieste crescenti, in particolare della lobby europea dei biocarburanti (ePure e European biodiesel board), per la sostituzione del petrolio russo con biocarburanti ottenuti da colture come grano, mais, orzo, girasole, colza e altri oli vegetali. Ma secondo Maik Marahrens: “In tal modo si approfitta cinicamente delle preoccupazioni della gente sui prezzi del carburante, mettendo il profitto sopra la sicurezza alimentare. Questo è immorale mentre milioni di persone in tutto il mondo non possono permettersi nemmeno una pagnotta”. E non tiene conto dell’impennata dei prezzi degli alimentari seguita all’invasione dell’Ucraina, il granaio d’Europa. L’Ucraina e la Russia insieme forniscono circa un quarto del grano e dell’orzo commercializzati a livello mondiale, il 15% del mais e oltre il 60% dell’olio di girasole.

Secondo le Ong “anche se l’Europa raddoppiasse la quantità di terreni agricoli che dedica ai biocarburanti, equivalenti ad almeno il 10% dei terreni della Ue per le colture, ciò sostituirebbe solo il 7% delle importazioni di petrolio dell’Ue dalla Russia”. Per sostituire tutte le importazioni russe di petrolio con biocarburanti coltivati ​​in casa sarebbero necessari almeno due terzi dei terreni agricoli del blocco per i raccolti. “Il tema dei biocarburanti è estremamente complesso – spiega al Salvagente Vito Pignatelli, esperto di biofuel, ex Enea, e presidente di Itabia, associazione italiana biomasse – l’elemento fondamentale e il punto di forza dei biocarburanti è la questione della sostenibilità. Hanno senso solo se sono sostenibili, e chiaramente quelli derivati da materie prime agricole, come i cereali, si pongono in conflitto d’interesse con la questione alimentare”.