Pane a fette, ritiro dai supermercati per ossido di etilene. Il mistero dell’origine della contaminazione

In Francia, in poco più di una settimana, sono state richiamate sette lotti di pane a fette dai marchi Chabrior, Netto, Monoprix e Franprix. Uno dei loro ingredienti, il glutine, spesso aggiunto dai produttori per rendere l’impasto più elastico, contiene residui di ossido di etilene. Il pesticida è proibito per questo uso in Europa ed è classificato come cancerogeno, mutageno e tossico per la riproduzione.

Una presenza sorprendente

Come scrive 60 millions de consommateurs, che riporta la notizia, “La presenza di questo pesticida in un ingrediente di origine francese è molto sorprendente, perché l’Unione Europea vieta il trattamento degli alimenti con ossido di etilene”. Finora, tutti i richiami di prodotti contaminati dall’ossido di etilene hanno coinvolto ingredienti provenienti per lo più dall’estero, come il sesamo.  In alcuni paesi, come l’India, viene utilizzato per sterilizzare semi, spezie e altre piante. Franprix, nega qualsiasi trattamento con l’ossido di etilene.

Dubbi sull’affidabilità dei risultati dell’analisi

Non è la prima volta che l’ossido di etilene viene rilevato in una materia prima che, secondo il suo produttore, non è stata trattata con questo pesticida. Questo era già il caso all’inizio del 2021, con pepe, cumino, curcuma e altri ingredienti. All’epoca, i produttori menzionavano diverse ipotesi: contaminazione incrociata, risultati dei test errati. “Ci troviamo di fronte a un problema di analisi”, ha spiegato a 60 millions Hubert Bocquelet, delegato generale di Fedalim, una federazione professionale che riunisce trasformatori di peperoni, spezie ed erbe aromatiche. “Il metodo attualmente disponibile prevede la somma di due molecole: ossido di etilene e dicloroetanolo, che possono portare a falsi positivi”. Il dicloroetanolo potrebbe non provenire sempre da un trattamento da ossido di etilene: “Potrebbe essere un residuo di pesticidi non banditi in Europa. Alcuni studi dimostrano anche che può essere trovato naturalmente in alcuni ingredienti, come la paprika”.

In cerca delle cause

I marchi hanno assicurato che i loro fornitori stanno rafforzando il monitoraggio delle materie prime. “Un controllo è stato implementato su ogni lotto di glutine ricevuto per garantire la conformità”, spiega Monoprix. Stessa risposta da Franprix. Intanto, per conoscere la reale portata del problema, bisognerà aspettare che le verifiche delle autorità aiutino a scoprire come una partita di glutine possa essere stata contaminata senza essere stata trattata con ossido di etilene.

Pinton: La contaminazione da macchinario causa più probabile

Secondo Roberto Pinton, giornalista e esperto agroalimentare, “La cosa più probabile è che si tratti di una crosscontaminazione. Basta trovare un residuo di 0,01 milligrammo per chilogrammo di ossido di etilene su un prodotto alimentare in Ue per ritenerlo fuori norma. Con queste quantità il pane potrebbe essersi contaminato perché la macchina per la lavorazione ha trattenuto tracce del pesticida dopo aver lavorato prodotti con sesamo o altre spezie contaminati”.  Secondo Pinton, poi, è del tutto improbabile che il glutine sia stato importato da paesi che lo abbiamo trattato con ossido di etilene. “Innanzi tutto perché non è un prodotto che si importa molto dal di fuori dell’Ue, e in genere lo si fa da paesi vicini, come Ucraina e Russia. Essendo, poi, permesso utilizzare la fosfina, una sostanza chimica altrettanto efficace e economica, non avrebbe senso ricorrere all’ossido di etilene”.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023