Disdetta abbonamento, se Wind Tre fa orecchie da mercante

WIND DISDETTA ABBONAMENTO

Caro Salvagente, nostra madre, che è deceduta il 4 settembre 2021, aveva un abbonamento con Wind Tre per telefono fisso e internet.
I contratti sono stati disdetti per iscritto il 10 settembre 2021, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, allegando il certificato di morte. Le utenze non sono state più utilizzate dopo il decesso e la disdetta.
La ricevuta di ritorno ci è pervenuta, ma Wind Tre non ha risposto, né dato seguito alla disdetta.
Abbiamo inviato un sollecito il 18 ottobre 2021, sempre a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno.
Di nuovo, la prova dell’avvenuta consegna ci è pervenuta, ma Wind Tre non ha risposto, né interrotto la fatturazione.

Un terzo sollecito è stato da noi spedito il 4 novembre 2021, questa volta via PEC all’indirizzo fornito da Wind Tre sul proprio sito web, allegando copia delle raccomandate e degli allegati.

Abbiamo ricevuto immediatamente la conferma dell’avvenuta consegna del messaggio PEC, e il giorno successivo, 5 novembre 2021, un messaggio di ritorno che ci fornisce un numero di pratica relativa alla nostra richiesta.

Ad oggi, 16 dicembre 2021, Wind Tre non ha ancora risposto ad una richiesta di disdetta per decesso del contraente inoltrata più di tre mesi fa. Nel frattempo continua a fatturare, naturalmente.

Come dobbiamo comportarci?

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Maria Cristina e Antonio Satolli

Cari lettori, abbiamo chiesto a Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia, di aiutarci a capire come comportarci in casi come questi. Ecco cosa ci ha risposto.

Per la problematica esposta dalla signora Satolli, conviene ricordare la regola generale che guida le richieste di cessazione dei contratti di telefonia: entro 30 giorni dal ricevimento della raccomanda a.r. o della PEC, il gestore deve cessare la linea.

Tutto ciò che viene fatturato successivamente a tale termine, non è dovuto, tranne per i costi di chiusura contratto.

Ribaltando la regola sul caso della signora, abbiamo una raccomandata inviata il 10 settembre 2021 e una cartolina di ritorno regolarmente firmata da Wind.

Di conseguenza, anche se non abbiamo il giorno esatto di ricevimento della raccomandata, per certo questa sarà stata ricevuta nel mese di settembre 2021, la cessazione doveva avvenire entro 30 giorni e quindi diciamo ad ottobre 2021.

Quella che fa fede, è la prima richiesta di cessazione e non le PEC che sono solo di sollecito.

Da quanto leggo, ad oggi la cessazione ancora non si è concretizzata ma la signora, non ha alcuna responsabilità.

Sempre per le regole esistenti, le fatture emesse per costi successivi ad Ottobre 2021, non sono dovute e allora possono essere contestate e non pagate, in attesa di definire il tutto con Wind.

La signora può facilmente comprovare il tutto con la documentazione di cui è in possesso e quindi, può passare a contestare formalmente la mancata cessazione e le singole fatture emesse finora.

Ricordo infine, che la contestazione sospende ogni azione di recupero del presunto credito da parte del fornitore, fino a definizione della controversia.