Greenwashing, dietrofront del tribunale nel caso Alcantara-Miko

GREENWASHING

Dopo una prima ordinanza cautelare del Tribunale di Gorizia che aveva “stoppato” i claim ambientali della Miko, ora è stato accolto il ricorso dell’azienda: “Infondata l’azione di concorrenza sleale promossa da Alcantara nei nostri confronti”.

Il Tribunale di Gorizia il 26 novembre scorso aveva emesso quella che era apparsa come la prima ordinanza cautelare italiana in tema di greenwashing: il tribunale si è espresso a seguito di un ricorso d’urgenza presentato da Alcantara nei confronti di Miko, società friulana che commercializza ‘Dinamica‘, un materiale utilizzato anche su alcuni modelli di auto. Al centro della querelle erano finiti i claim ambientali usati dalla Miko per il proprio prodotto: “Prima microfibra sostenibile e riciclabile”, “100% riciclabile”, “Riduzione del consumo di energia e delle emissioni di CO2 dell’80%”, “Amica dell’ambiente”, “Scelta naturale” e “Microfibra ecologica”.

“Ritenevamo che quella di Dinamica fosse una comunicazione ingannevole e la Corte ci ha dato ragione” aveva commentato l’ordinanza Andrea Boragno, l’ad di Alcantara, sottolineando come sia “necessario che ci siano parametri normative e standard per attività di certificazione” verde: “In Alcantara quando facciamo una affermazione siamo estremamente attenti al fatto che possa essere provata”. “Il greenwashing va spazzato via anche perché rischia di deviare investimenti su attività poco sostenibili rispetto ad altre che lo sono di più” ha aggiunto Boragno.

Il greenwashing è fuorviante

Il Tribunale di Gorizia aveva infatti rilevato come dal momento che “la sensibilità verso i problemi ambientali è oggi molto elevata e le virtù ecologiche decantate da un’impresa o da un prodotto possono influenzare le scelte di acquisto, le dichiarazioni ambientali verdi devono essere chiare, veritiere, accurate e non fuorvianti, basate su dati scientifici presentati in modo comprensibile”. Sulla base di tali principi, oltre che del potenziale pericolo per Alcantara, il Tribunale aveva ordinato a Miko la cessazione della diffusione i diversi claim e  aveva ordinato la pubblicazione della decisione sul sito di Miko e l’invio dell’ordinanza ad alcuni clienti della stessa.

La replica di Miko

“L’Ordinanza del Tribunale civile di Gorizia – è stata la replica di Miko – è stata emessa all’esito di un giudizio sommario di natura cautelare avente ad oggetto la scelta di alcune espressioni utilizzate in passato per descrivere il prodotto Dinamica di Miko, non certo il valore del prodotto stesso. Miko respinge, pertanto, l’accusa di ‘ambientalismo di facciata’, in quanto l’azienda produce dal 1997 Dinamica, un prodotto innovativo il cui valore è da tempo riconosciuto da clienti internazionali leader di vari settori industriali, a partire da quello dell’automotive”.

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Il tribunale di Gorizia dà ragione alla Miko

Nel frattempo la Miko ha promosso un ricorso – tecnicamente un reclamo –  contro l’ordinanza di primo grado. E un nuovo collegio del Tribunale di Gorizia ha dato ragione all’azienda che in una nota precisa: “Il Tribunale di Gorizia ha accolto il nostro reclamo e ha revocato l’ordinanza di primo grado ritenendo infondata l’azione di concorrenza sleale promossa da Alcantara nei nostri confronti. Il Tribunale ha in particolare osservato che non sia stata offerta prova circa il concreto rischio di perdita di clienti a causa della presunta ingannevolezza dei messaggi oggetto del giudizio. Miko ribadisce con vigore che il valore del prodotto “Dinamica” non è mai stato oggetto di contestazioni, neanche nella precedente ordinanza”.

La precisazione di Alcantara

In merito al nostro articolo Alcantara ci ha fatto pervenire dal proprio avvocato una richiesta di rettifica: “L’ordinanza cautelare del Tribunale di Gorizia si è limitata a ritenere insussistente il requisito dell’urgenza (richiesto per l’ottenimento di provvedimenti cautelari) senza esprimersi e prendere posizione sull’ingannevolezza dei claim ambientali di Miko e sulla condotta di concorrenza sleale contestata a quest’ultima da Alcantara. Rimane pertanto aperto e non risolto il tema relativo all’ingannevolezza di tali claim ambientali di Miko, che sono stati dichiarati ingannevoli nella prima ordinanza. Entrambe le parti potranno ora avviare un giudizio ordinario”.