
La Commissione va verso il ritiro dellala direttiva Green claims, che imporrebbe un controllo sulle dichiaraizoni ambientali come “Zero impatto ambientale” o “100% plastica riciclata”. Anche il govenro Meloni ha ritirato il sostegno alla legge europea anti-greenwashing
Scaduti i termini per i negoziati, la Commissione europea si appresta, come trapelato venerdì scorso, ad abbandonare la direttiva Green Claims, ovvero contro il greenwashing delle dichiarazioni ambientali riportate in etichetta senza alcun controllo da parte pubblica.
Ieri, lunedì 23 giugno, era l‘ultimo giorno utile per il trilogo, l’incontro a tre tra Parlalmento europeo, Stati membri e Commissione, sulla proposta di direttiva: “Abbiamo discusso con la Commissione europea durante il fine settimana e, date le circostanze, abbiamo deciso di non procedere con il trilogo. Stiamo mettendo in pausa il dossier“, riportava ieri l’Ansa citando fonti della presidenza polacca di turno dell’Unione europea.
Del resto venerdi scorso fonti della Commissione avevano fatto trapelare che l’esecutivo della Von der Leyen vuole ritirare la proposta oppure far passare un testo che escludesse dagli obblighi di veridicità e controllo delle dichiarazioni ambientali le piccole aziende (circa 30 milioni di microimprese).
Che tiri una brutta aria e che anche questo pilastro del Green new deal rischi di crollare, è confermato dalla richiesta formale del Partito popolare europeo e di altri gruppi di destra all’Eurocamera alla Commissione di ritirare la proposta di direttiva. Socialisti, Verdi e Liberali hanno reagito duramente sostenendo l’approvazione della direttiva per mettere fine al far-west delle dichiarazioni ambientali.
Nel frattempo ieri mattina, prima che saltasse il trilogo, il governo Meloni ha formalmente ritirato il proprio appoggio alla direttiva Green claims.
La direttiva contro le false dichiarazioni ambientali prevede, come già avviene per i claims salutistici – ad esempio “Fonte di fibre” -, un controllo preventivo da parte delle istituzioni sul contenuto riportato sulle confezioni e l’obbligo da parte del produttore di fornire le prove che testimonino la fondatezza dell’affermazione.
Fino ad oggi, in assenza di regole, controlli e obblighi di presentare prove a supporto della dichiarazioni ambientali, ogni produttore può scrivere quel che vuole ingannando il consumatore e l’ambiente.
Lo testimonia questa infografica dove il Salvagente, nel marzo 2022, aveva raccolto (e criticato) le principali dichiarazioni ambientali presenti sulle confezioni in vendita in Italia:
La direttiva Green claims dovrebbe (doveva?) mettere fine a questo far-west: la spunterà di nuovo la lobby del greenwashing?